*Noto, Monte Tre Maiali e Valle del basso corso del Fiume Tellaro

Ripercorrendo la S.P. 31 ritorniamo sulla SS 115 Noto – Rosolini, andando verso Noto giriamo per la prima traversa alla nostra sinistra, che conduce sul Monte Tre Maiali, sotto cui scorre una piccola fiumara che si immette presso il Fiume Tellaro.

Questo piccolo rilievo ibleo chiamato così per la sua conformazione montana (simile al dorso di tre maiali) è anch’esso pieno di terrazzamenti coltivati, ma le sue pareti montane nasconderebbero ancora rovine archeologiche come insediamenti e necropoli rupestri. Ma si sa che questo rilievo montuoso è stato molto popoloso durante il periodo medievale poiché era una delle zone agricole più importanti della Noto medievale, e lo è tuttora per la nuova città costruita sul Colle Meti.

A sinistra del Monte Tre Maiali vi è il piccolo vallone che in realtà è una fiumara asciutta durante i periodi caldi ma che si riempie di acqua durante le piogge. Ma la zona idrica più importante è la cosiddetta Valle del Tellaro, posta tra i piedi del Monte Tre Maiali e i rilievi di Contrada Gisira Grande e del Pirainito (importante zona iblea della provincia siracusana ubicata in territorio di Rosolini) e raggiungibile dalle S.P. 18 Noto – Giarratana e 17 Favarotta – Ritillini che conduce in territorio ragusano presso la zona vecchia di Modica e a Frigintini (frazione montana del comune modicano).

Presso il basso corso del Tellaro vi sono numerose opere di canalizzazione come “Saie”, grandi canali utilizzati per irrigare i campi (la più importante di essa è la “Saia Randeci”) nonché mulini e masserie che usufruivano delle acque di questo importante fiume.

Sia il Monte Tre Maiali che la Valle del Tellaro sono molto importanti dal punto di vista naturalistico per via della macchia mediterranea e degli ambienti acquatici ancora incontaminati e ricchi di numerosa fauna locale. Inoltre dal Monte Tre Maiali possiamo godere di uno splendido panorama sulla zona meridionale del territorio ibleo di Noto, su quello di Rosolini ed Ispica e su gran parte della punta meridionale della Sicilia in particolare del Promontorio di Pachino e di Capo Passero.

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