Noto, Chiesa di Santa Maria dell’Arco e Ex Convento dei Cistercensi

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Noto

Chiesa di Santa Maria dell’Arco e Ex Convento dei Cistercensi


La bella Chiesa di Santa Maria dell’Arco.

Percorrendo la Via Ducezio arrivando così dietro la Piazza Municipio, troviamo ad angolo con la Via Viceré Speciale una bella chiesa barocca consacrata alla “Madonna Immacolata” ma nota come “Santa Maria dell’Arco”.

Essa faceva parte dell’ex Convento Cistercense maschile della città di Noto che, per un breve periodo di tempo corrispondente alla fondazione della Diocesi della cittadina barocca, ospitò la prima sede della curia vescovile della città prima dell’edificazione del Palazzo posto a sinistra della Cattedrale di Noto avvenuta nel 1855 (vedi link “Palazzo Vescovile” nella pagina precedente per saperne di più).

All’interno di questo edificio era posta anche la sede del primo Seminario Vescovile della città netina.

Si tratta di uno dei più eleganti edifici sacri barocchi della città netina facilmente raggiungibile dalla Piazza Duomo percorrendo a sud del Corso Vittorio Emanuele II la Via Viceré Speciale partendo dal retro del Palazzo Ducezio, oppure percorrere la suddetta strada percorrendola dalla Via Aurispa.

La preesistente abbazia cistercense venne fondata e quindi consacrata nel 1212 per volere del Conte Isimbardo Morengia presso l’area noto come “Arco” collocata a qualche km a nord dell’antica città di Noto sul Monte Alveria (corrispondente molto probabilmente alla Contrada Arco posta lungo la S.P. 80 Aguglia – Bancazzo – San Marco il cui imbocco è posto presso la SS 287 Noto – Palazzolo a nord dell Ponte di Manghisi seguendo l’indicazione “Testa dell’Acqua”, vedi link “Rovine di Contrada Arco” per saperne di più).

Molto probabilmente fu uno dei più antichi conventi ad essere istituiti all’interno del territorio netino, che cominciò ad ospitare una comunità cistercense di cui fece parte Nicolò Morengia, il figlio dei Conte Isimbardo che divenne frate cistercense presso l’abbazia fondata dal padre nel 1212 morendovi poi nel 1230 venendo poi beatificato in seguito ad alcuni presunti eventi miracolosi legati a preghiere avvenute per sua intercessione.

Nel 1608 il convento venne abbandonato e la comunità cistercense netina si stabilì nel Monastero di San Teodoro posto all’interno del sito cittadino posto sul Monte Alveria portando con loro le spoglie del “Beato Nicolò Morengia”.

In seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 il monastero cistercense netino crollò e i membri della comunità che sopravvissero si trasferirono nella nuova città costruita sul Colle Meti, in cui venne edificato l’attuale sito conventuale nella parte meridionale dell’attuale centro storico netino che venne riconsacrata nuovamente a “Santa Maria dell’Arco”, mentre a “San Teodoro” venne consacrata la Casa Rifugio e l’annesso Monte di Pietà facenti parte del Convento di San Tommaso appartenente all’ordine delle Suore Cistercensi della Carità ora sede del Carcere di Noto.

Dopo l’edificazione dell’attuale sito conventuale di Santa Maria dell’Arco avvenuta tra il 1730 e il 1749 ad opera dell’architetto siracusano Rosario Gagliardi, la comunità maschile cistercense non ebbe molto seguito nella nuova città netina tanto che il convento venne abbandonato già nel 1789 divenendo di proprietà della Chiesa Madre (ora Cattedrale) di Noto.

Intorno al Maggio 1844 l’ex convento divenne sede della neonata Diocesi di Noto e dal Gennaio 1852 divenne la prima sede del Seminario Vescovile della diocesi netina.

Con l’edificazione degli attuali edifici ospitanti il Palazzo Vescovile (posto presso il retro del Palazzo Trigona) e della prima sede del Seminario posta dietro la Cattedrale (mentre oggi è ospitato presso l’area settentrionale del Convento del Santissimo Salvatore), il Convento di Santa Maria dell’Arco perse le sue funzioni ecclesiastiche mentre la chiesa rimase aperta al culto sottoposta alla parrocchia facente capo alla Cattedrale di Noto subendo vari interventi di restauro e ospitando per un breve periodo di tempo l’urna contenente le ossa di “San Corrado” dopo il crollo della cupola della cattedrale netina avvenuto nel 1996.

Nel Giugno 2002 questa chiesa è stata iscritta all’interno della lista dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” Unesco nell’ambito delle “Città Barocche del Val di Noto”.

La chiesa venne utilizzata come “laboratorio” durante i lavori che prevedevano la pittura degli odierni affreschi che adornano la volta e il presbiterio della Cattedrale di Noto.

Oggi l’edificio sacro appartiene ancora alla parrocchia della Cattedrale, anche se non risulta aperto al culto (eccezion fatta per vari eventi ecclesiastici).

  Ritornando alla descrizione del complesso monastico cistercense ed in particolare alla Chiesa di Santa Maria dell’Arco posta tra le Vie Viceré Speciale, Ducezio e il Vico Castagno, va detto che essa è una delle principali costruzioni barocche presenti all’interno della città netina, che come detto in precedenza è stata progettata dall’architetto Rosario Gagliardi e costruita intorno all’anno 1749. 

La facciata della Chiesa è divisa in due ordini orizzontali, presenta al centro un ricco portale con fregi scultorei raffiguranti motivi geometrico – floreali posti in sommità, inquadrato ai lati da due pregevoli colonne tortili con basamenti aventi decorazioni floreali in bassorilievo che sostengono un arco spezzato recante al centro lo scudo simbolo dell’ordine cistercense.

La sovrastante finestra è incorniciata da splendidi motivi geometrici e floreali scolpiti a bassorilievo (si tratta della più bella finestra in stile barocco presente in Provincia di Siracusa).

Ai lati si levano quattro grandi pilastri i cui capitelli in stile corinzio sostengono il robusto frontone merlato sormontata da due torrette campanarie che affiancano un corpo semicircolare con cartigli a spirale.

Ai lati della chiesa possiamo ammirare i portali laterali (ormai murati) di cui quello posto in Via Ducezio di forma arcuata delimitati da eleganti pilastri che sorreggono un timpano arcuato adornato da eleganti fregi decorativi, mentre quello presso il cortile dell’ex convento (di cui parleremo più sotto) è di forma rettangolare adornato da eleganti bassorilievi floreali con due mascheroni fanciulleschi sui vertici, affiancato da due contrafforti adornati da eleganti bassorilievi floreali.


La facciata barocca della Chiesa di Santa Maria dell’Arco.


Il portale e la finestra della chiesa aventi eleganti decorazioni barocche.


L’ordine superiore della facciata.


Il portico da cui si accedeva all’interno del Convento dei Cistercensi.


Un’ala dell’ex convento cistercense.


Il prospetto laterale della Chiesa di Santa Maria dell’Arco.

All’interno la Chiesa di Santa Maria dell’Arco presenta un’unica Navata adornata da splendidi stucchi murali opera dello stuccatore agrigentino Onofrio Russo oltre a due grosse nicchie arcuate sormontate da eleganti timpani che dovevano contenere un tempo delle statue.

Sulla volta a botte possiamo ammirare uno splendido affresco del pittore netino Costantino Carasi che raffigura “La Gloria di Dio e vari Santi”.

Nelle pareti laterali sono poste opere d’arte pittorica attribuite sempre al pittore Costantino Carasi. A sinistra della navata possiamo ammirare negli altari laterali (dall’ingresso verso il presbiterio) la tela raffigurante “La Madonna del Carmine e Santa Teresa”, la riproduzione della “Grotta di Lourdes” in pietra locale con le statue raffiguranti la “Madonna di Lourdes” e “Santa Bernadette”, e infine un “Crocifisso” ligneo posto su di un dipinto raffigurante “Santa Maria Addolorata e San Giovanni Evangelista”.

 A destra (sempre dall’ingresso verso il presbiterio) possiamo ammirare la tela raffigurante “San Sebastiano ucciso a bastonate”, l’Altare di “Gesù Bambino di Praga” adornato con eleganti stucchi, caratterizzato al centro da una nicchia contenente la statuina che riproduce l’omonima statua, sormontata da un timpano spezzato, e infine dipinto di “San Bernardo di Chiaravalle col Cristo Crocifisso” posto sopra una nicchia in cui è riposta la cassa – reliquiario contenente le ossa del “Beato Nicolò Morengia” provenienti dalla non più esistente Abbazia di San Teodoro di Noto Antica.

Nel Presbiterio possiamo ammirare lo splendido Altare Maggiore marmoreo recante la splendida tela raffigurante “La Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme” (attribuita al pittore palermitano Antonio Manno).

Di fianco al catino absidale abbellito da eleganti stucchi possiamo ammirare due splendidi “balconi” che si affacciano sul Presbiterio; essi erano il “Coro” della Chiesa, da cui i Monaci Cistercensi assistevano alla Funzione, che comunicano con l’area presbiterale tramite due ingressi sormontati da splendidi timpani spezzati di elegante gusto barocco.

Vicino alla chiesa in Via Viceré Speciale è posto il portico d’ingresso che conduce al chiostro del limitrofo convento cistercense, contraddistinto da un’elegante arcata delimitata da due eleganti pilastri, recante in sommità merlature e greche in bassorilievo impreziosite con rosette floreali.

L’adiacente prospetto posto tra la Via Viceré Speciale e il Vico Castagno è di tre ordini orizzontali e presenta nove balconcini incassati nella parete con apertura rettangolare e travone di coronamento (tre per ordine) ed aperture d’ingresso nella parte superiore, con un corpo posto ad angolo col Vico Castagno avente vari rifacimenti ottocenteschi e novecenteschi (balconi e finestre ad apertura rettangolare o arcuata).

Il corpo retrostante dell’ex convento, posto in Via Ducezio posto dietro alla chiesa, si compone di un palazzo avente elementi architettonici settecenteschi e ottocenteschi, diviso in due ordini orizzontali delimitati da eleganti pilastri.

L’ordine inferiore reca al centro un portale di forma arcuata di fianco al quale vi sono tre aperture rettangolari di cui due a sinistra sovrastate da balconcini incassati nella parete, mentre quella a destra avente in sommità una finestrella semicircolare.

L’ordine superiore reca cinque balconi sorretti da sobri mensoloni squadrati con apertura rettangolare sormontata da travoni, mentre sull’estremità destra è posta una finestrella con balaustrini sormontata da un timpani semicircolare a base aperta. Il prospetto occidentale (che si affaccia dentro un cortile privato) presenta balconcini incassati nella parete. con timpani semicircolari di coronamento.

Tramite il portico adiacente alla chiesa posto in Via Viceré Speciale possiamo accedere all’ex chiostro del convento cistercense utilizzato come cortile privato, mentre l’interno del convento ospita appartamenti privati ed uffici collocati in eleganti ambienti con elementi architettonici settecenteschi e ottocenteschi che ricalcano l’interno dell’ex edificio conventuale.

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook del Seminario della Diocesi di Noto, il sito web www.diocesinoto.it e la relativa pagina facebook.

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