*Noto, Contrada Fiumara e Rovine Archeologiche

La Contrada Fiumara (localmente nota come “A Ciumara”) è posta in una piccola pianura alluvionale percorsa dal medio corso del Fiume Asinaro che da qui si immette nella piccola Cava Tortorone. Questa zona è raggiungibile dalla S.P. 64 Noto – Fiumara andando in direzione degli Agriturismi Valle degli Dei, Giardini di Noto, Fiumara e Timpa del Sole.

Questa era l’antica terra di lavoro medievale dei contadini dell’antica Noto che qui praticavano l’agricoltura, ma qui vi era anche l’antica trazzera che collegava Noto ai centri costieri di Siracusa, Marina di Avola, alla zona meridionale dell’attuale provincia siracusana e alle città di Spaccaforno (Ispica), Modica e Ragusa, in parte inglobata presso la Provinciale che percorreremo per raggiungere la Fiumara; difatti alla fine della Provinciale vi è il sentiero che conduce alla zona bassa del sito archeologico di Noto Antica (quello della “Porta della Marina”).

Dopo aver oltrepassato lo sbocco della Cava Coffitella e l’antico sentiero che conduce a Lenzavacche (San Corrado di Fuori) delimitato da un’Edicola Votiva, si entra in una grande pianura coperta da vasti agrumeti tagliata in due dall’Asinaro. Qui oltrepassiamo il piccolo ponte sul Torrente Santa Chiara (posto nei pressi dell’Agriturismo Valle degli Dei) che, poco più in la confluisce nell’Asinaro. In questo punto possiamo ammirare in lontananza i rilievi iblei di Lenzavacche e di Cugno San Giovannello, mentre a sinistra vi è una grande masseria semi abbandonata.

Oltrepassati anche gli Agriturismi Giardini di Noto e Fiumara ci addentriamo sempre più nel cuore della contrada, che comincia ad essere più “iblea” oltrepassando il ponte sul Torrente Piraro (anch’esso affluente del Fiume Asinaro) e l’ingresso all’Agriturismo Timpa del Sole, presso cui è posta la trazzera che conduce al Cugno Vasco, rilievo posto accanto al Monte Alveria, in cui sorgono le rovine dell’antica Noto.

Un vecchio cartello arrugginito ci segnala che la strada si fa sempre più stretta e dissestata poiché andando sempre più avanti oltrepasserà il letto dell’Asinaro tramite un ponte (che ormai è calato sul fondo del fiume ma ancora percorribile, perlomeno in estate quando il fiume è più secco o con modesta portata idrica). Qui, dopo aver percorso un bel pezzo di strada in mezzo a carrubi, olivi e mandorleti, arriviamo nel fondo della Valle del Durbo proprio nel tratto bagnato dalla “Fiumara” ai piedi del Monte Alveria che possiamo notare poiché sorge nel mezzo della cava (possiamo notare anche l’Eremo di Santa Maria della Provvidenza posto sul costone montano meridionale del Monte Alveria). Da qui la strada diventa sterrata (e quindi non si può proseguire con normai automobili o ciclomotori, ma con fuoristrada, cross o mountain bike) e ripassa di nuovo dentro al Fiume Asinaro nel punto in cui si incrociano cinque cave, la Valle del Durbo (che abbiamo percorso finora), e da ovest verso est le Cave San Giuseppe, San Calogero, Carosello e Salitello, le ultime due poste ai piedi del Monte Alveria.

Andando più avanti comincia la salita verso Noto Antica formata da tortuosi tornanti in cui cominciamo a notare già da subito rovine di epoca medioevale appartenenti al sito archeologico di Noto Antica (rovine da studiare anche se apparterrebbero ad abitazioni rurali e soprattutto alla cinta muraria dell’antica città netina) ma non dovrebbero mancare neanche le rovine di epoca sicula – bizantina come Necropoli rupestri e Oratori Rupestri arroccate in questi costoni montani in attesa di essere esplorate e rese fruibili ai turisti.

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