*Parco Archeologico di Noto Antica, Rovine del Convento dei Cappuccini e del Castello Nuovo

Presso il bivio collocato al termine della Via degli Orti del Carmine, percorriamo il sentiero opposto a quello che conduce alle rovine del Convento dei Carmelitani, costeggiando uno sperone roccioso che si affaccia di fronte alla Valle del Durbo (che nasce dall’unione delle Cave Salitello e Carosello) in cui scorre il Fiume Asinaro. Oltrepassiamo quella che un tempo era un’area militare in cui era collocato il cosiddetto “Castello Nuovo” dell’antica città di Noto, eretto dai Conti Cabrera di Modica nel periodo corrispondente al conflitto tra angioini e aragonesi (a cui apparteneva Noto) noto come “Guerra dei 90 Anni” svoltasi per buona parte del 1300, ma che venne abbandonato nella seconda metà del 1400 (viene citata la data del 1483) in seguito al suo inutilizzo. 

Percorrendo questo sentiero arriviamo di fronte ad una masseria ottocentesca che sorge presso il sito in cui era posto il Convento dei Frati Cappuccini dell’antica Noto. La comunità cappuccina era un tempo collocata presso il Convento di Santa Maria della Pietà collocato qualche km al di fuori della città netina presso la sponda orientale della Cava del Salitello in prossimità del rilievo noto come “Cugno Vasco”.

Nel 1586 i Cappuccini si stabiliranno all’interno della città sul Monte Alveria all’interno del “Castello Nuovo” col permesso dei Conti di Modica (proprietari dell’area circostante). Il sito militare venne riadibito a “convento ” molto probabilmente con l’apporto di notevoli modifiche, mentre i restanti bastioni difensivi vennero utilizzati per la difesa delle limitrofe Porte della Marina e Pristegda e sicuramente subirono dei rifacimenti come quelli posti presso la Porta della Montagna. Da questo convento provenivano i Frati Clemente e Giovanni Maria da Noto che all’epoca erano i più importanti esponenti della comunità cappuccina del Val di Noto assieme a Fra’ Innocenzo da Caltagirone. Adiacente al sito monastico vi era un grande spiazzale che comunicava col limitrofo sito degli “Orti del Carmine”, che probabilmente era la “Piazza d’Armi” del “Castello Nuovo” e che divenne la più grande piazza cittadina utilizzata come “campo di accoglienza” per i superstiti netini del sisma del 1693. Il sito conventuale crollò completamente durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693 e i frati superstiti, caricatisi la superstite statua che raffigura “L’Ecce Homo”, scesero presso il Colle Meti in cui, nel versante sudorientale di esso, venne riedificato un nuovo Convento che oggigiorno ospita la Chiesa dell’Ecce Homo meglio nota come “Pantheon” (posta a sud della Villa Comunale dell’odierna città netina).

Oggigiorno dell’antico Convento dei Cappuccini inglobato all’interno del “Castello Nuovo” rimangono le rovine che sono ancora occultate da sedimenti (formati anche da ciò che resta delle macerie dell’edificio sacro) delimitati dalle strutture murarie perimetrali. All’interno del convento vi era posto un grande chiostro che corrispondeva alla corte interna del Castello Nuovo. Nell’estremità orientale era collocata la piccola Chiesa ad unica navata in cui era collocata la sopracitata statua dell’Ecce Homo, di cui resta il perimetro formato dai basamenti delle mura che la delimitavano. Infine va citata la masseria collocata a sud del sito del convento, delimitata da un muro e raggiungibile da una cancellata. L’edificio si affaccia su un cortile interno e possiede elementi architettonici di tipo tardoneoclassico. Molto probabilmente apparteneva ad una facoltosa famiglia netina.