Noto, Chiesa di San Domenico e Ex Convento dei Domenicani

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Noto

Chiesa di San Domenico e Ex Convento dei Domenicani


La Chiesa di San Domenico annessa all’ex Convento dei Domenicani, una delle principali chiese barocche dell’area del Val di Noto.

Presso la Piazza XIV Maggio ad angolo con le Vie Giovanni Bovio e Matteo Raeli, dove alla nostra destra possiamo ammirare la “Piazzetta d’Ercole” comprendente anche l’omonima Fontana, poco più a nord notiamo forse l’edificio sacro esteticamente più bello dell’intera Provincia di Siracusa; la Chiesa di San Domenico attigua al limitrofo Convento dei Frati Domenicani.

Questa chiesa, consacrata a “San Domenico Guzman” (fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, meglio noti come “Domenicani”) è uno dei più importanti edifici progettati dall’architetto Rosario Gagliardi, paragonabile al Duomo di San Giorgio di Ragusa Ibla (quest’ultima considerato come la Chiesa barocca più bella dell’intera Sicilia, sempre progettato dal medesimo architetto) in cui tutti gli elementi del barocco vengono messi in risalto dalla plasticità della facciata esterna, proprio come la Chiesa netina di San Domenico.

Bisogna dire che questa bella chiesa rende ancor più scenografica la Piazza XIV Maggio, dato che questo edificio viene considerato come uno dei principali simboli del pittoresco barocco netino assieme alla Cattedrale, al Palazzo Nicolaci – Villadorata e a tutti i principali monumenti che fanno parte del cosiddetto “Giardino di Pietra” (appellativo con cui viene appunto chiamato il centro storico di Noto).

La chiesa ed il limitrofo convento vennero progettati nel 1703 in sostituzione del Convento dei Domenicani situato un tempo presso l’antica Noto sul Monte Alveria, che venne distrutto assieme al sito cittadino dal terremoto dell’11 Gennaio 1693, come detto in precedenza dall’architetto siracusano Rosario Gagliardi.

La costruzione dell’edificio monastico terminò nel 1727.

La presenza dei frati domenicani a Noto la si attesta sin dal 1260 circa, nel periodo in cui vennero inaugurati i primi conventi dell’ordine a Siracusa e ad Augusta, ma a causa del decreto di eversione dell’asse ecclesiastico redatto nel 1866 dall’allora Regno d’Italia, il limitrofo convento cominciò ad ospitare un importante istituto scolastico mentre la Chiesa rimase aperta saltuariamente al culto appartenendo alla parrocchia della Cattedrale.

Dopo importanti interventi di restauro avvenuti anche in seguito ai danni riportati durante il terremoto del 13 Dicembre 1990, la Chiesa di San Domenico è stata riaperta possedendo funzione di spazio espositivo essendo ufficialmente sconsacrata (nonostante appartenga ancora alla Parrocchia della Cattedrale di Noto), presentando ancora parte del corredo sacro formato da importanti opere d’arte di cui parleremo più sotto.

Dal Giugno 2002 la Chiesa di San Domenico fa parte dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” Unesco, nell’ambito delle “Città Barocche del Val di Noto” .

Va inoltre detto che nell’anno 2004 all’interno di questa chiesa sono stati condotti i restauri dei mosaici della Villa Romana del Tellaro.


La splendida Chiesa di San Domenico che si affaccia sulla Piazza XVI Maggio.

Passiamo alla descrizione dell’edificio sacro; esso è posto presso il vertice nord di Piazza XVI Maggio affacciandosi sulla “Piazza d’Ercole” (separata da essa dalla Via Matteo Raeli).

La facciata esterna è convessa centralmente, dando cosi vita e plasticità alla pietra inanimata con cui essa è stata costruita.

Essa è divisa in due ordini orizzontali a sua volta suddivisi tre distinte parti orizzontali.

La parte centrale è caratterizzata da un’imponente portale (raggiungibile da una breve scalinata) il cui architrave decorato da motivi geometrici scolpiti a bassorilievo, è sormontato da un timpano di tipo spezzato arricchito da bassorilievi raffiguranti pinnacoli a coppa scolpiti sopra di esso.

Ai lati sono poste due imponenti colonne con capitelli dorici e due nicchie decorate da conchiglie scolpite in pietra bianca di Noto e sormontate da piccoli timpani spezzati.

In entrambi i lati vi si trovano due portali laterali sormontati da semicerchi in pietra sopra i quali vi sono due nicchie simili a quelle descritte prima.

I due portali sono inquadrati da due robuste colonne doriche. La massiccia trabeazione, decorata con greche scolpite a bassorilievo, sostiene la parte superiore della facciata, che nella parte centrale presenta un ampio finestrone posto su dei balaustrini sormontato da un archetto semi convesso.

Le pareti laterali convesse presentano anch’esse delle nicchie simili a quelle sottostanti sormontate stavolta da un architrave di forma triangolare.

Le due colonne centrali di stile corinzio sostengono un timpano spezzato convesso verso l’esterno. Quelle laterali sostengono la parte laterale del frontone della chiesa.

Ai lati di essa vi sono contrafforti le cui scanalature presentano la forma di una spirale.

Il prospetto laterale di Via Giovanni Bovio presenta il portale laterale della chiesa di forma rettangolare sormontato da un timpano semicircolare.

Nel retro della chiesa è posta la torre campanaria delimitata da quattro facciate delimitate da eleganti pilastri che sorreggono una copertura piramidale, sotto la quale vi sono quattro nicchie campanarie arcuate arricchite da balaustrini.


La facciata della Chiesa di San Domenico con l’adiacente Convento dei Domenicani.


La Chiesa di San Domenico fotografata dalla Piazzetta d’Ercole.

Particolare della facciata barocca di San Domenico.


Il portale e l’ordine centrale in stile barocco della chiesa.


L’ordine superiore della facciata della Chiesa di San Domenico.

A sinistra della facciata troviamo l’ex Monastero dei Frati Domenicani (ubicato tra le Vie Matteo Raeli e Bettino Ricasoli) portale d’ingresso dell’ex Convento dei Domenicani, ora adibito a scuola superiore (Istituto Magistrale “Matteo Raeli”).

Da ammirare il portale d’ingresso del Monastero arcuato incassato in un corpo bugnato a pietre smussate sopra cui vi è una greca merlata riportante motivi geometrici, sopra cui vi è il balcone principale del Convento racchiuso da inferriate bombate, con apertura rettangolare sormontata da un timpano circolare a base aperta.

Ad essa segue una serie di sei finestre poggianti su balaustrini sormontate da travoni lisci, sulle quali vi è posta un’apertura ellittica.

Dentro questo convento, in cui possiamo ammirare anche l’originario chiostro al suo interno presso il quale si affacciano le aule scolastiche dell’Istituto Magistrale “Matteo Raeli”, vi si riuniva fino alla seconda metà del 1700 la cosiddetta “Accademia dei Trasformati”, un’associazione illuministica netina.


L’ex Monastero dei Frati Domenicani col suo interessante portale settecentesco.

L’interno della Chiesa di San Domenico, recentemente aperto ai turisti e liberamente visitabile, si divide in tre Navate disposte a “Croce Greca” e unificate da arcate decorate da pregevoli bassorilievi in stucco con intarsi dorati raffiguranti elaborate decorazioni geometrico – floreali e figure di Angeli svolazzanti.

Nella Navata centrale possiamo ammirare la bella cupola posta all’esatto centro dell’edificio sacro tra i due transetti nei cui “pennacchi” che la sostengono sono posti eleganti stucchi raffiguranti Angeli e figure di “Santi”.

Non da meno la cantoria su cui è posto un organo a canne del 1923 costruito dai maestri Giovanni Giudici da Bergamo e Alfio Laudani da Palermo, e il pulpito ligneo dell’edificio sacro.

Al centro della Navata è posta la scalinata d’accesso alla principale Cripta sepolcrale della chiesa (vedi più sotto).


L’interno della Chiesa di San Domenico.


L’elegante cupola posta al centro dell’edificio sacro.


La cantoria con l’organo a canne.

Presso il presbiterio dell’edificio sacro possiamo ammirare fastoso Altare maggiore in marmo policromo possiamo ammirare un bel Ciborio in legno dorato in cui è collocato il gruppo scultoreo settecentesco raffigurante “La Madonna e San Domenico in Preghiera” attribuito allo scultore Antonio Basile originario di Noto.

Qui possiamo anche ammirare due eleganti cantorie in legno che si affacciano nella sua parte alta (rispettivamente nelle pareti di destra e di sinistra).

Qui possiamo ammirare le statue raffiguranti “San Giovanni Bosco” e “San Vincenzo Ferrer”.

Presso l’Abside possiamo ammirare stupendi stucchi decorativi.


Il presbiterio della Chiesa di San Domenico col suo Altare Maggiore.


La statua di “San Giovanni Bosco”.


La statua di “San Vincenzo Ferrer”.

Le due Navate laterali, che terminano entrambe con porte da cui si accede ai locali della sagrestia di forma arcuata e abbellite da eleganti stucchi, possiedono rispettivamente sei Altari votivi in splendido stile barocco (tutti in marmo policromo) di cui tre per navata e uno per transetto presentanti sontuose decorazioni scultoree in cui poter ammirare notevoli opere d’arte.

Gli altari posti nei due transetti sono quelli principali e hanno eleganti decorazioni in stile barocco, mentre gli altri sono di forma arcuata delimitati da semplici pilastri

Presso la Navata destra possiamo ammirare (venendo dal portale d’ingresso) il primo Altare in marmo policromo su cui è collocato un dipinto in cui sono raffigurati vari “Santi Domenicani”.

Il secondo Altare è quello del transetto destro della chiesa e presenta un tabernacolo marmoreo delimitato da due colonne a capitello ionico che sorreggono un grande timpano spezzato adornato da Angeli svolazzanti e da stucchi dorati, con a fianco due statue raffiguranti due “Apostoli”, e al cui centro vi è collocata la tela settecentesca della “Madonna del Rosario (opera del pittore palermitano Vito D’Anna) in fase di restauro (ora sono posti due dipinti contemporanei raffiguranti “San Corrado Confalonieri” e “La Madonna col Bambino”), mentre di fronte ad esso è posto il sepolcro di Franzo Nicolaci dei Principi di Villadorata (giurato della città netina e procuratore dell’attuale Cattedrale di Noto) delimitato da una lapide marmorea.

Nel terzo Altare è presente una tela del pittore Giuseppe Patania raffigurante “Il Sacro Cuore di Gesù” (anch’essa in fase di restauro). Presso questa navata possiamo ammirare anche la “Vara” del “Cristo Morto” che viene fatta uscire ogni anno per la processione della “Santa Spina” del Venerdì Santo.


Il primo Altare della Navata destra in cui è posta la tela che raffigura vari “Santi Domenicani”.


L’Altare barocco posto al centro del transetto della Navata destra.


Il sepolcro di Franzo Nicolaci dei Principi di Villadorata.


Il terzo Altare della Navata destra.


La “Vara” del “Cristo Morto”.


La statua che raffigura il “Cristo Morto”.

Presso la Navata sinistra (partendo sempre dall’ingresso) possiamo ammirare il primo Altare in cui è posto il dipinto raffigurante “San Vincenzo Ferrer”.

Nel transetto sinistro che si presenta simile a quello destro (avente sempre due colonne con capitello ionico che sorreggono un timpano spezzato adornato da stucchi dorati che raffigurano sempre Angeli svolazzanti, affiancato stavolta dalle statue di due “Arcangeli”) invece vi è posta la tela settecentesca raffigurante “San Domenico che riceve il Rosario dalla Madonna” (quest’ultima attribuita al pittore siracusano Antonio Madiona) incorniciata con varie formelle ovali in cui sono posti piccoli dipinti raffiguranti vari “Episodi Sacri”, mentre di fronte all’altare è posto il sepolcro in cui è tumulato Michele Nicolaci – Di Lorenzo dei Principi di Villadorata.

Il terzo Altare è consacrato al “Santissimo Crocifisso” e possiede una stele marmorea su cui è collocato un “Crocifisso” ligneo arricchita da cinque formelle di cui quattro raffiguranti rispettivamente episodi della “Via Crucis” (disposte a coppia a fianco del “Crocifisso”) e in una la “Madonna Addolorata” (sotto il “Crocifisso) mentre altre due formelle raffiguranti coppie di Angeli sono poste sulla sommità del tabernacolo dell’Altare.

Va detto che di fronte a questo altare è posta una botola sepolcrale.


Il primo Altare della Navata sinistra in cui è posta la tela che raffigura “San Vincenzo Ferrer”.


L’Altare barocco posto al centro del transetto della Navata destra in ci è posta la tela che raffigura “San Domenico che riceve il Rosario dalla Madonna”.


Il sepolcro di Michele Nicolaci – Di Lorenzo dei Principi di Villadorata.


L’Altare del “Crocifisso” della Chiesa di San Domenico.

Da una scalinata posta al centro della navata centrale raggiungiamo la Cripta sepolcrale della Chiesa di San Domenico, in cui un tempo venivano collocati i corpi dei frati domenicani che dimoravano presso il limitrofo Convento.

Scesi dalla scaletta troviamo la grande cripta contraddistinta dalla presenza di sedici colatoi (otto per parete) posti nelle pareti laterali della stanza mortuaria in cui venivano posti i corpi dei defunti ad essiccare per poi essere imbalsamati; al centro è posto un piccolo Altare su cui è posto un affresco posto in una formella ovale raffigurante “Gesù Crocifisso”.

Al centro della cripta è posta una botola – ossario mentre di fianco all’altare vi è un cunicolo sotterraneo.

Va detto infine che presso la Sacrestia della Chiesa di San Domenico possiamo ammirare un lavabo in pietra settecentesco e una tela che ritrae l’architetto Francesco Sortino, colui che progettò adiacente Convento dei Domenicani.

Per saperne di più sulle attività svolte presso la Chiesa di San Domenico visitate il sito web www.diocesinoto.it e la relativa pagina facebook, e il sito web www.oqdany.it.

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