*Noto, Sant’Alfano; Necropoli Neolitico – Castellucciana di Cugno Case Vecchie

A sinistra della S.P. 86 che collega Canicattini Bagni alla Contrada Bibbia (posta in territorio di Palazzolo Acreide) e con la SS 124 Palazzolo – Floridia – Siracusa, vi è posto all’inizio della contrada ex Feudo dei Landolina di Sant’Alfano il rilievo montuoso noto come Cugno Case Vecchie in cui è collocata l’omonima Necropoli rupestre, posta nei pressi di un villaggio di epoca neolitica sorto durante la cosiddettà “Età del Castelluccio” (riconducibile all’omonima civiltà originatasi dall’omonima contrada posta sempre nel territorio di Noto, distante circa un paio di chilometri dall’abitato canicattinese ma sempre in territorio netino).


Una tomba rupestre facente parte della Necropoli di Cugno Case Vecchie.

La Necropoli di Case Vecchie si trova alla confluenza tra le Cave Sant’Alfano, dell’Acqua e Cardinale nella zona chiamata “Cugno delle Vacche” immediatamente ad ovest di Canicattini Bagni (raggiungibile dalla traversa a sinistra della S.P. 86 prima del Ponte di Sant’Alfano) e per questo si presenta dislocata in tre cavità iblee diverse. Questa Necropoli (la più grande ed articolata del territorio netino) è un’interessantissimo cimitero rupestre sapientemente scavato nella parete iblea. Essa si presenta composto da quattro grotte monumentali la cui nicchia è inquadrata da dei pilastri scavati nella roccia che formano un loggiato prima del loculo sepolcrario (prima tomba) oppure incavati nelle pareti calcaree (seconda e terza tomba poste presso la Cava di Sant’Alfano e quarta tomba poste presso la confluenza con la Cava dell’Acqua, vedi il link sulla Cava Cardinale nella pagina principale del territorio ibleo netino per saperne di più). All’interno delle tre tombe vi sono numerose nicchie scavate nella friabile roccia calcarea dentro le quali venivano posti i cadaveri. All’interno di queste nicchie vi sono stati ritrovati interessanti reperti risalenti al periodo neolitico – castellucciana (vasellame, otri, ciotole e punte di freccia in pietra ed osso).

Oltre a queste tombe monumentali, molto probabilmente appartenute a “nobili” (questo tipo di tombe infatti viene chiamato “Tomba del Principe” ed è presente in tutte le necropoli di epoca castellucciana) vi sono anche altre tombe rupestri però “a forno” tipo quelle poste a Pantalica, e nei siti delle vecchie città di Noto ed Avola, molto probabilmente di epoca sicula (di poco posteriore a quella neolitico – castellucciana).

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