Noto, Palazzo Ducezio (Municipio di Noto)

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Noto

Palazzo Ducezio
(Municipio di Noto e “Sala degli Specchi”)


Il Palazzo Ducezio, uno dei più importanti edifici storici di Noto.

Il Palazzo Ducezio, chiamato così in onore dell’omonimo guerriero e sovrano siculo, presunto fondatore dell’antica “Neas” (città da cui si sarebbe originata l’odierna Noto).

Questo edificio divenuto nel 2002 “Patrimonio dell’Umanità” Unesco nell’ambito delle “Città Barocche del Val di Noto”, è l’esempio di come il barocco netino non riguardi solo chiese, conventi e palazzi nobiliari.

Difatti questa era ed è tuttora la sede del Municipio della città netina, carica che mantiene sin dalla fondazione della nuova città netina eretta sul Colle Meti in sostituzione del “Palazzo Senatorio” dell’antica Noto sul Monte Alveria, crollato in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Il Palazzo Ducezio è collocato quindi in Piazza Duomo proprio di fronte alla Cattedrale netina, collocato anch’esso su una scenografica scalinata proprio come l’attigua chiesa.

Il palazzo amministrativo fu progettato da Vincenzo Sinatra nel 1746, ma venne portato a compimento solo nel 1830 prevedendo la presenza del solo ordine inferiore.

Negli anni 1930 venne eretto l’ordine superiore in stile liberty tendente al barocco, progettato dall’architetto trapanese Francesco La Grassa.


L’imponente prospetto del Palazzo Ducezio, Municipio di Noto.

La parte inferiore della facciata dell’edificio pubblico è caratterizzata da venti arcate semplici; le prime dodici si affacciano sulla piazza, le altre otto sono poste sulle pareti laterali. Tutte le arcate sostenute da pilastri i cui capitelli riccamente scolpiti presentano motivi floreali molto somiglianti alle tipiche decorazioni in stile corinzio.

La parte superiore è formata da tredici finestroni; i primi nove si affacciano sulla piazza e gli altri quattro sulle pareti laterali del palazzo. Sono tutti sormontati da arcate in pietra di forma triangolare.

Bisogna notare che la parte superiore ed inferiore della facciata e della scalinata del Palazzo Ducezio, possiedono un’elegante forma semicircolare convessa verso l’esterno arricchita da balaustrini di cui quelli posti nell’ordine superiore arricchiti da pinnacoli di coronamento.

Nei pressi del portale d’ingresso è posta la targa in pietra che attesta l’appartenenza di Noto ai “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco assieme alle principali città barocche poste in quella che fu l’area nota come “Val di Noto” (tra cui vi è anche la vicina cittadina iblea di Palazzolo Acreide), oltre ad altre due targhe in memoria dell’architetto netino Matteo Carnilivari vissuto in epoca rinascimentale, e del militare netino Luigi Ignazio Adorno deceduto durante la II guerra mondiale.


La facciata principale del Palazzo Ducezio.


La targa dell’Unesco posta all’ingresso del Palazzo Ducezio.


Le targhe in onore di Matteo Carnilivari e di Luigi Ignazio Adorno.

Il retro del palazzo che si affaccia tra la la Via Silvio Spaventa e la Piazza Municipio, ha subito dei rifacimenti assumendo uno stile architettonico tendente al tardo neoclassico.

Esso presenta tre ordini orizzontali contraddistinti da aperture d’ingresso collocate nel corpo bugnato posto nell’ordine inferiore, mentre in quelli superiori vi sono ampie finestre (alcune di esse decorate da timpani triangolari).

Qui vi è un piccolo terrazzino posto davanti al barocco Palazzo Rau della Ferla posto in maniera sopraelevato sulla limitrofa Via Silvio Spaventa (raggiungibile da scalinate poste ai vertici della Piazza Municipio), delimitato da un’inferriata.


Il retro del Palazzo Ducezio, fotografato dalla Piazza Municipio.

L’interno è caratterizzato da eleganti stanze di cui quella più importante è la stupenda “Sala degli Specchi”, ossia di un salone di forma ovoidale dove si tengono tuttora le riunioni della giunta comunale di Noto.

Questa grande sala è completamente decorata da stucchi murali ed è arredata con mobili antichi in stile “Luigi XV” scolpiti dall’avolese Sebastiano Dugo, mentre sulla volta possiamo ammirare il pregevole affresco neoclassico del pittore netino Antonio Mazza raffigurante “La Fondazione di Neas” da parte del mitico condottiero siculo Ducezio, incorniciato da pregevoli decorazioni eseguite dal pittore palermitano Salvatore Gregorietti nel 1932.

Ai quattro lati della stanza vi sono piccole targhe ovali dove sono riportate delle dichiarazioni fatte da personaggi illustri vissuti in epoche diverse, atte a glorificare la “Magnificenza di Noto e dei netini in particolare”.

Nel primo ovale vi sono trascritti alcuni versi del poeta Diodoro Siculo (riferiti all’età greca); nel secondo vi sono trascritti alcuni passi di Cicerone (riferiti all’età romana), nel terzo vi sono stati trascritti alcuni passi di un’onorificenza data alla città da Ferdinando il Cattolico (età rinascimentale), e infine nell’ultimo ovale vi è stato trascritto un telegramma di Garibaldi, con cui ringraziava i patrioti netini per il loro appoggio durante la Spedizione dei Mille (età risorgimentale).

Bisogna sapere infine che per visitare la Sala degli Specchi, bisogna munirsi del biglietto d’ingresso il cui costo è 2 euro e che l’orario di visita comprende le fasce orarie 08.00 – 14.00 (mattina) e 16.00 – 20.00 (pomeriggio), per saperne di più clicca qui.

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