*Noto, Baulì; Dieri di Baulì (Diere Grande – Diere Piccolo – Diere dell’Eremita)

I Dieri di Baulì sono il sito archeologico più interessante dell’omonima cava, ma anche uno dei principali siti di epoca bizantina – araba presenti nella Sicilia sudorientale assieme ai Dieri di Cava Grande (in territorio di Avola), ai Dieri di Cava Bagni (presso Canicattini Bagni) e all’area delle Cava Paradiso e di Grotticelli – Cava di Ispica (presso il territorio di Rosolini) e alla Timpa Dieri (posta vicino Villasmundo in territorio di Melilli) oltre a insediamenti vari posti un po dovunque presso la Provincia di Siracusa.


I cosiddetti Dieri di Baulì, posti a picco sull’omomina cava.

Il complesso dei Dieri di Baulì è molto grande e difficile da esplorare poiché bisogna scendere presso il fondo della cava tramite un qualsiasi sentiero che lo permette (ce n’è uno dopo il Bosco di Baulì che sembra il più percorribile) e individuare le grotte poste su entrambe le pareti rocciose della cava iblea, e la cosa non è semplice per via della vegetazione e per il dislivello per cui bisogna fare attenzione. L’accesso ad alcune grotte dei Dieri è comunque facilitato grazie a scalette di legno poste esternamente ed internamente a raccordo delle gallerie che formano questo grandioso complesso rupestre, dotato anche di grandi nicchie che fungevano da “finestre” per illuminare l’ambiente interno di questo complesso rupestre (semmai visitate questi Dieri fate attenzione a scorgervi da queste nicchie, sono senza protezione e vi è il rischio di cadere nella cava), le cui stanze interne sono collegate da cunicoli aventi scale scavate nella roccia. Difatti la particolarità di questi Dieri è l’alto numero di grotte collegate tra loro da varie gallerie interne, il tutto opera di una comunità bizantina che, dopo aver cavato la tenera roccia friabile della cava, qui vi venne ad abitare e a vivere in modo ascetico in sintonia col primitivo Culto Cristiano Bizantino, che veniva celebrato in Oratori Rupestri posti all’interno di questi Dieri. Dopo l’invasione araba i Dieri vennero tenuti sotto assedio dall’esercito arabo che cacciò i bizantini andandosi ad insediare in queste grotte facendole divenire un perfetto rifugio militare provvisto di magazzini interni, difatti il termine “Dieri” deriva dall’arabo “Ad Deyar” che significa “casa – rifugio”) e proprio il nome della zona ossia Baulì sembrerebbe derivare dal nome di un guerriero arabo tale “Abu Alì” quindi il nome in arabo di questa zona doveva significare “Rifugio di Abu Alì”. Durante la conquista normanna della Sicilia, gli arabi si rifugiarono in questi Dieri resistendo all’assedio normanno per molto tempo, prima di arrendersi. I Dieri vennero abitati anche da Eremiti che volevano vivere come “San Corrado Confalonieri”, come stalle rupestri e “case grotta” e, dopo l’Unità d’Italia divennero covo di una banda di briganti palazzolesi avversa all’unione della Sicilia al Regno d’Italia e all’esercito piemontese, ma che non disdegnava di razziare i feudi della zona o di rapire nobili palazzolesi, canicattinesi o netini salvo liberarli dopo avere ottenuto ricchi riscatti.


Le grotte dei Dieri di Baulì poste nelle pareti rocciose della cava.


Stanze e gallerie interne dei Dieri di Baulì.

I Dieri di Baulì si dividono in: Diere Grande (“U Dieri Ranni”), Diere Piccolo (“U Dieri Nicu”) e Diere dell’Eremita (“U Dieri o’Rumitu”).

Il Diere Grande e il Diere Piccolo sono posti nella parete sud orientale della cava, di fronte al Bosco di Baulì. Il primo si presenta come un vero e proprio “condominio rupestre” a più piani collegati tra loro da una scala di legno (posta recentemente per permettere ai visitatori di accedere al sito rupestre) che comprende stanze con finestrelle che si affacciano presso la cava, un grande Oratorio Rupestre posto al centro di esso riportante graffiti e incisioni bizantine che ritraggono simboli cristiani (posto in una zona distinta dal resto del sito rupestre), e soprattutto i cunicoli verticali che si mettono in comunicazione con tutti i “piani” del Diere. Il secondo è posto un pò più ad ovest ed è quello più ridotto in quanto possiede solo poche stanze abitative riutilizzate in epoca araba come magazzini rupestri veri e propri e in epoche più recenti come stalla rupestre fortificata. Esso è formato da vari ambienti collegati da rampe di scale.

Il Diere dell’Eremita è posto nella parete nord occidentale ed era la vera e propria “area sacra” dei Dieri di Baulì, poiché questo era l’Oratorio Rupestre principale dell’attuale contrada, che in seguito divenne un vero e proprio Convento scavato nella roccia, in cui, come detto prima, vennero a vivere molti eremiti (e molti dei quali vivevano negli altri due Dieri). L’interno è formato da una grande caverna che è l’Oratorio Rupestre vero e proprio, seguito da altre stanze in cui vivevano gli Eremiti, dotate di finestre che si affacciavano sulla cava.

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