Parco Archeologico di Noto Antica, Mura Cinquecentesche e Piazza d’Armi (Mura difensive perimetrali – Bastione di Santa Barbara – Bastione di San Corrado – Piazza d’Armi)

Parco Archeologico di Noto Antica

Mura Cinquecentesche e Piazza d’Armi
(Mura difensive perimetrali – Bastione di Santa Barbara – Bastione di San Corrado – Piazza d’Armi)


Le rovine delle mura cinquecentesche che circondavano l’antica città di Noto.

Le rovine delle Mura Cinquecentesche che cingevano l’antica città di Noto, sono poste per buona parte del perimetro che interessa l’area archeologica collocata sulla sommità del Monte Alveria. Esse vennero fatte costruire nel 1551 durante il Vicereame di Sicilia dal Viceré Giovanni De Vega per volere dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo che intendeva fortificare le principali città del Vicereame di Sicilia (che apparteneva all’Impero di Spagna) soggetto alle incursioni saracene, rimodernando così la cinta muraria medievale di epoca normanno – sveva – aragonese che già racchiudeva l’antica città netina. Il progetto per la costituzione delle nuove mura venne affidato all’architetto Pietro Prado che ridisegnò le mura difensive della città riadattando quelle del periodo aragonese i cui unici punti di accesso erano le porte medievali dell’antica città che comunicavano con le tre principali aree dell’antica città di Noto; l’area del Castello e della Piazza Maggiore al centro del Monte Alveria tra le Valli del Salitello, del Carosello e del Durbo; quella degli “Orti del Carmine” a sudest sulla Valle del Salitello e quella di “Santa Maria della Provvidenza” a sudovest sulla Valle del Carosello. Esse sono:

  • Porta della Montagna (a nord rispetto alla Piazza Maggiore);
  • Porta Seconda (sotto il Castello di Noto Antica);
  • Porta dei Saccari (a nordovest rispetto alla Piazza Maggiore);
  • Porta del Poggio (a nordest rispetto alla Piazza Maggiore);
  • Porta di San Giovanni (ad est rispetto alla Piazza Maggiore);
  • Porta di Santa Margherita o “Dei Paratori” (ad ovest rispetto alla Piazza Maggiore);
  • Porta della Pristegda o “Della Piazza Maggiore” (a sud della Piazza Maggiore);
  • Porta “di Paulo” (a nordest degli “Orti del Carmine”);
  • Porta del Carmine (a sudest degli “Orti del Carmine”);
  • Porta della Marina o dell’Itria (a sud degli “Orti del Carmine”);
  • Porta delle Discipline (ad ovest di “Santa Maria della Provvidenza”);
  • Porta di Sant’Elia (a sudovest di “Santa Maria della Provvidenza”).

Queste porte, unico accesso alle mura, erano intervallate da bastioni poligonali e comprendevano anche torrioni di guardia adatti alla difesa del sito cittadino, che grazie alle aree solcate dalle Cave Salitello, Carosello e del Durbo (quest’ultima ricevente anche le acque della Cava di San Calogero a sudovest) formavano un fossato naturale quasi inespugnabile. E inoltre presso l’area della “Porta della Marina” era posta una fortezza difensiva nota come “Castello Nuovo” che doveva presentarsi come un’area fortificata che era collocata nella cuspide meridionale degli Orti del Carmine.

Ma l’area militare più interessante e più importante dal punto di vista militare era quella posta a nord presso la Porta della Montagna, in un’area che si presentava più sensibile agli assedi in quanto non si presentava a strapiombo ed era facilmente raggiungibile e attacabile. Infatti in questa zona è posto il Castello con i bastioni medievali, ulteriormente fortificati nel 1551 con la costruzione di spesse mura contornate da due bastioni poligonali consacrati rispettivamente a “Santa Barbara” e “San Corrado” collocati rispettivamente a nordest e a nordovest della città, uniti dal muro recante la “Porta della Montagna”, divisa dall’area settentrionale del “Monte Alveria” da cui partiva la “Via Regia” (che si collegava alle altre città del Val di Noto) da un fossato artificiale (ora parzialmente interrato) comprendente un ponte levatoio. Un terzo bastione era collocato presso l’area del Santissimo Crocifisso (a sud del Castello”).

L’insieme di questi due bastioni formavano la “Piazza d’Armi” della città di Noto, con la limitrofa “Caserma” in cui aveva sede la guarnigione che si occupava della difesa cittadina e del controllo del limitrofo “carcere” posto all’interno del limitrofo Castello.

All’esterno del sito archeologico vi sono i resti delle “mura” vere e proprie, che si presentano come muri alti e massicci formati da blocchi di pietra calcarea locale.


Le mura nei pressi della Porta della Montagna, in cui è è possibile ammirare quella che era la “Piazza d’Armi” della città netina.

All’interno della città vi è qualche tratto di mura che a prima vista sembrano dei comuni muri a secco che si possono intravvedere nelle campagne limitrofe; queste mura un tempo erano alte ma il terremoto e i saccheggi di “pietre” riutilizzate per costruire muri a secco o edifici rurali avvenuti nei primi anni del 1700 le hanno impoverite sensibilmente.


Un tratto delle mura posto di fronte ai ruderi della Chiesa del Crocifisso.

Va detto che dalle mura sono visibili i resti di alcuni bastioni difensivi posti a strapiombo sulle vallate che circondavano la città netina; da ammirare i bastioni sulla Valle del Carosello (visibili dai ruderi del Castello).


I bastioni difensivi posti sulla Valle del Carosello in prossimità della “Porta dei Saccari”.

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