Noto, Ex Feudo Burgio

Dalla S.P. 26 Noto – Pachino ci immettiamo sulla S.P. 100 Burgio – Luparello, che passa nel mezzo dell’antico Feudo di Burgio in cui sorgeva la principale residenza della famiglia Bruno di Belmonte di Ispica, che in seguito si imparentò con i Deodato – Moncada di Noto (infatti questa zona molto limitrofa a Pachino tuttora appartiene al comune netino) avendo così un vastissimo feudo che comprendeva le Contrade Bonivini, Luparello, Bonpalazzo, Agliatro e Bommiscuro.

Questa antica tenuta che sta venendo in parte restaurata, è comporta da due edifici separati tra loro, la residenza nobiliare dei Bruno di Belmonte (in cui è posto anche un piccolo ristorante) e il cosiddetto “Palmento dei Pazzi”, chiamato così perché ospitò un manicomio per diverso tempo prima di essere abbandonato a se stesso.

La tenuta è molto grande e comprende l’elegante residenza contraddistinta da una serie di portici che conducono all’interno del “Bagghiu”, ossia il cortile su cui si affacciano l’elegante residenza, le stalle e i magazzini.

Di fronte alla tenuta vi è l’antico Palmento che, come detto prima ospitava un manicomio dimesso da tempo. Esso è formato da un portico centrale che immette all’interno dell’edificio, la cui facciata è formata da una serie di 14 finestre (7 per lato) e di 12 aperture (6 per lato) poste attorno al portico di ingresso. L’interno ospitava il più grande palmento per la produzione di vino da tavola di tutta la Val di Noto con annesse cantine per l’invecchiamento dei vini. Esso sta venendo restaurato per poter ospitare il Museo della Vitinicoltura e una scuola di arte tradizionale siciliana intitolate al reggente di questo feudo, Don Pietro Bruno di Belmonte.

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