*Noto, Piana di Noto e Saie (Piana di Noto – Torrenti San Nicola, Calcicera, Maccari – Saie Randeci, Scirbia, Baroni)

Lungo la S.P. 19 Noto – Pachino costeggiamo la zona pianeggiante del territorio netino di chiara matrice iblea, la vasta Piana di Noto. Essa è una pianura alluvionale che va a congiungersi con la Piana di Pachino ed è anche la più vasta zona pianeggiante della Provincia di Siracusa circondata a nord e ad ovest dai Monti Iblei, e a sud dai brevi rilievi del Promontorio di Pachino.

Questa pianura si sarebbe originata dal prosciugamento di quest’area occupata dal Mare Ionio che, ritirandosi più a valle sia per l’innalzamento del territorio grazie terremoti e eruzioni vulcaniche, sia per la formazione dei Monti Iblei, avrebbe formato una vasta pianura molto fertile che ancora oggi viene abbondantemente coltivata, difatti vi troviamo agrumeti, frutteti e piantagioni di cereali e di varie colture ortive, anche se la viticoltura e la serricoltura sono molto sviluppate in quest’area, specie ai confini con i territori di Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini. La Piana di Noto è intervallata da diversi poggi o “Cozzi” che formano brevi rilievi collinari anch’essi coltivati, per poi affacciarsi presso il Mare Ionio con vaste spiaggie intervallate da scogliere, presso cui sorgono anche i Pantani di Vendicari.

La fertilità della piana è data anche dalla ricchezza di acque di scorrimento data innanzitutto dalla presenza del Fiume Tellaro, dai Torrenti San Nicola, Calcicera, Maccarie da numerosi canali irrigui, tra i cui vanno citati le “Saie” Randeci, Scirbia e Baroni.

Questi ampi canali posizionati rispettivamente presso il Fiume Tellaro e i terreni limitrofi ai Pantani di Vendicari contribuiscono tuttora a svolgere la funzione di drenaggio del terreni, ma alimentano anche la falda acquifera sottostante facendo si che l’intera piana sia fertile e perennemente coltivata, anche grazie al clima di questa zona di Sicilia. E proprio per questo nella Piana di Noto sono sorti numerosi “Feudi” appartenenti a famiglie nobili di Noto e Pachino in cui veniva praticata la molitura di olive, cereali ma soprattutto di uva da vino, e infatti questa è una delle zone vitivinicole più ricche d’Italia per la presenza di colture vitivinicole (le uve da cui si ricavano i vini Nero d’Avola, Eloro e i Moscati di Noto e Siracusa) che tuttora rappresentano una vera fonte di ricchezza per i territori limitrofi. Non è indifferente la presenza di serre all’interno dei terreni di questi antichi Feudi in cui vengono coltivate numerosi ortaggi, tra i quali va citato il Pomodoro Ciliegino.

Non sono indifferenti le rovine archeologiche, tra le quali va citata doverosamente la presenza della Villa Romana del Tellaro, uno dei siti archeologici più importanti della Sicilia.