*Noto, Contrada Zupparda e rovine varie (Insediamenti rurali – belvedere di Noto – Impianto sportivo “Giovanni Palatucci” – Casa Rossa)

Noto

*Contrada Zupparda e rovine vari
(Insediamenti rurali – belvedere di Noto – Impianto sportivo “Giovanni Palatucci” – Casa Rossa)

Dopo aver parlato della zona iblea sud occidentale, ora passiamo a parlare di quella di più facile esplorazione dell’intero territorio ibleo netino, quella sud orientale, che è la più limitrofa al mare. La prima zona iblea di questa parte di territorio è la Contrada Zupparda detta anche “I Tri Ponti” poiché in origine vi erano tre ponti che scavalcavano il Fiume Asinaro.


La Contrada Zupparda, da cui si gode di un bel panorama della città di Noto.

Essa si raggiunge dalla SS 115 sia nel tratto Avola – Noto dalla zona di Contrada Zupparda – Faldino in cui vi è il viadotto sull’Asinaro nei pressi dell’ex bar Italia 90, sia nel tratto Noto – Rosolini dalla “Casa Rossa”, altro bar sorto accanto all’edificio che ospitava la Chiesa di campagna consacrata a “Sant’Andrea” (difatti questa zona è anche nota come “Contrada Zupparda Sant’Andrea), in entrambi i casi bisogna percorrere la S.P. 35 Traversa Zupparda che mette in comunicazione la statale per Rosolini con le provinciali 19 per Pachino e 34 per Calabernardo e Lido di Noto.

Il cuore di questa contrada è posto proprio presso la S.P. 35 che passa sotto un piccolo rilievo montano (che interessa anche l’attraversamento ferroviario delle Ferrovie per Ragusa, funzionante, e per Pachino, dimessa dagli anni 80) circondate da limoneti e oliveti rigogliosi. E proprio adiacente al passaggio a livello della ferrovia vi è l’accesso al piccolo rilievo ibleo della Zupparda, in cui, in mezzo a limoni, mandorli e olivi, sono state rinvenute delle piccole rovine archeologiche molto probabilmente appartenenti ad un insediamento agricolo di epoca medievale. Si tratta di antichi  muri a secco provvisti di abbeveratoi e mangiatoie, e di resti di terrazzamenti fortificati di forma circolare utilizzati per coltivare gli alberi in pendenza (noti come “Cuccumelli” ), di fattura molto antica. Da qui possiamo inoltre ammirare uno splendido panorama della città di Noto nella sua interezza distinguendo da lontano i principali monumenti cittadini (le chiese e i palazzi, su tutti la Cattedrale, il Santissimo Crocifisso e le loro cupole, il Santissimo Salvatore, l’Immacolata, la Torre dell’Orologio dell’Ospedale Vecchio ecc…) da ammirare sia di giorno in cui la città appare una grande distesa bianca, oppure di sera quando Noto sembra un vero e proprio Presepe tutto illuminato.

Poco più a valle, in cui scorre l’Asinaro (raggiungibile da alcune traverse interne) vi sono resti di antichi mulini ad acqua, e sempre da questo punto parte l’antica Ferrovia Noto – Pachino, la cosiddetta “Ferrovia del Vino” da cui i vini prodotti nei feudi posti tra la Piana di Noto e il Promontorio di Pachino venivano trasportati in altre parti d’Italia o di Europa.

Andando più avanti superiamo gli impianti sportivi di Noto (il cosiddetto “Polisportivo Giovanni Palatucci”) e arriviamo presso l’incrocio con la SS 115 Noto – Rosolini in cui si dice che a poca distanza vi era posta l’ex Chiesa di Sant’Andrea, chiesetta che probabilmente apparteneva ad un monastero campagna in cui i pellegrini che venivano a visitare Noto e soprattutto i luoghi di “San Corrado” sostavano, poiché era posta in quella che era una “Regia Trazzera” che collegava Noto alle zone costiere di Pachino, Avola e Siracusa (vedi link “Ex Convento di Contrada Gioi” nella pagina precedente per saperne di più). Questa chiesa è stata sconsacrata ed adibita poi a magazzino per attrezzi agricoli della sopracitata masseria. Comunque sia questa zona della Contrada Zupparda molto vicina a questo (presunto) ex convento, è nota per la presenza di un edificio di campagna noto come “A Casa Russa” che col tempo è stato adibito ad un bar per automobilisti. Da questa contrada possiamo ammirare uno dei migliori panorami sulla città di Noto collocata sul Colle Meti.


L’area di Contrada Zupparda nota come “Casa Russa”.

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