Parco Archeologico di Noto Antica, Ruderi della Chiesa del Carmine e Tombe dei Frati Carmelitani

Imboccando la stradina posta a sinistra della Piazza Maggiore, che costeggia le rovine della Chiesa Madre di San Nicola di Bari della medievale Noto, si arriva ad un bivio di cui  a destra la strada prosegue verso la parte bassa del sito archeologico di Noto Antica in direzione della “Porta della Marina”, mentre a sinistra vi è la stradina che conduce agli “Orti del Carmine” e alla limitrofa piazza. Questa zona rurale prende il nome dal Convento di Santa Maria del Carmine che venne costruito riadattando la preesistente Chiesa medievale di San Martino Vescovo, per ospitare i frati carmelitani provenienti dal Convento di San Giacomo Fuori le Mura (i cui ruderi sono posti a nord di Noto Antica, presso la Contrada Farfaglia). La costruzione del nuovo edificio carmelitano cominciò nel 1586 presso l’area nota come “Pastuchera” (il cui nome indicava una coltivazione di pistacchi) che divenne in seguito nota come “Orti del Carmine”, venendo finanziata da molti nobili del tempo (tra cui figura anche il Barone Carlo Giavanti di Bussello) terminando poi intorno al 1618. Si trattava di un grande edificio monastico comprendente un monastero con un grande chiostro interno e una chiesa divisa in tre navate al cui interno venne collocata la venerata statua della “Madonna del Carmine” tuttora venerata nella nuova Noto. Il sito conventuale venne completamente distrutto durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693 e delle varie opere d’arte poste al suo interno si salvarono solo un’acquasantiera e la statua di “Santa Maria del Carmelo”, che vennero traslati presso la barocca chiesa eretta nell’area sudoccidentale del Colle Meti all’interno della nuova Noto, in cui verrà edificata anche la nuova chiesa consacrata a “San Martino”, facente però parte del nuovo Convento dell’Ospedale di San Giovanni di Dio (posto presso il “Piano Alto” dell’odierna Noto).


Gli “Orti del Carmine” presso cui era collocato il Convento dei Carmelitani.

Dopo il crollo accorso al convento carmelitano, buona parte del sito conventuale venne inglobato all’interno di una masseria oggigiorno semi abbandonata, costruita probabilmente da superstiti che non avevano intenzione di trasferirsi nella nuova Noto abbandonando il sito della preesistente città netina crollato in seguito al terribile sisma del 1693. Questa masseria ora è compresa all’interno del sito archeologico di Noto Antica.


La fattoria semi abbandonata che sorge nei pressi degli “Orti del Carmine”.

Presso lo spiazzale di questa fattoria posto su di un terrazzamento vi sono le rovine dell’antica Chiesa di Santa Maria del Carmine, edificata nei primi anni del 1600 molto probabilmente in forme barocche sul preesistente sito dell’antica Chiesa di San Martino Vescovo.


Le rovine della Chiesa del Carmine, distrutta del terremoto del 1693.

Di questa Chiesa possiamo notare i basamenti delle antiche colonne che, in base a recenti studi con ricostruzioni al seguito, la dividevano in tre navate caratterizzate da transetti laterali che al centro erano delimitati da una cupola ottagonale. Oltre ai basamenti delle colonne possiamo ammirare i conci di pietra che formavano l’originaria pavimentazione della chiesa e i resti di alcuni altari.


I resti delle colonne della Chiesa del Carmine di Noto Antica.

Al centro del sito corrispondente alle navate interne dell’edificio sacro vi sono i resti delle Tombe dei Frati Carmelitani (piene) che sono rispettivamente a sepoltura con camera sotterranea contraddistinte da bassorilievi che raffigurano i simboli della morte (teschi e ossa incrociate) che sono le tombe vere e proprie dei frati; e a botola che coprono alcuni ossari in cui venivano sepolte le spoglie di buona parte del clero netino, o della gente comune.


Le tombe dei Frati Carmelitani.


I bassorilievi posti sulle tombe.


Le botole che conducono agli ossari sotterranei della Chiesa.

Molte tombe riportano evidenti segni di profanazione e per altro è severamente vietato aprirle per rispetto verso i defunti che qui vi riposano.

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