*Noto, Contrada Falconara e Varie Rovine Archeologiche

Noto

*Contrada Falconara e Varie Rovine Archeologiche


La Contrada Falconara di Noto.

La Contrada Falconara (localmente “A Farcunara”, meno comune “A Fraccunara” ) è una nota zona agricola posta nella zona iblea sudorientale di Noto che si estende per buona parte del basso corso del Fiume Asinaro che funge da confine col territorio di Avola, solcata dalla S.P. 34 Noto – Calabernardo. La Falconara è posta si in una zona tipicamente iblea, ma sorge a irrisoria distanza dalle località balneari netine Calabernardo e Lido di Noto. La Falconara è interessata da numerose traverse che portano all’interno di questa zona, che si mettono in comunicazione con Lido di Noto (traverse a destra della S.P. 34) o col corso del Fiume Asinaro (traverse a sinistra della suddetta strada) e alterna zone provviste di folta macchia mediterranea a terreni coltivati.


La macchia mediterranea della Contrada Falconara.

I terreni della Falconara sono tuttora coltivati ad agrumi, olive, mandorle e vari alberi da frutto (gelsi e fichi), ma anticamente questa zona era piena di vigneti piuttosto rigogliosi, tant’è che un antico detto recitava “Zita bedda e vigna a Farcunara” ossia che per avere una vita felice bisognava avere una bella fidanzata e una vigna alla Falconara.


Agrumeti, oliveti e mandorleti posti presso la Contrada Falconara.

Questa contrada era posta all’interno di un antico feudo medievale appartenente agli Aragona – Pignatelli di Avola, soppresso dopo il terremoto del 1693 poiché era divenuto uno dei probabili siti in cui doveva nascere la nuova Noto assieme al Cugno Vasco e al Colle Meti, ma si optò per quest’ultima località in cui sorge tuttora la città netina. La Falconara diviene allora lottizzata tra le varie famiglie nobiliari netine che vi impiantarono delle sontuose ville barocche, tra cui la villa della Favorita appartenente prima ai Trigona poi ai Di Lorenzo, la Villa Eleonora appartenente ai Nicolaci (ora albergo – ristorante) e altre residenze nobiliari appartenenti agli Impellizzeri di San Giacomo e ai Landolina di Sant’Alfano. Ma all’interno di appezzamenti agricoli vi sono varie rovine molto probabilmente di epoca greco – romano – bizantino – medievale tra cui citiamo resti di insediamenti rurali, necropoli a fossa, mura, torri di avvistamento, resti di templi o di carraie tra cui anche la celebre “Via Elorina”, che collegava Siracusa alla zona meridionale della Sicilia comprendente la città portuale di Eloro, il comprensorio di Rosolini e il Promontorio di Pachino comprendente anche la punta di Capo Passero.


Rovine archeologiche collocate in un terreno di Contrada Falconara.

Presso la Falconara vi è anche l’iniziale tracciato dell’ex Ferrovia Noto – Pachino con ancora buona parte dei binari e una stazione abbandonata (stazione di “Falconara Iblea” così la zona era nota agli inizi del 900). Dal punto di vista paesaggistico la Falconara possiede alcune zone da cui si gode un ottimo panorama sulla costa sud orientale della Sicilia, ma anche dei circostanti rilievi iblei (Monti Iblei di Avola e della limitrofa Contrada Gioi).


Il Mare Ionio visto dalla Contrada Falconara.

Va detto infine che presso i terreni coltivati della Falconara sono presenti le cosiddette “Gebbie” (nel dialetto locale “Ghiebbi” ), grandi serbatoi circolari in cui viene posta l’acqua proveniente dal sottosuolo che viene impiagata per irrigare i campi


Gebbie collocate presso la Contrada Falconara.

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