Noto, Chiesa del Santissimo Crocifisso

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Noto

Chiesa del Santissimo Crocifisso


La Chiesa del Santissimo Crocifisso di Noto con la sua cupola, la seconda più grande della città netina.

La bella Chiesa dei Santissimo Crocifisso (o semplicemente “Chiesa del Crocifisso” o “U Crucifissu” per i netini) è ubicata in Piazza Mazzini ad angolo con le Vie Domenico Cirillo e Sergio Sallicano e i vicoletti noti come “Ronco Astronomo Scala” e “Vico Bernardino Telesio” (i cui imbocchi sono posti presso la Via Principe Umberto).

Essa è consacrata al culto del “Santissimo Crocifisso di Noto” (di cui parleremo più sotto), essendo considerata come il luogo di culto più importante non solo del quartiere di “Noto Alta”, ma anche come una delle principali chiese dell’intera città netina.

Infatti essa è la seconda chiesa più grande dopo la Cattedrale presente in città, oltre ad essere una tra le prime chiese ad essere edificate nella nuova Noto, presentandosi colma di opere d’arte di assoluto pregio sacro, artistico e culturale facendo per questo parte dal Giugno 2002 dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” Unesco.

Ma il motivo principale dell’importanza di questa chiesa è legato al culto di “San Corrado Confalonieri” in quanto questo edificio veniva e viene tuttora considerata il “luogo miracoloso” per eccellenza della città netina.

Ciò deriva dal fatto che, quando l’Arca contenente le ossa di “San Corrado” veniva (e viene tuttora) condotta in Processione il 19 Febbraio e l’ultima Domenica di Agosto presso la Piazza Mazzini entrando all’interno di questa chiesa, avvenivano presunti eventi miracolosi.

Tra essi va citata la “Guarigione degli Erniosi”, ossia i malati di varie ernie addominali chiamati in maniera popolana “Baddusi” proprio a causa delle escrescenze erniose poste presso il loro ventre.

Inoltre questa chiesa custodisce al suo interno delle Reliquie che hanno a che fare con la “Crocifissione di Cristo” di cui parleremo più avanti, e interessanti opere d’arte sacra.

Infatti la Chiesa del Santissimo del Crocifisso è un vero e proprio “museo” religioso oltre ad essere uno dei principali luoghi di culto cristiano della città netina.


La Chiesa del Santissimo Crocifisso, la più importante di Noto Alta.

La costruzione di questa chiesa venne voluta dalla nobile famiglia dei Marchesi Landolina di Sant’Alfano, dopo che la preesistente chiesa posta presso l’antica città netina sul Monte Alveria in cui si venerava l’effigie del “Santissimo Crocifisso di Noto” crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Essa era una delle più antiche chiese della medievale Noto un tempo consacrata a “Santa Maria del Castello”, ma che grazie al Cavaliere Giovanni Landolina acquisì il titolo di “Chiesa del Santissimo Crocifisso” venendo ampliata in epoca normanna.

All’interno di essa era venerato il “Crocifisso di Noto”, ossia un’icona di epoca bizantina sulla quale era dipinta la “Crocifissione di Cristo” ritenuta miracolosa dagli abitanti della città.

Questa immagine venne traslata all’interno dell’edificio sacro nel 1250 un altro membro della famiglia Landolina, che appunto la portò a Noto da Gerusalemme assieme ad un frammento della “Croce di Cristo” e ad una spina proveniente dalla “Corona” posta sul capo di “Cristo” durante la sua “Passione e morte”.

Presso questa chiesa, l’eremita piacentino e futuro Patrono di Noto “San Corrado Confalonieri” si fermava a pregare e a compiere molti miracoli sanando in particolare coloro che erano afflitti da gravi malattie.

L’eremita inoltre si ritirava in preghiera presso un limitrofo sito rupestre chiamato appunto “Celle del Crocifisso” assieme ad un altro eremita di origini netine, che in futuro sarà noto come “Beato Guglielmo Buccheri” (“Patrono” della città di Scicli in Provincia di Ragusa).

Nel 1471 all’interno di questa chiesa venne posta la statua della “Madonna della Neve” scolpita dallo scultore dalmata Francesco Laurana.

La chiesa come già si sa crollò in seguito alle scosse del sisma dell’11 Gennaio 1693 distruggendo quasi completamente il miracoloso “Crocifisso” e molte altre opere d’arte della chiesa, ma lasciando intatte le reliquie della “Croce” e della “Spina di Cristo”, oltre alla sopracitata statua della “Madonna della Neve”.

Con la costruzione della nuova Noto sul Colle Meti, si decise di ricostruire la Chiesa del Santissimo Crocifisso al centro del “Piano Alto”; e di ciò se ne occupò l’architetto siracusano Rosario Gagliardi che si interessò anche della ricomposizione dei resti del “Santissimo Crocifisso” di Noto i cui frammenti vennero posti all’interno di una grande Croce dorata da lui progettata.

La ricostruzione della chiesa terminò nel 1715 ma la sistemazione del prospetto esterno rimase incompleta, tant’è che l’edificio sacro rimase per lunghissimo tempo con “abbozzo” del terzo ordine della facciata (novecentesco) mai completato che ne deturpava l’aspetto.

Rimase incompiuto anche il finestrone centrale, tuttora murato.

Nel 1898 venne costruita l’attuale cupola dell’edificio sacro.

La Chiesa del Santissimo Crocifisso era una delle cinque “Chiese Sacramentali” della città netina consacrata al culto del “Santissimo Sacramento” assieme alla Cattedrale e alle Chiese di San Michele, Spirito Santo e Santa Maria alla Rotonda, essendo appunto sede della “Confraternita del Santissimo Sacramento”.

L’edificio sacro consacrato al “Santissimo Crocifisso” divenne sede della Parrocchia omonima n3l 1920.

La chiesa tra il 2000 e il 2004 subì sostanziosi interventi di restauro e di consolidamento, in gran parte svolti per mettere in sicurezza l’edificio sacro che durante il terremoto del 13 Dicembre 1990 subì alcuni danneggiamenti.

In seguito ai lavori di restauro è stato abbattuto l’abbozzo del “terzo ordine” ponendo a coronamento un semplice ma elegante frontone triangolare, “aggiustando” l’aspetto estetico della facciata.

Dal Giugno 2002, la Chiesa del Santissimo Crocifisso è stata iscritta nella lista dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” Unesco nell’ambito delle “Città Barocche del Val di Noto”.

 


La bella facciata barocca della Chiesa del Crocifisso.

Passiamo alla descrizione della Chiesa del Santissimo Crocifisso di Noto.

Essa presenta un’elegante facciata di due ordini orizzontali caratterizzati da eleganti decorazioni barocche progettate dall’architetto Rosario Gagliardi.


Particolare delle decorazioni barocche della chiesa.

L’ordine inferiore, solcato da pilastri aventi capitelli in stile ionico, è caratterizzato dall’ampio portale centrale sormontato da un timpano spezzato e adornato da fregi di tipo floreale, mentre gli altri due laterali sono sormontati invece da arcate semicircolari.


Le decorazioni barocche del portale centrale della Chiesa del Santissimo Crocifisso.

Presso l’ordine superiore della facciata, solcato da pilastri a capitello corinzio, troviamo tre finestre; quella centrale (murata) che risulta sormontata da un’arcata triangolare, mentre le altre due laterali hanno la forma di due semplici archi, di cui quello di destra funge da nicchia campanaria.

La sommità della facciata è orlata da un elegante frontone merlato recante al centro una copertura triangolare, che sostituisce il terzo ordine incompiuto dell’edificio sacro (che doveva ospitare la vera e propria nicchia campanaria).

Presso il prospetto laterale di Via Sergio Sallicano possiamo ammirare il portale secondario della Chiesa, sormontato da un bel timpano spezzato.

Sempre nelle pareti laterali vi sono posti monumentali pilastri con eleganti capitelli di tipo ionico che inquadrano cinque finestre (per prospetto) di forma semicircolare.

Il retro dell’edificio sacro è caratterizzato dalle pareti esterne del transetto destro, della Cappella Landolina e dell’area del Presbiterio, caratterizzate anch’esse dalla presenza di pilastri con capitelli ionici e corinzi, e da travoni merlati.

Da ammirare la bella cupola emisferica posta al centro della sommità dell’edificio sacro, molto simile a quella della Cattedrale della città netina.


L’ordine superiore della Chiesa del Santissimo Crocifisso.

L’interno della chiesa è suddiviso da tre Navate disposte a Croce latina, abbellite da sontuose decorazioni geometriche e floreali scolpite mediante la tecnica del bassorilievo.

Qui possiamo ammirare lo splendido Pulpito ligneo, la cantoria in legno che sorregge un organo ottocentesco opera dei fratelli Polizzi da Modica e la sepoltura gentilizia appartenente al canonico Giuseppe Guastella (defunto nel 1831) posta presso l’ingresso dell’edificio sacro. 

Da ammirare gli affreschi settecenteschi posti sulla volta che raffigurano “La Creazione”, “La Salvezza” e “San Filippo Apostolo che battezza l’eunuco etiope” (opere del pittore netino Costantino Carasi).

Sempre nella Navata centrale possiamo ammirare due Leoni Criniti che un tempo orlavano la facciata di questa chiesa.

Queste statue provenivano dal sagrato dell’antica Chiesa Madre di Noto Antica rimanendo integre nonostante la furia distruttrice del terremoto dell’11 Gennaio 1693, durante la quale andarono distrutte molte antiche opere d’arte che andarono perse per sempre.


L’interno della Chiesa del Santissimo Crocifisso.


I Leoni Criniti provenienti dalla Chiesa Madre di Noto Antica,


L’organo e il pulpito ligneo della chiesa.


La sepoltura del canonico Giuseppe Guastella.


La volta affrescata della chiesa.


I dipinti posti sulla volta della Chiesa del Santissimo Crocifisso.

Nell’area del Presbiterio possiamo ammirare uno splendido Altare Maggiore marmoreo, il “Coro” ligneo del settecento, ma soprattutto il “Santissimo Crocifisso”.

Esso è formato da una grande “Croce” in legno dorato disegnata da Rosario Gagliardi e scolpita dallo scultore Vincenzo Rotondo nel 1741.

Si tratta in realtà di un involucro che all’interno contiene i frammenti del “Santissimo Crocifisso di Noto”, che come sappiamo era una grandiosa “Croce” medievale in stile bizantino proveniente da Gerusalemme in cui era raffigurata la “Crocifissione” (che secondo la tradizione locale venne pitturato da “San Luca Evangelista”), che purtroppo andò distrutto durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Bisogna dire che l’antico “Crocifisso” di Noto Antica era molto caro a “San Corrado Confalonieri”, che dinnanzi ad esso pregava ferventemente ogni Venerdì del mese.

Ed è per questo motivo che ogni anno durante la festa patronale consacrata al “Santo Eremita” l’Urna argentea contenente le ossa del “Patrono” della città netina viene traslata in processione all’interno di questa chiesa, essendo di conseguenza posta innanzi al “Crocifisso” venerato all’interno di essa.

Proprio questo avvenimento faceva si che vi erano molte guarigioni tra i fedeli, specialmente tra i bambini sofferenti di ernia.

Di fianco al “Crocifisso” sono posti due dipinti raffiguranti “Santa Maria Addolorata” e “San Giovanni”.


Il presbiterio della Chiesa del Santissimo Crocifisso.


L’Altare Maggiore della chiesa, sovrastato dal “Santissimo Crocifisso” di Noto.

 Sotto il “Santissimo Crocifisso” fino al 2003 era collocata l’urna contenente le ossa del “Beato Pietro Gazzetti”, un religioso originario dell’Emilia (nacque nella località in Provincia di Modena nota come “Poggio di Moncerrato”) proprio come “San Corrado Confalonieri” (originario di Calendasco, in Provincia di Piacenza) e che come quest’ultimo si diresse in eremitaggio verso la Sicilia dimorando in territorio di Noto, dove morì il 24 Ottobre 1671.

L’urna oggi è collocata presso la Chiesa dei Santi Lorenzo e Michele di Prignano sulla Secchia (MO).

Nelle due Navate laterali vi sono posti nove Altari di cui quattro in quella di destra e cinque in quella sinistra, aventi tutti importanti opere d’arte sacra.

Presso la Navata destra possiamo ammirare (andando dall’ingresso portale laterale destro in direzione del presbiterio) il dipinto settecentesco raffigurante “Santa Giovanna Chantal” posta sulla porta d’accesso del portale destro (attribuito al pittore netino Costantino Carasi); nella parte inferiore di questo dipinto è raffigurato lo stemma della nobile famiglia Landolina.


Il dipinto raffigurante “Santa Giovanna Chantal”.

Il primo Altare alla nostra destra reca il dipinto raffigurante “La Madonna con vari Santi” sotto il quale è posta una pregevole urna lignea contenente le ossa del “Beato Antonio Etiope” proveniente dalla vicina Chiesa di Santa Maria del Gesù ed esposta in perenne adorazione ai fedeli proprio presso la Chiesa del Crocifisso.

Si tratta delle reliquie appartenenti alla più importante figura religiosa dell’area meridionale del siracusano nota appunto come il “Beato Antonio Etiope di Avola e Noto” (dal nome dei centri abitati in cui dimorò prima di morire) di cui è posto anche un simulacro di fattura contemporanea che lo raffigura.


L’altare in cui è posta la tela della “Madonna con vari Santi” assieme all’urna con le ossa del “Beato Antonio Etiope”.

 Antonio detto “l’Etiope” era uno schiavo africano acquistato prima da nobili avolesi, che lo cedettero poi ad una famiglia nobiliare netina.

Il padrone di “Antonio” (nome datogli dopo esser stato battezzato e consacrato al Cristianesimo), colpito dalla sua profonda religiosità cristiana (ma anche da alcuni miracoli), lo lasciò libero per far si che prendesse i voti come sacerdote.

Ma Antonio andò invece come eremita nelle “Cave dei Pizzoni” nei luoghi dove visse “San Corrado Confalonieri” e lì vi morì nel 1550 (si dice che un Angelo lo abbia avvisato otto giorni prima della sua morte, e che per questi otto giorni l’Angelo sarebbe stato in compagnia di Antonio Etiope per confortarlo e per pregare insieme a lui).

Da allora di lui non se ne seppe niente, ma ogni volta che veniva invocato per una grazia, accadevano numerosi miracoli sensazionali. Negli anni 60 furono ritrovate le sue ossa in una caverna vicino l’Eremo di San Corrado.

Dopo alcune analisi che attestarono l’appartenenza di quelle spoglie al “Beato netino”, esse furono dapprima seppellite al Cimitero di Noto.

Dopo la sua Beatificazione furono riesumate e poste nella Chiesa di Santa Maria del Gesù per volere della Curia di Noto. Tuttora a Roma è in corso il “Processo di Canonizzazione” con cui “Antonio Etiope” diventerebbe l’ennesimo “Santo” ad essere venerato nella città barocca dopo “San Corrado Confalonieri” e “Sant’Elia da Noto” (il cui culto è venuto meno anche perché di questo “Santo” non sono state rinvenute ancora le ossa).


L’urna in cui sono poste le ossa del “Beato Antonio Etiope”.


Il simulacro che raffigura il “Beato Antonio Etiope”.

Nel secondo Altare possiamo ammirare un Tabernacolo in marmo policromo su cui è collocato il dipinto raffigurante “San Corrado Confalonieri”, il Patrono della città netina.


L’Altare recante il dipinto raffigurante “San Corrado Confalonieri”.

Tra il secondo e il terzo Altare della Navata destra è posto l’ingresso laterale della chiesa, su cui è posto un piccolo dipinto raffigurante “La Madonna col Bambino”.


Il dipinto che raffigura “La Madonna col Bambino” posto sull’ingresso laterale della chiesa.

Il terzo Altare della Navata destra reca sempre un Tabernacolo marmoreo su cui è posta la nicchia arcuata in cui è collocata la statua raffigurante “Santa Rita da Cascia” oltre ad un’altra statua raffigurante “San Pio da Pietrelcina”.


L’Altare in cui è posta la statua di “Santa Rita da Cascia” (vuota perché la foto è stata scattata durante i festeggiamenti liturgici in suo onore in cui il simulacro viene posto sull’Altare Maggiore).

Nel quarto Altare della Navata destra, su di un Tabernacolo marmoreo è collocato il dipinto raffigurante “L’Agonia di San Giuseppe”.


L’Altare in cui è posto il dipinto che raffigura “L’Agonia di San Giuseppe”.

Al termine della Navata è posto l’accesso destro alla Sagrestia formato da una porta rettangolare sormontata da un timpano semicircolare a base chiusa (arricchito da un’elegante merlatura) su cui è posta una formella ovale in cui è incisa la figura di “San Paolo Apostolo”, retta da due Angeli.


L’accesso destro alla Sagrestia su cui è posta la figura scolpita raffigurante “San Paolo Apostolo”.

Presso il transetto destro della Chiesa del Santissimo Crocifisso troviamo la stupenda Cappella consacrata alla “La Madonna della Neve” in cui è collocata la bella statua quattrocentesca che la raffigura.

Questa scultura, posta in uno splendido altare in marmo policromo composto da colonne che inquadrano una nicchia arcuata sormontata da un elegante frontone su cui è inciso il monogramma mariano, oltre ad eleganti pinnacoli che la delimitano in sommità.

Essa è una delle più belle sculture italiane che ritraggono la “Vergine Maria”, opera dello scultore dalmata Francesco Laurana (nato presso la città di Zara anticamente appartenente alla Repubblica di Venezia ma attualmente facente parte della Croazia occidentale).

Questa statua è caratterizzata da un piedistallo poligonale dove vi sono scolpiti bassorilievi che raffigurano “L’Annunciazione”, “La Nascita di Gesù” e “La Presentazione di Gesù al Tempio”.

La statua vera e propria, raffigurante “La Vergine col Bambino”, è uno splendido esempio di arte sacra, poiché è una delle poche opere d’arte quattrocentesche ad essere tuttora integre nella Sicilia sud orientale.

Scampata alla furia distruttrice del terremoto dell’11 Gennaio 1693 e ai bombardamenti della II guerra mondiale, questa statua è il simbolo delle continue sofferenze a cui il popolo netino è sempre andato incontro.


La Cappella nel cui altare è riposta la statua marmorea della “Madonna della Neve”.


La bella statua in marmo dello scultore Francesco Laurana raffigurante la “Madonna della Neve”.

Presso la Navata sinistra possiamo ammirare (andando sempre dall’ingresso verso il presbiterio)  il dipinto settecentesco che raffigura “San Nicola di Bari” (attribuita al pittore netino Costantino Carasi) collocato sull’ingresso corrispondente al portale sinistro della chiesa.


Il dipinto che raffigura “San Nicola di Bari”.

Nel primo Altare, racchiuso da un’inferriata in ferro battuto recante al centro un cancelletto di accesso, è posto il Fonte Battesimale in marmo oltre ad un piccolo dipinto raffigurante “Il Battesimo di Cristo”.


L’Altare in cui è posto il Fonte Battesimale della chiesa.

Nel secondo Altare è posto un Tabernacolo in marmo policromo su cui è posta la tela in cui è raffigurata la Compatrona di Noto “Santa Maria Scala del Paradiso assieme alle Anime del Purgatorio”.


L’Altare in cui è posto il dipinto in cui è raffigurata “Santa Maria Scala del Paradiso”.

Presso il terzo Altare, su di un Tabernacolo in marmo è posta la nicchia arcuata in cui è collocata la statua che raffigura “Santa Lucia da Siracusa”.


L’Altare in cui è collocata la statua di “Santa Lucia da Siracusa”.

Il quarto Altare è caratterizzato sempre da un Tabernacolo marmoreo su cui è posta una nicchia sempre di forma arcuata contenente statua che raffigura il “Sacro Cuore di Gesù”; qui inoltre è posta anche un’altra statua che raffigura “Santa Maria Assunta”.


L’Altare che reca la statua del “Sacro Cuore di Gesù”.


La statua di “Santa Maria Assunta”.

Nel quinto Altare, sul Tabernacolo in marmo policromo è posto il dipinto che raffigura  “L’Assunzione di Maria”, delimitato in sommità da fregi barocchi di tipo geometrico – floreale.


L’Altare in cui possiamo ammirare il dipinto di “Santa Maria Assunta”.

Al termine della Navata è posto l’accesso sinistro alla Sagrestia, simile a quello posto al termine della limitrofa Navata di destra che in sommità reca la formella ovale in cui è raffigurato “San Pietro Apostolo”, retta sempre da due Angeli.


L’accesso sinistro alla Sagrestia recante la formella in cui è raffigurato “San Pietro Apostolo”.

Presso il transetto sinistro della chiesa, tramite un’arcata racchiusa da una bella cancellata in ferro battuto, possiamo ammirare la Cappella consacrata al “Santissimo Sacramento” considerata come la più bella della Chiesa del Santissimo Crocifisso di Noto per la presenza di importantissime opere d’arte

Essa è nota anche come “Cappella Landolina” perché al suo interno è posta la sepoltura gentilizia dell’omonima famiglia nobiliare netina.


L’interno della Cappella del Santissimo Sacramento.

Nella volta della Cappella possiamo ammirare sull’arcata interna che delimita l’ingresso lo stemma della famiglia dei Marchesi Landolina retto da due Angeli svolazzanti.

Sulla volta vi è un affresco  incorniciato da eleganti stucchi policromi in cui è raffigurata “L’Invenzione della Croce”(opera del pittore Costantino Carasi).


Lo stemma della famiglia Landolina posto sull’ingresso della Cappella.


L’affresco posto sulla volta della Cappella del Santissimo Sacramento.

Nelle due pareti laterali, delimitate dalle statue raffiguranti le “Virtù Cardinali”, possiamo ammirare le quattro tele di Costantino Carasi (due per parete) che raffigurano: “San Giovanni Apostolo che scrive l’Apocalisse”, “Gesù e la Samaritana” (primo e secondo dipinto sulla parete destra venendo dall’ingresso della cappella),“L’Apparizione di Emmaus” e “Gesù e l’Adultera” (primo e secondo dipinto sulla parete sinistra partendo sempre dall’ingresso della cappella).


Le statue raffiguranti le “Virtù Cardinali”.

Il dipinto raffigurante “San Giovanni Evangelista che scrive l’Apocalisse”.


Il dipinto in cui sono raffigurati “Gesù e la Samaritana”.


Il dipinto che raffigura “L’Apparizione di Emmaus”.


Il dipinto dove vengono raffigurati “Gesù e l’Adultera”.

Al centro dell’Altare principale della cappella è collocato il bellissimo Tabernacolo in marmo sovrastato da una raggiera in marmo e stucco (molto simile a quella della Chiesa di San Carlo Borromeo a Noto Bassa) abbellita da Angeli svolazzanti.

E proprio in questa Cappella che vengono conservate due Reliquie legate alla “Passione e Morte di Gesù Cristo” (come detto nell’introduzione).

Esse sono: un pezzo della “Croce” in cui venne crocifisso “Gesù Cristo” (posto in un Reliquiario a forma di “Croce Greca” posto proprio sul Tabernacolo che funge da Altare della Cappella), e l’altra è un frammento della “Corona di Spine” che venne messa sulla testa di “Gesù” durante le torture subite durante il processo che lo vide condannato a morte.

Queste due Reliquie vennero portate nell’antica Noto nel 1250 da un membro della famiglia Landolina che le ottenne a Gerusalemme.

Esse sono molto venerate dai netini, e in particolare modo lo è la “Spina di Cristo” che viene portata in processione il Venerdì Santo dentro un reliquiario durante la Processione detta appunto della “Santa Spina”.

Di fianco all’Altare sono posti due piccoli dipinti raffiguranti “Santa Rita” e “La Madonna col Bambino”.


L’Altare principale della Cappella del Santissimo Sacramento.


Lo splendido Tabernacolo dell’Altare.

Vi sono inoltre un busto cinquecentesco raffigurante “L’Ecce Homo” e una statua di fattura contemporanea che raffigura “Gesù Misericordioso”.


La statua che raffigura “L’Ecce Homo”.

Presso il pavimento di questa cappella, possiamo ammirare la lastra tombale che copre la sepoltura gentilizia della famiglia Landolina dei Marchesi di Sant’Alfano.

È doveroso dire infine che presso la Chiesa del Santissimo Crocifisso vi è la sede della centenaria “Confraternita del Santissimo Sacramento”, una delle più antiche della città netina presente alle principali Processioni cittadine.

Per saperne di più visitate il sito xoomer.virgilio.it/parrocchiacrocifisso e la pagina facebook della chiesa.

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