Palazzolo Acreide, Festa di San Sebastiano

Palazzolo Acreide

Festa di San Sebastiano


La Statua di “San Sebastiano”, Compatrono e Protettore di Palazzolo Acreide.

La Festa di San Sebastiano è considerata assieme a quella di “San Paolo” come “la più bella di Palazzolo Acreide e soprattutto come una delle più belle in assoluto dell’intera Provincia di Siracusa” assieme a quelle di San Paolo (che si tiene sempre a Palazzolo) e di Sant’Alfio a Lentini. Questa fastosa festività cade ogni anno il 10 d’Agosto (nella cosiddetta “Notte di San Lorenzo”) ed è seguita ogni anno da gente proveniente da tutta la provincia, nonché dai turisti italiani o stranieri incuriositi dai riti antichi di questa festa palazzolese, che si pone ogni anno in competizione con quella del Patrono “San Paolo” per fastosità, riti popolari e spettacoli (musicali ma soprattutto pirotecnici). C’è da dire che “San Sebastiano” è il “Protettore” di Palazzolo e no il “Patrono”, ma buona parte dei palazzolesi “Sammastianisi” lo considera “Patrono vero e proprio di Palazzolo Acreide”, malgrado i “San Paulisi” non siano d’accordo. Come vedremo più sotto questo dibattito ha suscitato in passato violenti scontri tra le due “Confraternite”.

Storia di “San Sebastiano”

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Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani intorno al 256 d.C. Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei Classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora. Sebastiano, cresciuto con la dottrina cristiana non ebbe scelta, per diventare qualcuno doveva studiare le presunte “gesta” di dei pagani il cui culto stava man mano scemando poiché nessuno si beveva più che ogni cosa (il sole, l’acqua, la terra ecc..) avesse un proprio dio bizzoso che voleva essere venerato con inutili privazioni di denaro e assurdi sacrifici (di animali). Anche il culto sull’Imperatore di Roma stava scemando a favore del Culto Cristiano in cui si venera “Cristo”, la sua “Famiglia” e tutti i “Martiri” morti sotto le persecuzioni romane (tra cui molti Santi che hanno calcato il suolo aretuseo come “San Paolo”, “Santa Venera”, i “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”; e addirittura Santi originari del siracusano come “Santa Lucia”, “Santa Sofia” e “San Marziano”); così l’Imperatore di allora, Diocleziano, ordinò che tutti i Cristiani venissero torturati ed uccisi in modo che il Cristianesimo svanisse facendo spaventare chiunque volesse seguire la “Religione infedele all’Imperatore di Roma”.

A Sebastiano non importava e andò a Roma sia per fare la carriera militare, sia per “Aiutare i Cattolici romani a continuare a perseguire la loro fede”. L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia, Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto; così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”. Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i Cristiani”, ma lui, all’insaputa dell’Imperatore, aiutò moralmente molti Cristani durante la prigionia e fece scagionare tanti di essi salvandoli dal martirio.

Dopo i primi miracoli (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai Cristiani, incominciò a predicare il Cristianesimo davanti a tutti senza paura di essere arrestato e torturato. Un tirapiedi dell’Imperatore lo spiò e andò a riferire a Diocleziano quanto visto. L’Imperatore non volle credere che il suo allievo prediletto fosse uno “Sporco Cristiano” (così venivano chiamati dai Romani coloro che credevano in “Cristo”) e lo fece chiamare. Diocleziano allora chiese a Sebastiano se era vero quanto detto sul suo conto. Il giovane rispose di si, e che fin dalla nascita era stato educato col “Cristianesimo” e che era ormai stanco di queste assurde persecuzioni contro gente civile che dovrebbe “Amarsi come è stata amata da Gesù” e no ammazzarsi a vicenda. Diocleziano andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco nel “Colle Palatino”, venne legato ad un albero e trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) che lo lasciarono in un primo momento esanime. Ma alcuni suoi proseliti si accorsero poi che “Sebastiano non era morto” poiché “Gesù Cristo lo aveva protetto dalle frecce”. Così, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), presero il giovane e lo curarono fino a quando non guarì.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro” , Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>. L’Imperatore sentito quanto detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte. Sebastiano venne frustato ininterrottamente finché per le ferite e per il dolore perse i sensi cadendo esanime. Non contento delle torture inflitte al giovane, Diocleziano lo fece strangolare e annegare finché Sebastiano morì definitivamente. Era il 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” (nel frattempo venne canonizzato dal Papa di allora) apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”. Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà; dopo alcuni anni scesero i Barbari (Ostrogoti, Vandali ecc..) e, dopo aver causato numerosi danni alle città dell’Impero,costrinsero Diocleziano a ritirarsi a Spalato dove morì di morte naturale ma tra sofferenze atroci; dopo di lui venne un nuovo grande Imperatore, Costantino il Grande, che abolì il paganesimo e fece divenire il Cristianesimo “Unica religione dell’Impero Romano”. Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano”; lì riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

[riduci]

Il culto palazzolese a “San Sebastiano”

Il culto di “San Sebastiano” in Provincia di Siracusa è legato al ritrovamento nel 1414 della miracolosa Statua del “Giovane Martire” tra le acque di Marina di Melilli (presso la Penisola Magnisi, ora facente parte di Priolo Gargallo ma allora feudo melillese), località deturpata dal selvaggio espandersi dell’industria petrolchimica (per questi due ultimi argomenti vedi il link riguardante “Melilli”) venendo venerata nella limitrofa città melillee. Da lì il culto si espanse non solo in terra aretusea, ma anche in alcune città situate nelle province della Sicilia orientale (Mistretta, Cerami, Acireale per fare un esempio).

Difatti il vero centro del culto aretuseo legato a “San Sebastiano” è Melilli e non di rado vi sono pellegrini palazzolesi che fanno un lungo pellegrinaggio a piedi fino alla città più ad est degli Iblei. Nonostante ciò anche a Palazzolo Acreide vi è un profondo culto verso questo “Santo” che, secondo alcune fonti storiche, avrebbe protetto Palazzolo da immani catastrofi; per questo è stato elevato parecchi secoli fa a “Protettore” della città acrense. Malgrado il prestigioso titolo conferito al “Santo”, venne proclamata come “Prima Patrona di Palazzolo” la “Madonna di Odigitria” (parola greca significante “Colei che indica la via”). La “Confraternita di San Sebastiano”, nata pochi anni prima, acconsentì affinché non fossero i “San Paulisi” (che sarebbero i membri della “Confraternita di San Paolo” nata nello stesso periodo di quella legata al “Bimartire”) ad avere il privilegio di avere il loro “Santo” (“San Paolo”). Ben presto, attorno alle “Reliquie”, regalate ai palazzolesi nel Medioevo, si creò un clima di assoluta venerazione, anche perché secondo i racconti popolari esse salvarono Palazzolo dalle pestilenze e dalle epidemie che nel Medioevo e nei secoli successivi seminavano morte e terrore tra la popolazione.

Il culto della “Madonna di Odigitria” a Palazzolo decadde tanto che ormai serviva un nuovo “Patrono”; i papabili erano “San Paolo” e appunto “San Sebastiano”. L’allora Arcivescovo di Siracusa decise che il “Patrono” di Palazzolo doveva essere “L’Apostolo di Tarso”, poiché lui aveva calcato questi suoli nell’antichità facendo arrivare nei territorio acrensi il “Messaggio di Cristo”; mentre “San Sebastiano”, accertati i suoi interventi miracolosi, rimase il “Protettore” della città.

 I “Sammastianisi” (nomignolo dato ai membri della “Confraternita di San Sebastiano”) accettarono solo perché portavano rispetto a “San Paolo”, che ha portato il Cristianesimo nelle terre palazzolesi; ma non potevano permettere che i “San Paulisi” (il nomignolo dato alla “Confraternita di San Paolo” dai “Sammastianisi” ) erano i “più potenti (per prestigio) di Palazzolo”, poiché era la fazione che rappresentava il “Santo Patrono” ed aveva più potere in città rispetto asi devoti di “San Sebastiano”.

Il terremoto del 1693 distrusse Palazzolo ma risparmiò sia le statue di “San Sebastiano”, “San Paolo” e della “Madonna di Odigitria” (posta tuttora nella Chiesa di San Sebastiano). Ma ciò non fermò le divergenze tra “San Paulisi” e “Sammastianisi”.

Dopo svariati tumulti avvenuti nei secoli passati tra le Confraternite di “San Paolo” e “San Sebastiano” (vedi il paragrafo Il Dualismo tra “San Paulisi” e “Sammastianisi” nel link “Tradizioni Popolari Palazzolesi” posto nella pagina precedente) vige un reciproco rispetto, anche se c’è una forte competizione campanilistica legata alla ricchezza dei festeggiamenti e, visto che la “Festa di San Paolo” si svolge prima di quella consacrata a “San Sebastiano”, gli organizzatori di quest’ultima cercano di fare una festa più bella di quella organizzata e curata dai “San Paulisi”.

 Non si bada a spese e spesso si arriva a cifre da capogiro che superano addirittura il reddito pro capite di Palazzolo Acreide (si arriva anche a più di 50 mila euro, oltre 100 milioni di vecchie lire spesi dalle due confraternite!!!). I soldi della festa sono tutte libere offerte di denaro più o meno facoltose donate dalla parte “Sammastianisi” della città; questo denaro è donato come forma di “Voto” a “San Sebastiano”. Parte di esse sono raccolte durante le Processioni del “Santo” e quasi mai scendono mai al di sotto dei 50 euro. Quel che resta va in beneficenza.

Inoltre i “Sammastianisi”, nonostante il titolo di “Protettore”, considerano ostentatamente “San Sebastiano” come il loro “Patrono”; infatti nelle loro invocazioni ripetono sempre “Sam’Mastianu Patronu!!!” o “Di la vita Sam’Mastianu Patronu” (usando anche il termine “Patrò” ).

 Infine bisogna citare una bella poesia del poeta palazzolese Nicolò Messina, (vissuto nel 1800) che onora degnamente “San Sebastiano”. I verso della poesia dicono;

Siciliano

“Sù l’uocci vuostri dui stiddi lucienti
e li labbruzza dui rosi di maiu
li capiddi sù d’oru e risplendenti
e di lu suli su lu primu raiu
cu nun v’ha vistu
nun ha vistu nenti
nè truovu un’autra bedda unni vaiu vaiu
na cosa sula iu vogghiu ri vui
d’essiri vostru amanti e nenti ciui”

Italiano

“Sono gli occhi vostri due stelle lucenti
e le labbra due rose di maggio
i capelli sono di oro splendente
e del sole sono il primo raggio
chi non vi ha visto
non ha visto niente
nè truovu un’autra bedda unni vaiu vaiu
una cosa sola io voglio da voi
di essere vostro amante e niente piu”.

La Festa invernale di San Sebastiano (20 Gennaio)

 Il 20 Gennaio di ogni anno avviene una piccola festa che ricade nel giorno del “Martirio di San Sebastiano”. I riti sono molto più sobri di quelli estivi ma la manifestazione è ugualmente toccante.

I festeggiamenti iniziano il 19 Gennaio con la svelata di “San Sebastiano” (vedi paragrafo sottostante “A Sciuta ra cammira” ) che avviene dopo la Messa delle ore 18.00. Verso le 19.00 il fervore dei fedeli “Sammastianisi” saluterà l’uscita allo scoperto del simulacro di “San Sebastiano”.

 Il 20 Gennaio, giorno in cui si tiene la ricorrenza invernale in onore di “San Sebastiano”, vi saranno varie Messe mattutine alle ore 09.00 e 10.30. Il tardo pomeriggio alle ore 18.00 si tiene la solenne Messa serale in cui vi partecipa un gran numero di fedeli oltre alle massime autorità cittadine.

Alle 19.00 le Reliquie e il Simulacro di “San Sebastiano” (portato a spalla con la cosiddetta “Vara che Cianciani”) usciranno in Processione dalla Chiesa salutati dallo scoppio di fuochi artificiali. Dopo una piccola Processione che si tiene presso la zona alta di Palazzolo (lungo l’asse viario composto dalle Vie Carlo Alberto, Acre e Corso Vittorio Emanuele, il “Santo” alle ore 22.30 circa rientra in Chiesa salutato dallo sparo di fuochi pirotecnici.

Dal 21 al 26 Gennaio si terrà l’Ottavario in onore di “San Sebastiano” che comprende solenni Messe alle ore 09.00 e 18.00 di fronte al cospetto del “Santo Bimartire”.

Il 26 Gennaio ricade l’Ottava della Festa Invernale di San Sebastiano in cui si terranno sempre Messe alle ore 9.00 e 18.00. Dopo la solenne Messa serale, alle ore 19.00 “San Sebastiano” viene velato nella sua nicchia tra le invocazioni dei fedeli. L’appuntamento col “Protettore di Palazzolo” è rimandato in estate, quando ci sarà la grande festa che tutti i palazzolesi a Lui fedeli attendono (specialmente quelli emigrati che ritornano in estate a Palazzolo anche per godersi questa bella festività).

Il Pellegrinaggio a Melilli dei devoti palazzolesi a “San Sebastiano” (notte tra il 3 e il 4 Agosto)

La notte tra il 3 e il 4 Maggio, da Palazzolo partirà il pellegrinaggio a piedi dei fedeli palazzolesi a “San Sebastiano” noti anche col nome di “Nuri” che, per chiedere una grazia al “Santo” o per adempiere ad un voto di grazia ricevuta faranno molti chilometri a piedi da Palazzolo Acreide a Melilli partendo quasi sempre dal Sagrato della Chiesa di San Sebastiano presso la Piazza del Popolo.

Da Palazzolo i “Nuri” percorreranno a piedi la SS 124 o in direzione Floridia imboccando poi le strade provinciali che collegano la città floridiana a Melilli (assieme ai fedeli floridiani, solarinesi e canicattinesi, talvolta anche avolesi, netini e siracusani) oppure verso Buscemi percorrendo le strade provinciali che solcano appunto Buscemi, Cassaro, Ferla, Sortino e Melilli (compiendo il cammino assieme ai fedeli buscemesi, cassaresi, ferlesi, buccheresi, carlentinesi, francofontesi e sortinesi). In entrambi i casi il cammino da compiere a piedi è lungo e i palazzolesi sono in assoluto tra i pellegrini a compiere uno dei più lunghi pellegrinaggi a “San Sebastiano di Melilli”.

I palazzolesi, arrivati a Melilli, omaggeranno il Simulacro di “Sammastianu i Miliddi” con grida di invocazione e preghiere offrendo mazzi di fiori e ceri.

La Festa Estiva di San Sebastiano

L’inizio dei festeggiamenti estivi, il Triduo di Preparazione (7, 8, 9 Agosto) e “A Sciuta ra cammira” del Simulacro di San Sebastiano (9 Agosto)

Nei primi giorni di Agosto iniziano i solenni festeggiamenti estivi in onore di “San Sebastiano” di Palazzolo che partono col Triduo di Preparazione compreso tra i giorni 7, 8 e 9 Agosto in cui i terranno solenni Messe presso la Chiesa di San Sebastiano che iniziano vero le ore 18.30 – 19.00.

L’8 Agosto dopo la Messa, alle ore 20.00 presso Piazza del Popolo verranno come da tradizione benedetti i mezzi di trasporto (auto e moto) mentre presso i locali parrocchiali si tengono mostre fotografiche sulla festa e sorteggi di beneficenza. Alle ore 22.00 si tiene la tradizionale “Sirata a Villa” con concerti musicali presso la Villa Comunale di Palazzolo.

 Il giorno 9 Agosto, ultimo del Triduo e Vigilia della Festa, sancisce ufficialmente l’inizio dei festeggiamenti in onore del “Protettore di Palazzolo”. Ad aprire la festa è il “Giro di Gala” delle ore 18.00 a cui partecipano stabilmente “Sbandieratori” provenienti da città limitrofe (Floridia, Cassaro, Buccheri di solito) o da altre province siciliane, che faranno un corteo che da Piazza del Popolo si snoderà per tutte le vie del centro storico dando spettacolo delle loro capacità.

Verso le ore 19.30 inizia la Messa solenne in onore di “San Sebastiano”, nella cui omelia verrà ricordato il suo “Martirio” legato alla “Parola di Dio” del Mese Liturgico. Questa Messa è caratterizzata da ampie sezioni cantate da tenori e soprani locali.

Al termine di questa Messa, verso le 21.00 di sera, si tiene il rito della “Sciuta ra cammira” (“Uscita dalla Camera”) della Statua di “San Sebastiano”, salutata dai fedeli con grida e applausi. L’atmosfera, decisamente festosa ma solenne, è caratterizzata dalle invocazioni dialettali elevate al “Santo”; i “Capi confraternita” danno il via alle invocazioni gridando “E cu tuttu lu cori ciamamulu”, “E ciamamulu ca ni senti”, “E chi semu tutti muti??? Ciamamulu!!!!” ecc… a cui tutti risponderanno o “Sam’Mastianu Patronu” o “Ri la via Patronu” a seconda dei casi.


La “Sciuta ra cammira” della Statua di “San Sebastiano”.

Dopo la “Svelata”, alle ore 22.30 in Piazza del Popolo incomincerà l’esibizione del cantante famoso (o della cantante famosa) che allieterà la serata. Mentre i “Sammastianisi” addobbano le strade e i balconi con i “Prisenti”, drappi color porpora raffiguranti scene della vita del “Santo” o delle frecce, simbolo del “Martirio di San Sebastiano” e nel frattempo verranno accese le artistiche luminarie.

I Festeggiamenti in onore di “San Sebastiano” (10 Agosto)

La mattina del 10 Agosto

Alle ore 08.00 circa la popolazione palazzolese viene svegliata da forti colpi di cannone che stanno ad indicare la solennità della festa del “Protettore”.

Presso la Chiesa di San Sebastiano incominciano ad essere celebrate delle Messe solenni concatenate che iniziano rispettivamente alle ore 07.30, 08.30, 09.30 e 10.30. Intanto alle ore 08.15 dalla Piazza del Popolo partirà il corteo che andrà appresso al “Carru ro Pani” per la Raccolta delle “Cudduri” (grossi pani che, a differenza di quelle preparate per la Festa di San Paolo, saranno a forma o di ciambella semplice o presenteranno formati ispirate ai temi della festa). Queste “Cudduri” verranno raccolte da tutte le panetterie di Palazzolo, portate nuovamente in Piazza del popolo e vendute presso il sagrato della Chiesa. I soldi ricavati andranno come offerte al “Santo” e quel che resta dei pani invenduti verrà dato alle famiglie bisognose.


La partenza della Raccolta delle “Cuddure”.


La vendita delle “Cuddure”.

Nel frattempo in un altra piccola bancarella si vendono i “Macci r’addauru” (“Rami di alloro”, albero dove “San Sebastiano”, secondo la credenza popolare, venne legato e trafitto con le frecce), che verranno benedetti e distribuiti collettivamente assieme alle “Cudduri” alle ore 10.30.

Alle 11.30 inizia la Messa solenne vera a propria in onore di “San Sebastiano” a cui presenzierà la maggior parte della cittadinanza palazzolese e dei devoti al “Santo” oltre che alle principali autorità cittadine; ma la gente tutta non aspetta altro che la grandiosa “Sciuta” che avverrà dopo la Funzione liturgica.

La “Sciuta” e lo sparo degli “Nzareddi”

Verso le 12.30 circa finisce la Messa e inizia la snervante attesa per la grandiosa “Sciuta i Sam’Mastianu”. Mentre la gente aspetta, i fuochisti sistemano sul sagrato e sulla facciata le cariche con gli “Nzareddi” (strisce di carta multicolore aggrovigliate attorno ad un ferretto che verranno sparate durante la “Sciuta” di “San Sebastiano” dandole un effetto spettacolare; bisogna dire che la lavorazione di questi “Nzareddi” ha inizio subito dopo la Festa di San Sebastiano, terminata la festa si incominciano già a confezionare quelli per l’anno prossimo).

Dentro la Chiesa fervono nel frattempo i preparativi per la Processione; la Statua di “San Sebastiano” viene scesa dalla nicchia e posta sulla monumentale “Vara ” dorata, mentre il Reliquiario è posto sulla “Varetta”, piccola ma ugualmente pregevole. Ora la “Confraternita”, può mettersi in posizione con stendardi e le bandiere color porpora, i portatori caricarsi sulle spalle i Simulacri (piuttosto pesanti), elevare invocazioni al “Santo” e procedere in Processione verso l’uscita della chiesa.

Alle ore 13.00 un forte sparo di fuochi avvisa la moltitudine di gente che sta avvenendo la “Sciuta” ; grande è la perizia dei portatori nel scendere le scalinate della chiesa tenendo ben saldi i Simulacri del “Santo” e della “Reliquia”. Dopo la discesa vi sono gli applausi della gente ma ancora è niente, i portatori devono superare “ostacoli” più difficili, come vedremo più sotto.

Nel momento preciso in cui esce il “Santo” dalla Chiesa, parte il maestoso sparo degli “Nzareddi” che accompagna il rito della “Sciuta”, noto per la sontuosità della sua particolare coreografia pirotecnica.


La faticosa discesa del Simulacro delle Reliquie di “San Sebastiano”, i portatori con gran perizia fanno scendere la “Varetta” dalla scalinata della Chiesa.


La “Sciuta” di “San Sebastiano”, salutato dai palazzolesi con grande calorosità.

La Processione diurna e la “Catena Umana”

Dopo la grandiosa “Sciuta” delle 13.00, parte la Processione diurna dei Simulacri della “Reliquia” e di “San Sebastiano” salutata dal folto sparo di salve e di fuochi artificiali, ma anche dalle ferventi invocazioni dei fedeli rivolte al “Santo” fatte durante il “giro d’onore” in Piazza del Popolo.

I due Simulacri gireranno per le vie del centro storico di Palazzolo Acreide portati a spalla dalla “Confraternita di San Sebastiano”. Gli altri membri della “Confraternita” portano le bandiere e gli stendardi che danno ancor più colore e sontuosità alla Processione.

La fatica dei portatori è immane; difatti loro portano “A spadda nura” la pesantissima “Vara” dorata. Nonostante il dolore, il caldo e lo sforzo, il loro “Voto per grazia ricevuta” e la loro fede verso il “Santo” fanno si che la fatica non sopravvenga continuando imperterriti la loro processione. I “Sammastianisi” sono seguiti dalle pellegrine che attuano il “Viagghiu scausu” (“Viaggio scalzo”) camminando a piedi scalzi espletando anche loro un “Voto per grazia ricevuta” nonostante debbano camminare per circa tre ore scalze sull’asfalto reso bollente dalla calure estiva. Nel frattempo vengono raccolte offerte in denaro e alzati al “Santo” numerosi neonati. Bisogna dire che le grida d’invocazione a “San Sebastiano” non cesseranno mai fino alla fine di questa Processione.

Ma il momento più toccante della Processione è l’attraversamento di Via Fiume Grande, una strada che presenta una notevole pendenza. Per non cadere con tutto il Simulacro del “Santo”, i portatori formano una “Catena Umana” che, con grande sforzo e fatica, riesce a far si che la “Vara” salga nella zona più alta della città. Alla fine di essa vi sono grida e battimani che in un certo modo premiano il coraggio, la forza fisica ma soprattutto la “fede” dei portatori”.

La “Catena Umana”  con cui viene portata la “Vara” di “San Sebastiano” alla sommità di Via Fiume Grande.

Dopo la faticosissima salita di Via Fiumegrande (“Cianata i Via Ciumiranni” in siciliano) la Processione prosegue il cammino verso la Piazza del Popolo affinché i Simulacri di “San Sebastiano” e del suo “Reliquiario” facciano rientro nella loro Chiesa d’appartenenza. Durante il cammino della Processione che si inerpica in stretti e ripidi vicoli, la gente omaggia il “Santo” applaudendo, gridando invocazioni in palazzolese e lanciando coriandoli, carte colorate, petali di fiori e persino i “residui” degli “Nzareddi” sparati per la “Sciuta” del “Santo”.

Verso le 15.00, dopo tre ore di pellegrinaggio sotto il sole cocente, la Processione in onore di “San Sebastiano” rientra in Chiesa tra gli applausi della gente e tra le ferventi invocazioni dei “Sammastianisi” oltre che con l’immancabile accensione di fuochi d’artificio.

La Processione serale di “San Sebastiano”

Il pomeriggio del 10 Agosto viene passato soprattutto presso le bancarelle situate sotto i portici del Corso Vittorio Emanuele, ma diventa anche per i turisti l’occasione giusta per visitare le bellezze architettoniche della cittadina iblea e di andare in pellegrinaggio per dare onore a “San Sebastiano”. Nel frattempo al calare della sera la Piazza del Popolo si illumina a giorno grazie alla grandissima e fastosa illuminazione artistica.

Intanto nella Chiesa di San Sebastiano alle ore 19.00 inizia la Messa serale presenziata dalle massime autorità politiche di Palazzolo. La gente palazzolese partecipa in massa a questa Messa, ma l’attesa per la “Sciuta” serale è altissima. Alla fine della Messa una serie di salve avvisa la popolazione che sta per iniziare la Processione serale di “San Sebastiano”. Il “Santo” e la “Reliquia” vengono posti nuovamente sui rispettivi Simulacri, con la differenza che quello di “San Sebastiano” verrà posto su di un bel carro trionfale.

Alle ore 20.30 uno sparo di “Mascuna” (“Mortaretti”) dà inizio alla “Sciuta” serale, salutata dallo sparo di fuochi artificiali colorati. Al grido di “Sam’Mastianu Patronu” parte la lunghissima Processione dei due Simulacri che toccherà tutto il centro storico facendo un giro piuttosto lungo che terminerà poi a notte inoltrata. La “Confraternita di San Sebastiano” di Palazzolo è accompagnata dalle “Confraternite” di paesi limitrofi o di altre province siciliane consacrati al medesimo “Santo” (Avola, Siracusa, Melilli, Cassaro, Ferla, Acireale, Santa Venerina, Cerami ecc…) e talvolta da “Confraternite” maltesi.



La Processione serale di “San Sebastiano”; si noti la piazza riccamente illuminata.

Ad ogni piazza principale, “San Sebastiano” verrà salutato con fuochi d’artificio e con fiaccolate (talvolta anche organizzati da privati cittadini che fanno un piccolo spettacolo pirotecnico nel momento preciso in cui passa il “Santo”). Bellissima e toccante è la discesa nella Piazza di “San Paolo” (Piazza Umberto I) dove “San Sebastiano” sarà salutato con rispetto dai “San Paulisi” (cosa che non avveniva in passato per via dei tafferugli tra le due confraternite). Dopo la Processione risalirà verso San Michele e si immetterà nel Corso Vittorio Emanuele fino ad arrivare di nuovo in Piazza del Popolo, dove alle ore 22.30 inizierà un concerto musicale curato da artisti locali. Al termine del concerto e della Processione avverrà lo spettacolo pirotecnico (o piromusicale) che si terrà alla fine della Processione verso le ore 24.00, considerato tra uno dei più importanti eventi pirotecnici della Provincia di Siracusa.


Alcune foto raffiguranti lo stupendo Spettacolo Piromusicale che chiude la festa di “San Sebastiano.

Alla fine dei fuochi, il Simulacro di “San Sebastiano” rientra in chiesa tra le vivaci urla dei portatori e dei fedeli, venendo posto sull’Altare Maggiore della Chiesa rimanendo aperto alla venerazione per il periodo dell’Ottavario. Si conclude così la festa del 10 Agosto di “San Sebastiano” di Palazzolo.

L’Ottava della festa e la conclusione dei festeggiamenti

Dall’11 al 17 Agosto ricade il solenne Ottavario della festa che comprende solenni Messe in Chiesa che si tengono alle ore 09.00, 10.30, 12.00 e 18.30 circa. Durante l’Ottavario ricade anche la solennità dell’Assunzione di Maria Santissima il 15 Agosto (commemorata con solenni Messe).

Dopo otto giorni, il 17 Agosto, viene festeggiata l’Ottava di “San Sebastiano”. Tra le solenni Messe mattutine delle ore 09.00, 10.30 e 12.00 vi è  “L’Unzione degli Ammalati”, benedetti con la “Reliquia di San Sebastiano” durante la Messa delle ore 10.30.

Di pomeriggio alle 18.30 vi è l’assegnazione del premio letterario “San Sebastiano”, che coincide con la “Mostra del Libro” che si tiene nei locali parrocchiali. Questo premio verrà dato ai migliori scrittori del territorio.

Alle 19.00 vi è la Messa che chiude la festività liturgica legata al “Protettore – Patrono”; durante questa Funzione eucaristica verrà benedetto e distribuito “L’ammannatu”, ossia il grano e le sementi che verranno piantate in Autunno. Alla fine della Messa alle ore 19.30 “San Sebastiano” verrà posto sulla “Vara che Cianciani” (“Bara con le campanelle”), un bel Simulacro dorato molto “leggero” rispetto all’altra usata solo il 10 di Agosto. Si tiene anche un sorteggio benefico in cui ricavato andrà in beneficenza.

Alle 20.30, una bella fiaccolata unita allo sparo di fuochi d’artificio, saluta l’uscita in Processione dei Simulacri di “San Sebastiano” posto sulla “Vara che Cianciani” e della sua “Reliquia”.


L’uscita della “Vara che Cianciani” portata in Processione per l’Ottava di “San Sebastiano”.

I due Simulacri saranno entrambi portati a spalla per le vie del centro storico seguiti da numerosi fedeli che durante il percorso canteranno inni al “Santo” e grideranno le urla di invocazione in dialetto. Nel frattempo in Piazza del Popolo si tiene uno spettacolo musicale curato da artisti locali che inizia alle ore 22.00. Al termine di questa Processione verso le ore 23.00 vi sarà lo stupendo Spettacolo Pirotecnico di chiusura.


I fuochi pirotecnici dell’Ottava di San Sebastiano.

Al termine di esso, la Processione rientra in Chiesa alle ore 23.30. Qui vi è l’ultimo toccante rito, la “Velata”; i “Sammastianisi”, consapevoli che rivedranno il “Santo” solo il prossimo anno, baciano e acclamano il loro “Protettore” con squarcianti grida di invocazione. Appena la Statua di “San Sebastiano” verrà posta nella nicchia sull’Altare Maggiore della chiesa, tutti i fedeli alzano le mani al cielo per salutare “San Sebastiano”. Quando il drappo coprirà la Statua si alzeranno scroscianti applausi da parte della gente piuttosto emozionata.


La “Velata” di “San Sebastiano”, ultimo e commovente atto dei festeggiamenti in onore del “Protettore” di Palazzolo Acreide.

Così finisce una delle feste più belle di Sicilia, però nel cuore e nella mente dei “Sammastianisi” la festa non finisce lì, poiché l’indomani si inizieranno a pianificare i festeggiamenti dell’anno prossimo, si raccoglieranno i primi soldi e si inizierà a preparare gli “Nzareddi” per la “Sciuta” diurna del 10 Agosto aspettando la solennità del 20 Gennaio.

Ma l’appuntamento con la festività grande di Agosto è rimandato solo tra 12 mesi poiché per chi è fedele a “San Sebastiano”, ogni giorno (tra alti e bassi) corrisponde ad un vero “giorno di festa”.

Per ulteriori approfondimenti sulla festa visita il sito www.sansebastiano.org.

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