Noto, Palazzo Landolina di Sant’Alfano

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Noto

Palazzo Landolina di Sant’Alfano
(Museo Diocesano)


Il Palazzo Landolina dei Marchesi di Sant’Alfano.

L’elegante e grande Palazzo Landolina di Sant’Alfano è posto a sinistra della Cattedrale di San Corrado presso l’area occidentale della Piazza Duomo nota appunto come “Piazza Landolina”.

Si tratta di uno dei più grandi ed importanti edifici nobiliari della città di Noto facente parte dal 2002 della lista dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” Unesco nell’ambito delle “Città Barocche del Val di Noto”.

Esso era di proprietà della famiglia Landolina, delle più importanti e potenti famiglie nobili netine il cui capostipite era il cavaliere “Ruggero Landolina”, colui che portò nell’antica Noto il venerato “Crocifisso” e la “Spina di Cristo” portata in Processione durante il Venerdì Santo (entrambi posti presso l’odierna Chiesa del Santissimo Crocifisso di Noto Alta).

I membri di questa famiglia acquisirono vari feudi presso l’attuale territorio comunale di Noto, tra cui quelli di Belludia (posto lungo le sponde del Fiume Tellaro) e di Sant’Alfano (località iblea posta a nord di Canicattini Bagni).

Proprio quest’ultimo feudo fu quello più importante della famiglia, il cui membro Giuseppe Landolina ne divenne “Marchese” il 24 Giugno 1800.

La famiglia proprietaria di questo edificio discende dai Landolina di Belludia presenti presso l’antica Noto, il cui capostipite “Landolo” (da cui deriva il cognome) discenderebbe dal conte alsaziano “Guntram il Ricco” (ritenuto il capostipite della famiglia nobile Asburgo).

Il primo esponente della famiglia a scendere nel Val di Noto intorno all’anno 1091 al seguito di Ruggero II d’Altavilla fu Rolando Landolina, che divenne primo “Barone di Avola”.

Egli fu il capostipite dei “Landolina di Noto”, che fu una delle più importanti famiglie nobiliari siciliane avente vari rami in varie città dell’isola (di cui la limitrofa Siracusa), che si prese cura della Chiesa del Santissimo Crocifisso dell’antica città netina portando al suo interno il venerato “Crocifisso di Noto”, la “Spina di Cristo” e il frammento della “Vera Croce” che venivano venerati al suo interno (e successivamente collocati nell’odierna Chiesa del Santissimo Crocifisso di Noto Alta), possedendo numerosi feudi di cui quelli di Belludia (contrada posta a sud di Noto presso la Valle del Fiume Tellaro) e quello appena citato di Sant’Alfano.

Questa famiglia fu quella che per prima aveva introdotto lo stile “barocco” in territorio netino, difatti il loro antico palazzo posto presso l’antica città netina sul Monte Alveria che oggi è ormai ridotto ad un cumulo di rovine in quanto crollato durante il sisma dell’11 Gennaio 1693, era in stile barocco seicentesco ed era ubicato a poca distanza dalla “Piazza Maggiore” della non più esistente città capoluogo del Val di Noto”.

Il nuovo palazzo nobiliare venne fatto erigere nel 1730 in base al progetto dell’architetto netino Vincenzo Sinatra per volere del Marchese Francesco Landolina di Sant’Alfano come propria residenza, presso la piazza principale della nuova città barocca di Noto (ossia l’odierna Piazza Duomo).

Questo palazzo, che appartenne al marchese Pietro Landolina (allora “intendente” dell’allora “Provincia di Noto”) tra il 1838 e il 1844 ospitò il Re Ferdinando II di Borbone e la Regina Maria Teresa d’Austria (sovrani del Regno delle Due Sicilie) durante le loro visite a Noto.

A memoria di ciò venne posta una statua raffigurante il sovrano (opera dello scultore napoletano Tito Angelini) presso la sottostante “Piazza Landolina”, che però venne rimossa dopo l’Unità d’Italia del 1861 e sostituita nel 1922 dal Monumento ai Caduti della I guerra mondiale.

Nel secondo dopoguerra venne donato dall’ultimo Marchese di Sant’Alfano alla Diocesi di Noto che al suo interno ha collocato buona parte del Museo Diocesano, mentre l’altra metà dell’edificio è divenuta sede di un lussuoso albergo.

Passiamo alla descrizione dell’edificio.

La facciata del palazzo si distingue per la sua elegante sobrietà; essa si divide in tre ordini orizzontali solcati da sei coppie di pilastri coronati da pregevoli capitelli corinzi.

L’ordine inferiore reca al centro il portale arcuato d’ingresso, affiancato da quattro finestre rettangolari (due per lato) sormontate da travoni lisci.

L’ordine centrale è posto su di una trabeazione merlata, ed è caratterizzato da una balconata su cui sono poste sei aperture rettangolari, affiancate da pilastrini che sorreggono i travoni lisci di coronamento.

Un’altra trabeazione merlata sorregge il terzo ordine dell’edificio caratterizzato da sei finestre rettangolari.

Il frontone di coronamento del palazzo reca una stele raffigurante lo stemma della famiglia Landolina, affiancata da inferriate in ferro battuto rette da piedistalli posti in prossimità dei sottostanti pilastri coronati da coppe di pietra.


L’elegante facciata del Palazzo Landolina di Sant’Alfano.


La facciata del palazzo fotografata di notte.

L’ala sinistra del Palazzo Landolina di Sant’Alfano è suddivisa in due ordini orizzontali solcati da tre pilastri.

L’ordine inferiore reca due finestre rettangolari sormontate da travoni, uguali alle aperture degli altrettanti balconi posti sull’ordine inferiore.

Il travone di coronamento reca tre coppe di pietra poste in prossimità dei sottostanti pilastri.


L’ala sinistra del palazzo.

Il prospetto laterale di Via Rinaldo Montuoro è molto più sobrio, essendo caratterizzato da semplici aperture d’accesso di forma rettangolare, e da balconcini ad apertura rettangolare racchiusi da inferriate bombate in ferro battuto.

All’interno vi troviamo una bella scala trionfale abbellita da statue in marmo che conduce al “piano nobile” del palazzo posto sul piano superiore, mentre in quello inferiore vi sono i locali in cui dimorava la servitù, le stalle e i magazzini dell’edificio.

Il salone principale del palazzo, posto presso il “piano nobile” è caratterizzato da stupende pareti dorate e da bellissime tele settecentesche e ottocentesche, a cui si aggiungono altre eleganti stanze con elementi architettonici e decorativi composti da stucchi policromi, affreschi e fregi in bassorilievo.

Molte di queste stanze si affacciano presso l’interessante cortile interno del palazzo presso il quale si affacciano eleganti finestre arcuate, che comprende un’elegante fontana interna.

Gran parte di quest’ala del palazzo è divenuta sede di un lussuoso albergo (per saperne di più visita il sito web landolina-palace.noto.hotels-sicily.net).

Oggigiorno alcuni locali del Palazzo Landolina – Sant’Alfano sono stati adibiti per ospitare il Museo Diocesano, per informazioni su questo Museo visitate i siti web www.diocesinoto.it e www.museodiocesanonoto.it.

Presso la limitrofa Via Rinaldo Montuoro, all’interno di una piccola ala laterale del palazzo, è posta la sede dell’associazione “Società Fedeli Portatori di San Corrado”, per saperne di più visita il relativo profilo facebook.

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