Noto, Festa di San Corrado Confalonieri (Festa del 19 Febbraio e Festa Estiva)

Noto

Festa di San Corrado Confalonieri
(Festa del 19 Febbraio e Festa Estiva)


Raffigurazione di “San Corrado Confalonieri” tratta da un’immaginetta.

La Festa consacrata a “San Corrado Confalonieri” (semplicemente noto come “San Corrado”), Patrono e Protettore di Noto, è una delle più importanti e più fastose festività sacre della provincia aretusea”. Questa festa è una delle più ammirate del sud est siciliano per la sua ricchezza di riti sacri e di tradizioni legate al culto verso il “Santo Eremita” amato e venerato non solo dai netini, ma anche da buona parte degli abitanti della Zona Sud della Provincia di Siracusa (difatti, il culto legato a “San Corrado” è diffuso nelle limitrofe città di Avola, Rosolini, Pachino, Portopalo e Palazzolo), collocando così “San Corrado Confalonieri” come il secondo Santo più venerato in Provincia di Siracusa dopo “San Sebastiano”

Storia di “San Corrado Confalonieri”

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Corrado Confalonieri nacque a Calendasco (Provincia di Piacenza) nel 1290. Lui apparteneva ad una importante famiglia aristocratica piacentina, difatti lui essendo ricco era avvezzo a numerosi “vizi” che la povera gente non poteva permettersi, per esempio quello di andare a caccia nelle boscaglie emiliane. Proprio durante una battuta di caccia lui decise di accendere un piccolo focolaio per stanare delle lepri. Il focolaio per mezzo di un colpo di vento improvviso divenne più grosso e si sviluppò un vasto incendio che lasciò senza casa e senza sostentamento molta gente che abitava nelle vicinanze. Il giovane Corrado, per non far condannare un povero innocente ritenuto responsabile dell’incendio, confessò la sua colpa, vendette i suoi averi e si fece Monaco Francescano. Ma Corrado non si trovava a suo agio nel convento e decise di peregrinare per tutta l’Italia finché non trovava un luogo che doveva essere ideale per espiare le sue colpe.

Dopo decenni e decenni di peregrinazioni per la penisola italiana, lui scese in Sicilia a Palermo, ma”Cristo” per mezzo di una visione gli disse di andare a Noto e di non peregrinare più per l’Italia, poiché la sua meta finale sarebbe stata nell’importante città capitale del “Val di Noto”. Inizialmente Corrado si stabilì presso le montagne vicino al Feudo di Palazzolo (precisamente nella “Grotta di San Corrado” situata presso le colline intorno Palazzolo), ma alcuni pastori lo cacciarono via. Sceso a Noto,fu accolto benevolmente dai netini che fecero di tutto per farlo sentire a suo agio, ma Corrado preferiva espiare le sue colpe altrove, allora i netini a malincuore lo condussero presso la “Cava dei Pizzoni”. Ogni Venerdì Corrado scendeva prima ad Avola (Avola Antica) e a Noto per elemosinare un po’ di pane secco dalla gente. Sia ad Avola che a Noto lui era rispettato e non era inusuale che molti avolesi e netini andassero a trovarlo nella grotta in cui lui passava le giornate a pregare o semplicemente per dargli un po’ di cibo per sopravvivere. Passano gli anni e iniziano i primi miracoli; Corrado per “Intercessione di Gesù Cristo” guariva molte persone afflitte da malattie più o meno gravi tra cui molti bambini erniosi; davanti al Vescovo di Siracusa di allora avvenne il “Miracolo del Pane”, dove Corrado, dalla nuda roccia, estrasse delle pagnotte che donò all’Arcivescovo venutolo a trovare dalla città aretusea. Si dice che un giorno di Venerdì un gruppo di giovani volle metterlo alla prova; loro diedero da mangiare a lui della carne spacciandola per pesce e Corrado sapendo che lo stavano per ingannare accettò volentieri. Alla fine del pasto questi giovani gli rinfacciarono che era un falso profeta poiché aveva mangiato carne di Venerdì (a quei tempi severamente proibito dalla chiesa), ma “Corrado” mostrò a loro delle lische di pesce dicendo loro “Mi avete detto che era pesce e allora io pesce ho mangiato”. I ragazzi si misero a piangere disperatamente implorando la pietà dell’Eremita, ma Corrado non ebbe ripensamenti e li perdonò.

Pochi anni dopo Corrado sentiva che il “Signore” lo stava chiamando a se, ma lui chiese a “Dio” di pazientare ancora un po’ poiché voleva “morire pregando”. Il Venerdì 19 Febbraio 1351 a Noto e in tutte le città limitrofe suonarono improvvisamente le campane delle chiese, la gente allora si accorse che Corrado non era sceso per la questua del pane; netini e avolesi accorsero alla Cava dei Pizzoni e vi trovarono Corrado Confalonieri inginocchiato ma esanime. Ci fu una disputa tra netini e avolesi per accaparrarsi il corpo dell’Eremita; dapprima un gruppo di avolesi tentò di portarsi Corrado nella loro città, ma il corpo esanime divenne pesante per cui non era possibile sollevarlo. Provarono i netini a sollevarlo e infatti loro ci riuscirono. La “Volontà di Dio” voleva che il “Santo” (già cosi era chiamato) fosse trasportato a Noto e gli avolesi la rispettarono ed ebbero in seguito in premio anche una Reliquia del “Santo”, mentre a Calendasco e a Piacenza vennero inviate alcune reliquie tra cui una parte dell’osso del braccio sinistro. Dopo la Beatificazione il corpo di “San Corrado” fu riesumato e con grande sorpresa esso venne trovato intatto e da allora venne traslato nell’Urna Argentea che tuttora contiene le sue spoglie (scolpita dall’orafo netino Giovanni Battista Manuella). Nel 1544 fu proclamato Santo da Papa Leone X, ma gia da parecchi anni prima la sua urna mortuaria veniva portata in Processione e inoltre era già stato proclamato “Patrono e Protettore di Noto”.

[riduci]

Origini del culto a “San Corrado Confalonieri”

Durante il terremoto del 1693 che distrusse la vecchia Noto, la gente si appellò a lui per poter almeno salvare quanti più giovani e bambini. L’edificazione della Nuova Noto sul Colle Meti e la bellezza della città dovuta al suo barocco è considerato dalla maggior parte dei netini come “il più grande miracolo di San Corrado”. Le sue spoglie furono traslate nella Cattedrale di San Nicolò fino a quando la volta di essa non crollò. L’Urna di San Corrado venne posta provvisoriamente nella cappella laterale sinistra della Chiesa di San Carlo Borromeo. Il 18 Giugno 2007, con la riapertura della Cattedrale, l’Urna è tornata al proprio posto dopo 11 anni.

Ogni 15 anni o in occasioni speciali (anniversari legati a Noto o a “San Corrado” o durante i Giubilei indetti dal Vaticano) l’ultimo Sabato di Luglio l’Urna contenente le ossa di “San Corrado” viene riportata in Processione all’Eremo di San Corrado di Fuori venendo portata a spalla per un lungo tragitto che dalla Cattedrale conduce all’Eremo di San Corrado di Fuori percorrendo il Corso Vittorio Emanuele e risalendo Via Fazello fino a Via dei Mille e da qui percorrere la SS 287 Noto – Palazzolo fino alla frazione di San Corrado Fuori le Mura e da qui scendere al Santuario tramite le Vie San Corrado, Don Orione arrivando in Piazza San Corrado e infine scendendo da Via dei Miracoli per poi percorrere il lungo viale che conduce alla Chiesa dell’Eremo. L’Urna argentea viene deposta nella grotta inglobata nella chiesa in cui “San Corrado” pregava e dove venne ritrovato senza vita. L’Urna rimarrà li fino al Sabato che precede i festeggiamenti in onore di “San Corrado” venendo quindi riportata a Noto in Cattedrale sempre a spalla facendo il percorso inverso a quanto scritto prima. Da Noto però il corteo scende l’asse viario Via dei Mille – Avolio – Cavarra (fermandosi presso l’Ospedale Trigona) per poi arrivare al Belvedere San Corrado per una breve sosta, percorrendo infine il Corso Vittorio Emanuele per rientrare in Cattedrale.

Ogni 100 anni dalla sua nascita (anno 1290), le sue spoglie mortali vengono riesumate ed esposte ai fedeli. L’ultimo centenario è stato festeggiato nel 1990; il 19 Febbraio di quel’anno ci fu una lunga processione per le contrade montane dove viveva San Corrado Confalonieri. Dal 16 al 25 Agosto 1990 le sue spoglie sono state esposte al pubblico; numerosi sono stati i fedeli netini e no che hanno reso onore alle Sacre Spoglie dell’Eremita (di cui ormai rimane lo scheletro rivestito con un saio francescano). Tra altri cento anni la nuova generazione netina darà sicuramente i giusti onori al “Santo Patrono”, perché passano i Secoli, ma la fede dei netini verso il loro Santo non cesserà mai.

I riti legati alle festività estive e invernali di San Corrado Confalonieri (19 Febbraio e ultima Domenica di Agosto)


L’Arca di San Corrado posta sull’Altare Maggiore della Cattedrale di Noto.

La festa di San Corrado ricade due volte l’anno: il 19 Febbraio (giorno della sua morte) e l’ultima Domenica d’Agosto, comprese le Ottave (festeggiate otto giorni dopo la festa principale) e i giorni precedenti ai festeggiamenti che comprendono la Svelata dell’Urna (che avviene circa un mese prima dei festeggiamenti) e solenni Messe in Cattedrale e all’Eremo di San Corrado di Fuori (rispettivamente alle ore 18.00 – 19.00 per quanto riguarda la Cattedrale mentre all’Eremo si tengono di pomeriggio inoltrato).

Il giorno precedente alla festa vi sono inoltre numerosi pellegrini che raggiungono la Cattedrale dai paesi limitrofi a Noto (elencati in precedenza) dove il culto a “San Corrado” è particolarmente sentito; il bello che tutto ciò avviene a piedi (talvolta anche scalzi) di notte (usanza che viene osservata dai fedeli provenienti da Pachino che si incamminano sulla S.P 19 Noto – Pachino fino alla città netina per poi arrivare in Cattedrale). Il Pellegrinaggio termina di fronte all’Urna contenente le ossa del santo meglio nota come “A Vara i San Currau” (“La Bara di San Corrado”), posta sull’Altare Maggiore della cattedrale in occasione dei festeggiamenti.

In entrambi i casi la festa si svolge nelle stesse modalità, l’unica differenza è che la festa invernale è più calma e meno trafficata di quella estiva (a quest’ultima partecipa gente proveniente dalle città limitrofe tra tutte Avola, Pachino e Rosolini, i tanti turisti che soggiornano a Noto e soprattutto i netini che ritornano nella loro città per passare le ferie). Anticamente c’erano contrasti con l’Autorità Pubblica per quanto riguardava la corrispondenza della Festa di Febbraio con il Carnevale; difatti a Noto i festeggiamenti carnevaleschi vennero aboliti in favore della festa del “Santo Patrono” fino a quando nel 2012 anche nella città di Noto sono tornati a svolgersi manifestazioni carnascialesche (che però non intralciano i festeggiamenti in favore del “Santo Patrono”).

Per onorare degnamente il “Santo Patrono”, venne scritto un inno molto solenne le cui parole recitano così;

“O Netini sul labbro e nel cuore
di Corrado la lode risuoni
sfolgorante ed eterno splendore
e dal Cielo su noi veglierà
nei perigli nell’aspre tenzoni
nostro scudo il suo braccio sarà.

(ritornello) O Corrado la nostra esultanza
non sia spenta da affetto terreno
ma in un giorno più bello e sereno
ci sia dato poterti veder
tu seconda la nostra speranza
tu ci ottieni l’eterno goder.

Viva il Santo che acceso di zelo
ogni umana grandezza rifiuta
e la sposa la patria saluta
e qui stanco eremita sostò
gremo in terra oggi è grande nel cielo
e su Noto sue grazie versò.

(ritornello).

Viva il Santo che acceso di zelo
ogni umana grandezza rifiuta
e la sposa la patria saluta
e qui stanco eremita sostò
gremo in terra oggi è grande nel cielo
e su Noto sue grazie versò.

(ritornello).

Ecco incede nell’arca d’argento
esaltato da labbra fedeli
in ogni alma si desta il contento
d’ogni volto la gioia traspar
canti ed inni ripetono i cieli
canti ed inni la terra ed il mar.

(ritornello).

Invece una poesia dialettale dedicata al “Santo” recita queste parole;

Siciliano

“San Corrado Confalonieri
siti vinutu ri Piacenza
a casa mia nun c’atu vinutu
viniti ora e ratimi aiutu.
San Corrado di Piacenza
ratimi a saluti
e la Santa Pruvirenza”.

Italiano

“San Corrado Confalonieri
siete venuto da Piacenza
a casa mia non ci siete venuto
venite ora e datemi aiuto.
San Corrado di Piacenza
datemi la salute
e la Santa Provvidenza”.

I festeggiamenti in onore di San Corrado (19 Febbraio – ultima Domenica di Agosto)

Il Corteo della “Confraternita dei Portatori di San Corrado”

La festa vera e propria inizia con il copioso sparo di salve durante la mattinata per avvisare i netini (ma anche le città vicine) che la festa in onore del “Eremita Piacentino” è arrivata e con la recita di solenni Messe per tutta la mattinata (ore 07.00, 08.00 e 09.00) al termine delle quali vi è un corteo fino alla statua del Belvedere San Corrado in cui verranno deposti mazzi di fiori . Dopodiché, verso le 10.00 di mattina vi è la solenne Messa in cattedrale dove il Sindaco dona a “San Corrado” un cero come Voto affinché la città venga protetta (quest’usanza si tiene dagli anni della seconda guerra mondiale, dove “San Corrado”, con un ennesimo miracolo, salvò Noto dalla distruzione).

I festeggiamenti veri e propri cominciano di pomeriggio, quando la “Confraternita dei Portatori di San Corrado” parte in corteo dal Belvedere di San Corrado fino ad arrivare in Cattedrale.

La Confraternita, dopo esser entrata nel Duomo della città barocca, verso le 17.00 assisterà alla grandiosa Messa in onore del “Santo Patrono”.


La numerosa folla che raggiunge la Cattedrale per sentirsi la Messa serale in onore di “San Corrado”.

La Processione in onore di “San Corrado Confalonieri”

Dopo la Messa, alle ore 19.00 circa, i membri della “Confraternita dei Portatori di San Corrado” si sistemano presso il Presbiterio della Cattedrale e si caricano l’Urna sulle spalle all’urlo di “Viva San Currau” (“Viva San Corrado”), uscendo poi in Processione dalla Cattedrale nel rito noto come “A Sciuta i San Currau”, che consiste nel portare in Processione per il centro storico netino l’Urna (detta “Vara i San Currau” ) contenente le spoglie mortali di “San Corrado”.


L’Urna in argento che contiene il corpo di “San Corrado Confalonieri”.

Quando l’Urna uscirà dalla Cattedrale, verrà salutata dall’applauso dei fedeli, ma soprattutto sa un copioso sparo di fuochi pirotecnici (associato al lancio di fumogeni colorati e di carte colorate). Di fianco all’Urna sfilano le Confraternite ecclesiastiche della città netina (con i loro caratteristici e variopinti vestiti di tipo medievale) e soprattutto i portatori dei “Cili” (enormi e pesanti ceri votivi alla cui sommità vi è una campana a forma di fiore ricamata in pizzo colorato, che portati con non poca fatica per sciogliere un voto per grazia ricevuta) Anche i bimbi e i ragazzini portano i “Cili”, ma di dimensioni e peso nettamente inferiori a quelli dei portatori più grandi di età. Questo tipo di candele votive è utilizzato solamente a Noto in occasione della festa consacrata appunto a “San Corrado Confalonieri”.

La gente che scende dalle scalinate della Cattedrale forma un vero e proprio “fiume” che onora degnamente “San Corrado” con la loro partecipazione alla logorante Processione che durerà tutta la sera.


Le foto della “Sciuta” della Processione di San Corrado.

  Quando la “Vara” arriverà presso la Piazza del Duomo, essa sarà allineata dalle “Confraternite” ecclesiastiche netine quali; la “Confraternita dello Spirito Santo” (vestita di rosso porpora), la “Confraternita di San Giovanni Battista” (vestita di rosso scarlatto), la “Confraternita dei Cappuccinelli” (vestita di nero), la “Confraternita del Santissimo Crocifisso” (vestita di bianco), la “Confraternita di San Corrado” (vestita di verde), la “Confraternita di Sant’Antonio Abate” (vestita di azzurro), la “Confraternita femminile della Madonna Addolorata” (vestita di celeste), la “Confraternita del Terz’Ordine Francescano” (vestita col saio marrone), dai portatori dei “Cili”, e infine da numerosi devoti molti dei quali fanno “U Viaggiu scausu” (il “Viaggio scalzo”), camminando scalzi per tutta la durata della processione principalmente per penitenza o per espletare un voto di grazia ricevuta. Altissimo è anche il numero di bimbi vestiti col saio marrone, proprio come “San Corrado”.


Particolare dei “Cili” portati in processione dai loro portatori.

La Processione nel frattempo comincia a incamminarsi dal Corso Vittorio Emanuele verso la Chiesa di San Francesco all’Immacolata e alle grida di invocazione che dicono “E cu tuttu lu cori ciamamulu… Evviva San Currau”, “E tutti i netini ciamamulu… Evviva San Currau” e così via, l’urna posta su una portantina sormontata da quattro grifoni argentei, viene sollevata di forza e portata a spalla per vocazione al “Santo” nonostante la pesantezza dell’urna, che oltre alle pareti e ai grifoni di argento massiccio, contiene un’altra cassa interna che racchiude le ossa del Santo. Il tutto viene portato rigorosamente a “Spadda Nura” (“Spalla Nuda”); i portatori pur sopportando il peso della pesante urna espletano il loro voto verso il Santo trasportandolo a spalla per tutto il lungo e tortuoso tragitto della processione, che toccherà i quartieri barocchi di Noto Basso e Noto Alto.

L’Urna di “San Corrado”, cominciando dalla Chiesa di San Francesco all’Immacolata, gira per tutte le chiese del centro storico fino a quando non ritorna nella Piazza Del Duomo. La Processione, nei tratti di strada piuttosto ripidi e impervi, si fa commovente, molte persone sensibili d’animo cominciano a versare copiose lacrime mentre guardano i portatori arrancare nelle scalinate o nei dislivelli stradali (dovuti alla conformazione collinare della città) mentre invocano il “Santo”. Loro nonostante i dolori articolari, i crampi e la fatica, non si danno per vinti e continuano il loro cammino portando la pesante “Vara” sempre a “Spadda nura” (bisogna dire che vi sono molte soste tra le quali i portatori si danno il cambio fra di loro per rifiatare, ma i più imperterriti sostengono il “Santo” sulle spalle per tutta la durata della Processione proprio per la loro forte devozione).

La Processione, salendo da Via Dogali, giunge in Via Cavour e da qui si incamminerà verso il Piano Alto. Lo sforzo dei portatori, ma anche di tutti coloro che seguono la Processione verrà messo a dura prova dalle ripide strade che collegano la nobile Città Bassa al popolano Piano Alto, dove vi è la maggior concentrazione dei fedeli al “Santo Patrono”. Percorsa tutta la Via Cavour, tramite la Via Antonino Sofia si entra nel “Piano Alto” (lambendo anche il quartiere Agliastrello) percorrendo le Vie Trigona, Principe Umberto e Domenico Cirillo per poi arrivare a Piazza Mazzini in cui è collocata la Chiesa del Crocifisso.

Durante la Processione, verso la “Vara” vengono alzati numerosi bambini affinché vengano benedetti dal “Santo”; per questo la cassa argentea di “San Corrado” è anche chiamata “A Vara re Picciriddi” (“L’Urna dei Bambini”) poiché essa è ritenuta miracolosa e viene fatta toccate a molti bimbi gravemente malati. In passato espletando questo rito vi sono state eclatanti guarigioni (e in segreto ce ne sono state altre di recente). Va detto che molti fedeli spesso toccano o baciano la cassa argentea per ricevere una grazia da “San Corrado”.

Il culmine della Processione si ha quando la “Vara” arriva nel cuore pulsante del “Piano Alto”, precisamente nel sagrato della Chiesa del Crocifisso e all’interno dello stesso edificio sacro. Questa è considerata la tappa più importante del tragitto poiché qui in passato vi sono state numerose guarigioni e, nel momento in cui veniva recitata una preghiera all’indirizzo del “Santo Eremita”, arrivava quasi sempre una guarigione (perlopiù di bimbi affetti da ernia). Da qui in poi cominciano i cosiddetti “Giri re Cili”; i portatori dei “Cili” corrono attorno alla “Vara” compiendo una sorta di danza per rendere omaggio al “Santo Eremita” (questo avverrà in molti punti del centro storico).

La Processione ora girerà per buona parte del “Piano Alto” toccando i quartieri più antichi della città; la prossima meta è il quartiere noto come “Mannarazze”, dove la Cassa entrerà a rendere omaggio ai fedeli. Verranno percorse le Vie Domenico Cirillo, Piazza Crispi, Cairoli, Garibaldi, Mariannina Coffa, Buccheri, Mauceri ritornando in Via Cavour,

La Processione ora percorre un ampio tratto in discesa che va dalla Via Fabrizi alla Villa Comunale. La Processione ripercorre il Corso Vittorio Emanuele passando davanti alla Chiesa di Santa Maria Immacolata per poi ritornare preso la Piazza Duomo.

Quando la “Vara” è giunta in prossimità delle scalinate che conducono alla Cattedrale, avviene la suggestiva ed emozionante “Cursa re Cili”; l’urna viene posta nel centro della scalinata e mano a mano viene circondata dai portatori dei “Cili” che girano vorticosamente attorno ad essa intonando invocazioni a “San Corrado” facendo una sorta di danza tribale. I portatori dei pesanti ceri compiono uno sforzo immane correndo per la scalinata e nel frattempo cercando di mantenere il pesante cero immobile e dritto; ma per il loro Voto fatto a “San Corrado” farebbero questo ed altro.

Dopo la “Cursa re Cili”, i portatori si caricano la pesante Urna e percorrono il resto della scalinata di corsa riaccompagnandola così dentro la Cattedrale gridando numerose invocazioni in dialetto netino verso “San Corrado”. Entrati all’interno della Cattedrale, i portatori dei “Cili” fanno un’altra danza all’interno della Navata centrale per uno svariato numero di volte. Dopodiché i portatori della Cassa argentea, se la riprendono in spalla facendola muovere in modo ondulatorio riportandola così nella Cappella in cui è custodita. Questo insieme di riti è chiamato “Trasuta di San Currau”, cioè “Entrata di San Corrado”. Durante la festa estiva durante l’entrata si tiene uno spettacolo pirotecnico.


Lo spettacolo pirotecnico sparato al rientro della “Processione di San Corrado”

Il Lunedì di San Corrado a Lido di Noto (festa estiva)

Il Lunedì dopo l’ultima Domenica di Agosto, nella frazione balneare di Lido di Noto vengono montate tantissime bancarelle (cosa che avviene anche il 19 Febbraio, però presso la Villa Comunale), vengono organizzati numerosi spettacoli musicali chiamando artisti più o meno celebri nel panorama musicale italiano e alla fine dei festeggiamenti alle ore 24.00 viene fatto uno stupendo spettacolo pirotecnico nella frazione di Lido di Noto, per chiudere in bellezza i festeggiamenti estivi in onore del Santo.


Le bancarelle del Lunedì di San Corrado.


I fuochi d’artificio del Lunedì di San Corrado.

Ottava di San Corrado e conclusione dei festeggiamenti

Dopo otto giorni in cui presso la Cattedrale si tiene il consueto Ottavario comprendente solenni Messe alle ore 8.00 e 19.00, la prima Domenica di Settembre ricade la solenne Ottava di San Corrado che comprende varie Messe recitate alle 8.00 e alle 10.30.

Al termine della solenne Messa serale delle ore 18.00, verso le ore 19.00 comincerà la Processione dell’Ottava di San Corrado che è simile a quella descritta più sopra, però il percorso della Processione è inverso poiché percorre buona parte delle aree di Noto Bassa e dei quartieri Mannarazze e “Porta Veccia” il cui tragitto è posto presso le Vie Corso Vittorio Emanuele, Gioberti, Pietro Micca (con sosta presso la Chiesa di Sant’Andrea), Tafaro, Angelo Cavarra, Belvedere San Corrado, Via Pola, Piazza Pantheon, Viale Principe di Piemonte, Maiore, Nicolò Mandalà, Roma, Salvatore La Rosa (e sosta presso la Chiesa di Santa Maria della Rotonda), Piazza d’Ercole e nuovamente Corso Vittorio Emanuele fino all’ingresso in Cattedrale che avverrà tra la danza dei “Cili” e un piccolo spettacolo pirotecnico. Al rientro in chiesa i portatori baciano appassionatamente la cassa argentea per salutare così il loro “Santo Patrono”. Così la nicchia della Cappella in cui è posta la “Cassa di San Corrado” verrà chiuso e l’appuntamento tra i fedeli netini e “San Corrado Confalonieri” verrà rimandato alla prossima festività in suo onore.

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