*Parco Archeologico di Noto Antica, Ruderi del Convento di Santa Maria del Gesù

All’imbocco del tratto settentrionale della S.P. 64 che da Noto collega alla Testa dell’Acqua, in prossimità della Pineta di Noto Antica, alla nostra destra, dopo il secondo tornante, seguiamo una mulattiera che molto probabilmente si collegava al tracciato settentrionale della “Via Regia”, collocata di fronte al tratto meridionale della Pineta di Noto Antica raggiungendo uno sperone roccioso collocato tra le Cave del Salitello e del Carosello. Seguendo questo sentiero verso nordest si arriva presso un pianoro sotto al quale vi sarebbero collocate le rovine del Convento quattrocentesco di Santa Maria del Gesù, appartenente un tempo ai Frati Minori Osservanti.

Si trattava molto probabilmente di un “Convento Fortificato” che sorgeva in un’area al di fuori della Porta della Montagna (forse un bastione difensivo) la cui posizione viene citata dallo studioso del tempo Rocco Pirri. Qui visse il “Beato Antonio Etiope” nell’ultimo periodo della sua vita venendovi sepolto. Il convento crollò in seguito al sisma dell’11 Gennaio 1693 venendo ricostruito nell’attuale sito di “Noto Alta” tra le Vie Antonio Sofia, Giavanti e Raffaele Trigona.

Oggigiorno di questo convento restano i basamenti della chiesa che si affacciava a nordovest del Monte Alveria con il retrostante convento di cui restano basamenti di forma poligonale che sono stati identificati come le colonne del chiostro interno. Vi sarebbero i resti del portale arcuato e della pavimentazione del sito ecclesiastico; da questo sito oltre alle spoglie del “Beato Antonio Etiope” provengono la campana del 1466 (opera dei maestri campanari Antonio e Gaspare Arena da Tortorici) e la statua in marmo della “Vergine Maria” (scolpita dagli scultori palermitani Paolo e Giovanni De Battista), collocate nell’attuale Chiesa di Santa Maria del Gesù di Noto Alta.

Va detto che parte delle rovine sono poste in un’area recintata il cui accesso è caratterizzato da un cancello verde (posto sulla S.P. 64 per Testa dell’Acqua alla nostra destra venendo dall’area adiacente alla “Porta della Montagna”) da cui si possono ammirare alcuni resti del complesso monastico.

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