Pachino, Pasqua Pachinese

La Pasqua Pachinese consacrata alla “Passione, morte e resurrezione di Cristo” (per saperne di più clicca qui) è una delle feste religiosi più importanti della cittadina agricola pachinese. Questa solennità ricadente nel periodo della Settimana Santaè ricca di forti tradizioni sacre e folcloristiche che la rendono nota come la “Pasqua più a sud d’Italia” (assieme a quella di Portopalo), vista la posizione geografica della cittadina pachinese, ma anche come una delle più belle festività pasquali dell’intera provincia aretusea assieme a quelle festeggiate nelle città limitrofe (specie quelle di Noto, Rosolini, Avola e ovviamente Portopalo di Capo Passero).

La Domenica delle Palme e l’inizio del riti pasquali pachinesi

Le celebrazioni pasquali iniziano ufficialmente nella mattina della “Domenica della Palme”, in cui verdo le ore 10.00 si svolgono processioni cittadine organizzate dai gruppi scout locali e dalle azioni cattoliche, in cui partecipanti recano in mano rametti di palma e di olivo per commemorare “L’Entrata di Cristo a Gerusalemme”. La Processione terminerà verso le 11.00 presso la Piazza Vittorio Emanuele con la solenne benedizione dei rametti di olivo e palma a cui seguirà una solenne Celebrazione Eucaristica in Chiesa Madre, con cui si commemorano “Le ultime ore di vita di Cristo”. Di sera verso le ore 18.00 verranno celebrate le Messe serali nelle chiese pachinesi con cui termina la solennità della Domenica delle Palme.

L’inizio della Settimana Santa

Il giorno dopo (“Lunedì Santo”) si entra così nella “Simana Santa” (“Settimana Santa”); dal Lunedì al Mercoledì la gente ne approfitta per confessarsi e “Pulire l’anima dai peccati” in occasione della Pasqua; nelle varie parrocchie si svolgono “Via Crucis” private e Cenacoli di Preghiera. Una vecchia poesia pachinese chiamata “A Simana Santa” (comune ad altre recitate in Provincia di Siracusa) commemora la “Settimana Santa” con questi versi.

Siciliano

“Lu Lunniri si cianci pi tutta la simana
lu Martiri accumenzunu li lutti
lu Mercuri si fa la Quarantana
Joviri si firrianu li Sipulcri
lu Venniri ri lignu la campana
lu Sabbatu Maria ni ciama a tutti
Ruminica **Gesuzzu n’Celu p’acciana
pi sarvarni re peni e ri li curpi”.

Italiano

“Dal Lunedì si piange per tutta la settimana
il Martedì incominciano i lutti
il Mercoledì si fa la *Quarantana
Giovedì si visitano i Sepolcri
il Venedrì di legno è la campana
il sabato Maria chiama a tutti noi
Domenica Gesù in cielo sale
per salvarci dalle pene e dalle colpe”.

Il Mercoledì nelle chiese di Pachino vengono preparati i “Sepolcri”; composizioni allegoriche (per la maggior parte infiorate) che ricordano l’ “Ultima Cena di Gesù Cristo”, dove nacque il rito dell’ “Eucarestia” con il quale verranno perdonati tutti i peccati terreni. Attorno ai “Sepolcri” vi sono i “Lavurieddi” (o “Lauri”) che sono composizioni fatte con germogli di grano di color bianco, colorazione assunta dalle piantine poiché esse vengono fatte crescere in assenza di luce solare; queste originali composizioni rappresentano “La sconfitta della Morte da parte di Gesù Risorto”. In questi giorni si tiene anche il toccante rito della “Via Crucis Vivente” che prevede una commovente rappresentazione scenica della “Passione e Morte di Cristo” che si svolge per le vie di Pachino.

Il “Giovedì Santo”; “U Giru re Sepulcri”

Il “Giovedì Santo” durante la Messa serale si svolge di sera la cosiddetta “Lavata dei Piedi” (atto con il quale Gesù con grande umiltà si metteva al servizio del prossimo). Dopo la Messa, attorno ai “Sepolcri”, vi si svolgono veglie di preghiera per ricordare “L’Ultima Cena” di Gesù. Nel frattempo molti pachinesi visitano le chiese per ammirarne i “Sepolcri” compiendo così per tutta la serata il cosiddetto “Giru re Sepulcri” per le chiese pachinesi, mentre i gruppi ecclesiastici celebrano “L’Ultima Cena”, L”Agonia di Cristo nell?Orto degli Ulivi”, “Il Tradimento di Giuda” e la “Cattura di Cristo” con solenni veglie cantate. Nel frattempo “S’attaccanu li campani” e al loro posto vengono suonate per tutto il “Venerdì Santo” le cosiddette “Troccule” o “Battole” chiamate popolanamente “Tric – Trac” (parola onomatopeica data a questa specie di cimbali lignei per via del loro rumore cupo).

Il “Venerdì Santo”; “La Tromba”, “I Misteri” e “U Lamientu”

Nella notte tra il “Giovedì Santo” e la mattina del “Venerdì Santo”, la cittadinanza pachinese viene svegliata dallo scrosciante rullio di tamburi e dal grave suono della “Tromba”, che viene suonata per avvisare simbolicamente la gente della “Cattura e Condanna di Gesù a Morte”.

Dopo questa toccante processione notturna, per l’intera giornata la cittadinanza pachinese (specie gli anziani e tutti coloro sono radicati alle tradizioni popolari) digiuna compiendo il cosiddetto “Trapassu”; mentre è ancora usanza recitare i “Misteri Dolorosi del Santo Rosario” alle ore 15.00 pomeriggio (ora un cui morì “Gesù Cristo”).

Alle 16.00, presso la Chiesa Madre si svolge la “Liturgia dell’Adorazione della Croce”, dove viene letta per intero dal Vangelo “La Passione di Gesù Cristo” e commemorate così le strazianti pene che patì “Cristo inchiodato sulla Croce”. Al termine della funzione vi è la deposizione di “Cristo” nel “Cataliettu” o “Vara”.

Dopodiché verso le ore 20.00 partirà la “Processione dei Misteri”; prima uscirà il Simulacro dell’ “Ecce Homo”. Il busto raffigurante il “Cristo alla Colonna” viene messo su un monumentale Fercolo avente il baldacchino chiuso da un vetro e fatto uscire dalla Chiesa Madre del Santissimo Crocifisso (portato dai fedeli della Chiesa Madre). Dopodiché uscirà “U Cataliettu”, ossia il Fercolo contenente il “Cristo Morto” (portato dai muratori). Infine uscirà il Simulacro della “Madonna Addolorata”, che seguirà il “Figlio Morto” per le vie della città pachinese (portato dalle “Figlie dell’Addolorata”).

I pachinesi, non appena vedono la statua che raffigura l’ “Ecce Homo”, la salutano con applausi accorati e con segni di “Croce”, poiché è considerato come “Il Protettore di Pachino”; ma vi è anche una fervente devozione verso il “Cristo Morto” e per la “Madonna Addolorata”. Molta gente sensibile, nel vedere questi tre Simulacri, non può far altro che commuoversi.

I fedeli che seguiranno questa Processione sono tantissimi, visto che provengono oltre che da Pachino, anche dalla vicina Marzamemi e talvolta anche da Portopalo di Capo Passero.

La Processione diviene man mano più toccante poiché vi la recita di numerose poesie, preghiere e canzoni dialettali ispirate alla “Morte di Cristo”, tra cui vi è il cosiddetto “Lamientu”, una serie di nenie funebri recitate in dialetto pachinese che descrivono musicalmente la “Passione e Morte di Cristo” mediante un canto che simula urla piuttosto strazianti che mette i brividi a chi non lo ha mai sentito. Uno di questi “Lamient” dice;

Siciliano

“Spinciu l’uocci e taliu supra nu munti
e visti a Cristu a la Cruci tinnenti
na li manuzzi avia ru’ ciova spunti
‘ncurunatu era ri spini pungenti
lu veru sangu suratu a la frunti
‘ccu lati aperi e ciumi correnti.
O piccaturi comu ci la spunti
lu cori l’hai ri petra e n’ti ni pienti!!!
Cianciemu cu lu cuori e cu la menti
a ‘ddu povuru Cristu ‘Nniputenti “.

Italiano

“Sposto gli occhi e guardo sopra un monte
e guardai a Cristo appeso sulla Croce
nelle mani aveva due chiodi pungenti
incoronato era di spine pungenti
il vero sangue sudato sulla fronte
che colava di lato come un fiume corrente.
O peccatore che scusa hai ora
il cuore ce l’hai di pietra e non te ne penti!!!
Piangiamo con il cuore e con la mente
al povero Cristo Onnipotente”.

La Processione girerà per la città fino a tarda notte, accompagnata da una folla di giovani e no che si fa sempre crescente, che dà così onore al “Cristo Morto” e alla “Madonna Addolorata”.

Dopo un lungo giro, la Processione rientra in Chiesa Madre salutata dagli scroscianti applausi della gente. Quando i tre Simulaci rientrano in Chiesa, avviene la “Deposizione di Gesù nel Sepolcro”, un rito molto commovente con cui la statua del “Cristo Morto” viene tolta dal “Cataliettu”, posta in un lenzuolo e conservata fino al prossimo “Venerdì Santo”.

Il “Sabato Santo”; “A Risuscita”

La giornata del “Sabato Santo” appare tranquilla, la gente di Pachino non fa altro che andare presso le bancarelle poste presso la Piazza Vittorio Emanuele oppure pensa già a celebrare i solenni festeggiamenti del giorno successivo, fino a quando a serata inoltrata verso le ore 22.00 vi è nelle chiese la cosiddetta “Risuscita”, ossia la cerimonia con cui si commemora la “Resurrezione di Cristo”.

La notte del “Sabato Santo” in tutte le chiese di Pachino (specialmente nella Chiesa Madre) viene celebrata la “Messa di Resurrezione” per celebrare “Il Ritorno di Cristo vincitore della Morte”; dopo il “Gloria” apparirà così il “Cristo Risorto” dalla morte e al grido di “Crisci Ranni!!!” tutti i bimbi neonati vengono sollevati verso il “Cristo Vincitore delle tenebre”. Ora si possono sciogliere le campane, che suoneranno nella notte rendendo surreale l’atmosfera e svegliando così l’intera cittadina pachinese che il “Signore è tornato vincitore dall’oscurità della morte”. Un tempo al suono delle campane la gente usava aspergere con acqua e sale i pianerottoli delle loro case e vibrare contro i muri della casa e sui letti dei bastoni urlando la frase “Vatinni mala fruscula!” per scacciare così gli spiriti maligni.

La “Domenica di Pasqua”; “A Paci”

La “Domenica di Pasqua” è il giorno più allegro della Pasqua celebrata a Pachino. Dopo la solenne Messa mattutina consacrata al “Cristo Risorto”, alle 11.00 inizia il corteo processionale che farà in modo che il “Cristo Risorto” e la “Madonna Addolorata” possano riabbracciarsi. Nella piazza centrale della città alle ore 12.00 viene finalmente celebrata la “Paci”; vengono fatte “incontrare” le Statue raffiguranti rispettivamente “Gesù Risorto” e “Maria Addolorata” con un rito molto commovente che rappresenta “L’abbraccio della Vergine a suo Figlio”, che ritorna trionfalmente “Vincitore” dall’oscurità della morte e del male. Il tutto avviene tra le urla di gioia e lo scrosciante applauso di tutti i pachinesi, che per l’occasione fanno la “Paci” scordando torti e liti passate nel nome della “Resurrezione di Cristo”.

Il “Lunedì dell’Angelo” (Pasquetta), i pachinesi usano andare insieme ad amici o parenti o in campagna, o nella frazione marinara di Marzamemi o presso Portopalo di Capo Passero. Molti di loro non disdegnano però passarla in altre zone turistiche del siracusano o del ragusano (tra le quali citiamo Siracusa, Noto, Ispica, Santa Maria del Focallo, Pozzallo, Modica, Scicli, Ragusa e le loro rispettive frazioni marinare) o del catanese. 

Per la “Domenica di Pasqua” e la “Pasquetta” è usanza anche pranzare e cenare con i seguenti piatti tipici; “Lolli” (una specie di pasta fresca simile a delle tagliatelle condita prevalentemente con sugo di salsiccia), “Scacciati” (focaccia ripiena di capperi, erbe aromatiche e filetti di anguille o murene), “Mpanati” farcite in vari gusti, “Ghiotta di Vavaluci” (lumache di terra), “Cassateddi” (calzoni simili alle impanate farciti con ricotta dolce) e “Cuddureddi cini”, (biscotti a forma di ciambella farciti con mostarda d’uva).

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