Noto, Chiesa dell’Ecce Homo e Ex Convento dei Frati Cappuccini

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Noto

Chiesa dell’Ecce Homo e Ex Convento dei Frati Cappuccini
(Ex Cantina Sperimentale di Noto)


La Chiesa dell’Ecce Homo appartenente un tempo al Convento dei Frati Cappuccini di Noto.

La Chiesa dell’Ecce Homo meglio nota come “Pantheon” è posta di fronte alla Villa Comunale di Noto, assieme all’ex Convento dei Frati Cappuccini.

Questo ex complesso monastico è posto in posizione dominante rispetto alla Via Pola (strada che mette in collegamento le Vie Napoli e Angelo Cavarra col limitrofo Viale Principe di Piemonte) da cui si raggiunge il sagrato dell’edificio sacro, ossia il “Largo Pantheon”.

Questo complesso monastico venne ricostruito nell’area sudorientale del Colle Meti dopo che il preesistente convento cappuccino trecentesco crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Esso fu uno dei primi conventi appartenenti all’ordine francescano dei Frati Cappuccini ad esser stati fondati in Sicilia che era posto presso il sito meridionale di Noto Antica in un dimesso sito militare di epoca medievale, che poi venne donato al suddetto ordine francescano dai Conti Cabrera di Modica nel 1548, dopo che il preesistente monastero di “Santa Maria della Pietà” (attuale “Madonna della Scala”) costruito nel 1508 sito in località “Passo dei Buoi” lungo la Cava Piraro venne abbandonato dal corrispettivo ordine monastico nel 1533 stabilendosi presso la sopracitata sede.

Dopo il 1571, anno in cui vennero fondate le tre “Province Cappuccine” di Siracusa, Messina e Palermo dislocate allo stesso modo degli altrettanti storici “Valli” di Noto, di Demona e di Mazara, il convento netino fece parte della “provincia siracusana” dell’ordine cappuccino siciliano.

Da questo convento provenivano importati personalità cappuccine seicentesche quali i Frati Clemente e Giovanni Maria da Noto che all’epoca erano i più importanti “Vicari Cappuccini” del Val di Noto assieme a Fra’ Innocenzo da Caltagirone.

Come detto in precedenza, il convento cappuccino crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 e di esso rimangono solo poche rovine collocate a sud del rilievo noto come “Monte Alveria” (su cui era collocata l’antica Noto).

Il nuovo convento cappuccino venne edificato nella prima metà del 1700 e comprendeva una chiesa consacrata a “San Giuseppe” in stile semplice di fianco all’edificio conventuale, con a poca distanza un piccolo cimitero in cui venivano sepolti i frati e alcuni cittadini di Noto.

In seguito al decreto di eversione dell’asse ecclesiastico redatto nel 1866 dall’allora Regno d’Italia, la chiesa venne sconsacrata e il convento (divenuto di proprietà del comune netino nel 1885) divenne sede della “Cantina Sperimentale” di Noto dal 1889, utilizzata per produrre liquori e sperimentare appunto modi per migliorare la vitivinicoltura del territorio.

Proprio all’interno di questa cantina venne sperimentato il metodo per la produzione del pregiato vino liquoroso “Moscato di Noto”, che oggigiorno è un vero e proprio “vanto” dell’enogastronomia netina.

Il limitrofo sito cimiteriale venne bonificato e le salme trasferite all’attuale Cimitero di Contrada Busulmona lungo la S.P. 24 per Testa dell’Acqua.

La preesistente chiesa venne abbattuta e sostituita dall’attuale edificio in stile tardo neoclassico progettato dall’architetto Luigi Fabra nel 1924, che venne inaugurato nel 1932 e adibito alla sepoltura delle salme di alcuni soldati netini caduti durante la I guerra mondiale.

Nel 1935 la chiesa venne elevata al ruolo di “sede parrocchiale” dalla Diocesi di Noto.

La chiesa ha subito vari interventi di restauro, di cui gli ultimi avvenuti tra gli anni 2013 e 2016 dopo i quali è avvenuta la riapertura al culto dell’edificio sacro.


La Chiesa dell’Ecce Homo, eccellente esempio di architettura sacra in stile tardoneoclassico.

Passiamo alla descrizione dell’edificio sacro.

Il prospetto principale presenta una bella facciata neoclassica caratterizzata da un frontone triangolare orlato da greche, sostenuto da quattro imponenti pilastri. Ai lati vi sono quattro portali arcuati (due per lato) sopra cui da altrettante finestrelle circolari; quelli posti a sinistra conducono alla casa canonica dell’edificio sacro mentre quelli a destra conducono alla sopracitata “Cantina Sperimentale” e quindi all’interno del limitrofo ex Convento dei Frati Cappuccini.

Sia la casa canonica (novecentesca) che l’ex convento (settecentesco) sono posti accanto alla chiesa e presentano prospetti esterni di aspetto semplice caratterizzati da finestre rettangolari e balconcini della medesima forma.

L’interno della chiesa è caratterizzato da un’unica Navata rettangolare abbellita da merlature e greche in stile neoclassico contraddistinta da greche che ne adornano le pareti poste in mensoloni di pietra locale.


L’interno della Chiesa dell’Ecce Homo.

L’Altare Maggiore contiene la pregevole statua cinquecentesca raffigurante il “Cristo alla Colonna”, noto come “L’Ecce Homo” (frase latina significante letteralmente “Ecco l’Uomo”, usata per indicare il “Cristo legato alla colonna e torturato brutalmente”) proveniente da Noto Antica.


L’Altare Maggiore della Chiesa dell’Ecce Homo.


La statua del “Cristo alla Colonna”.

Negli Altari laterali vi sono gli ossari che contengono i resti di venti soldati netini caduti nella I guerra mondiale; essi sono abbelliti da greche e da raffigurazioni allegoriche ispirate ala “Vita dopo la morte”.


Gli ossari che contengono i resti dei soldati netini morti durante al I guerra mondiale.

All’interno della Chiesa vi sono anche altre opere d’arte sacra di epoca contemporanea (tra cui delle belle statue raffiguranti “Maria”, “Il Sacro Cuore di Gesù”, “Gesù Bambino di Praga” (statuina posta su un Confessionale in legno di manifattura recente) e “San Francesco d’Assisi”.


La statua della “Madonna di Lourdes”.


La piccola statua di “Gesù Bambino di Praga”.


La statua di “San Francesco d’Assisi”.

All’interno del limitrofo Convento dei Cappuccini è ubicata la sede dell’ex Cantina Sperimentale di Noto in cui venivano effettuati studi sulla vinificazione dei vitigni autoctoni, comprendendo anche la sperimentale di liquori e rosoli.

Presso questo edificio venivano studiate e messe in atto metodi per migliorare la produzione vinicola della Sicilia sudorientale di cui il Nero d’Avola, l’Eloro di Pachino, il Cerasuolo di Vittoria e l’autoctono Moscato di Noto ne facevano parte, e quest’ultimo vino liquoroso venne proprio migliorato grazie alle sperimentazioni condotte in questo edificio.

Oggigiorno la Cantina Sperimentale e quindi l’ex Convento dei Cappuccini di Noto è sede dell’Università della Terza Età della città netina (facente parte del “Consorzio Universitario del Mediterraneo Orientale”) e viene utilizzata come “auditorium” in cui si tengono varie conferenze e rassegne di tipo culturale.

In futuro alcuni locali dell’ex convento – cantina sperimentale ospiteranno un importante info point turistico,  e la futura sede del “Museo Etnografico di Noto” comprendente la “Collezione Cascino” che verrà trasferita qui dall’ex Mattatoio Comunale di Via Tommaso Fazello (prima sede del suddetto spazio espositivo).

All’interno dell’edificio conventuale si possono ammirare i numerosi affreschi di cui quelli che adornano le pareti del refettorio in cui vi era posta la sede della Cantina Sperimentale.

Molto espressivi i ritratti affrescati dei due maggiori esponenti dei Frati Cappuccini netini di quel tempo, “Clemente di Lorenzo” e “Giovanni Maria Minniti”.

Da ammirare anche le antiche stanze in cui dimoravano i monaci e il chiostro interno dell’edificio in cui è posto un piccolo giardino mediterraneo.

Per saperne di più visita la pagina facebook della Parrocchia dell’Ecce Homo.

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