*Noto, Baulì; Cava Cinque Porte (Sorgente Saraceni – Cava Cinque Porte – Pianetti – Conca Itria – Case Iudica – Passo Ladro – Manghisi)

Percorrendo la strada che collega la S.P. 24 alla SS 287 Noto – Palazzolo, si oltrepassa la Contrada Baulì per entrare nella Contrada Mirio, in cui è situato l’omonimo piccolo rilievo montano che occupa una buona parte del Bosco di Baulì. In questa zona vi è posto un piccolo ponte che scavalca il tratto del Fiume Cassibile posto adiacente alla zona detta Fontana Saraceni, toponimo dato anche alla piccola contrada posta a nord di questa stradina dato dalla presenza di una piccola sorgente sotterranea che comincia ad alimentare in maniera consistente il lungo fiume che sfocerà nei pressi di Avola dopo aver attraversato un buon tratto montano specialmente quello posto nella zona di Manghisi – San Marco e in quella di Petracca – Cava Grande del Cassibile (senza parlare del tratto finale posto presso la contrada avolese di Gallina). Questi sono i tratti più noti del fiume, che prima di arrivarci scorre presso una piccola ma interessantissima cava iblea, la cosiddetta “Cava Cinque Porte”, vallone stretto e sinuoso in cui il fiume comincia ad ingrossarsi scendendo sempre più verso valle presso la Riserva della Cava Grande.

Questa cava, il cui inizio non è posto presso la Fonte Saraceni, ma presso la confluenza con la Cava di Baulì, si presenta interessante dal punto di vista naturalistico ed archeologico, ma molto difficile da visitare poiché il suo interno non è molto antropizzato, per cui un’esplorazione approfondita andrebbe fatta da speleologi, esperti in torrentismo ed arrampicate e oltretutto, essendo un ambiente fortemente umido bisogna far attenzione alle vipere; ma comunque sia passiamo alla descrizione di questa cava.

Il tratto precedente alla Cava Cinque Porte in cui è ubicata la Sorgente Saraceni è strettissimo e si presenta interamente ricoperto da vegetazione spontanea di tipo ibleo, ma accanto alla strada di Baulì vi è collocata un’antica pompa di sollevamento, una cosiddetta “Travella” che serviva (e serve) a convogliare le acque della Sorgente Saraceni nelle campagne limitrofe; da qui vi era un antico acquedotto sopraelevato che convogliava le acque nei pressi di una Gebbia visibile dalla stradina. Da qui in poi il fiume è cinto da due sentieri paralleli (di cui quello posto presso l’acquedotto chiuso da un cancello poiché proprietà privata, conviene prendere quello “libero”) che conducono nei pressi della confluenza con la Cava di Baulì da cui inizia la Cava Cinque Porte. Questo punto è raggiungibile anche dalla traversa posta alla nostra destra posta presso l’incrocio per la SS 287 e le contrade palazzolesi Fondi e Porticaletto (in cui è posta anche la limitrofa Contrada Saraceni).

La cava è raggiungibile anche da sette traverse poste sulla SS 297 alla nostra destra andando da Palazzolo verso Noto uscendo dalla strada di Baulì (la prima è sterrata ed è posta di fronte alla traversa del Vivaio Ikebana, la seconda sempre sterrata è posta subito dopo il Molino San Paolo chiusa da un cancelletto che conduce alla confluenza con il Torrente Baulì, la terza semiasfaltata è posta dopo un capannone situato accanto al rifornimento Esso, la quarta è posta nei pressi del Ristorante La Trota nei pressi della Grotta dei Santi di Contrada Pianette, la quinta nella traversa dopo, la sesta si tratta di un’antica mulattiera sterrata sempre alla nostra destra e l’ultima presso l’ingresso dell’Agriturismo Fattoria del Cavaliere, di fronte al rilievo montano di Passo Ladro) che in origine dovevano essere cinque, e da qui deriverebbe il nome “Cava Cinque Porte”.

All’interno della Cava, che scorre verso sud in modo sinuoso formando varie marmitte e cascatelle, ma anche alcuni “Uruvi” ossia piccoli laghetti tra i quali citiamo la “Conca Itria” (posta nei pressi del Ristorante La Trota), vi sono anche rovine archeologiche di epoca siculo – bizantina che si aggiungono al limitrofo Oratorio Rupestre di Contrada Pianette; si tratterebbe di piccole Necropoli ed insediamenti rupestri molto somiglianti alle stanze dei vari Dieri (di Baulì come di Cava Grande) posti in anfratti della grotta; presso la “Conca Itria” vi sono anche i ruderi di un edificio di epoca romana (molto probabilmente una “villa”) con resti di pavimentazione in mosaico (ormai deturpata dal tempo) che venne riadattato in epoche seguenti ad uso agricolo (era forse un mulino?). Da ammirare anche le mulattiere di epoca medievale utilizzate fino a qualche secolo fa, che mettevano in comunicazione il Feudo di Baulì degli Iudica con le contrade che si affacciano sulla cava, appartenenti sempre ai Baroni Iudica, difatti la vasta presenza di antichi caseggiati rurali, e vecchie masserie, che assieme ad altri edifici caduti in rovina o tuttora utilizzati andavano a formare una grande zona agricolo – pastorale in cui trovavano lavoro molta gente dei paesi limitrofi (difatti molti ex contadini netini, palazzolesi, canicattinesi e avolesi di vecchia data conoscono questi posti per averci lavorato). Qui vi erano anche opere idriche importanti come acquedotti e mulini ad acqua. In queste zone sono stati rinvenuti i presunti resti di una Villa Romana (una lastra in mosaico forse un pezzo della pavimentazione di questa villa). La Cava Cinque Porte continua a scendere sinuosamente fino alla Contrada Passo Ladro nei pressi dell’Albergo Oasi Don Bosco; a pochi metri da qui si immetterà nella Contrada Manghisi ricevendo le acque di tanti altri corsi d’acqua per poi immettersi all’interno del Canyon della Cava Grande del Cassibile.

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