Palazzolo Acreide, Parco Archeologico di Akrai; Latomia dei Santoni

Palazzolo Acreide

Parco Archeologico di Akrai

Latomia dei Santoni

Tra le tante latomie che circondano Akrai, troviamo la “Latomia dei Santoni”, in cui vi sono varie nicchie dove troviamo un’opera d’arte ellenistica forse unica al mondo, le statue dei “Santoni”. Essa la si raggiunge dalla S.P. 23 Palazzolo – Testa dell’Acqua – Noto imboccando la traversa chiamata Via dei Santoni (in cui c’è anche il cartello marrone con la scritta “Santoni”). Alla fine di questa strada raggiungiamo una sbarra di ferro che conduce ad una proprietà privata dalla quale tramite una scala arriviamo presso la Latomia dei Santoni. Per poter visitare questo importante tempio rupestre bisogna rivolgersi presso la biglietteria del sito archeologico di Akrai.

I cosiddetti “Santoni” sono dodici bassorilievi di bellezza ancestrale risalenti al III secolo a.C. scolpite ad altorilievo nella friabile pietra bianca iblea. Esse erano consacrate al culto della “Magna Mater”, ossia della Dea Cibele (considerata dai greci come la “Creatrice della Terra Ferma” nonché “Madre di Zeus”) in quello che molto probabilmente era il suo principale luogo di culto presso tutta la Sicilia Greca. Essi si dividono in due livelli e sono protetti da una struttura con grate di ferro per far si che non vengano danneggiati e si possano conservare il più a lungo possibile. Il loro nome “Santoni” è di origine popolare poiché secondo i palazzolesi queste erano statue di “Santi” che vennero scolpite in maniera miracolosa, infatti prima degli studi archeologici questa era un’area di culto abbastanza trafficata.

Ognuna di queste figure scolpite nella roccia iblea raffigura Cibele vestita con una lunga tunica mentre sostiene un timpano (tamburello greco simile ai “Tabballini” siciliani) simbolo dei movimenti tellurici (terremoti) e una ciotola, simbolo della fertilità della terra. Nel bassorilievo principale accanto alla dea vi sono le figure di Hermes (il dio Mercurio) messaggero degli Dei, la dea Marsia e i due Dioscuri, che erano i Cavalieri che proteggevano la Terra dalle Forze del Male (identificati nell’iconografia cristiana come i “Santi Michele e Giorgio”, aventi i meriti di aver sconfitto il Demonio). Contornano la raffigurazione due Leoni Criniti, simbolo della Potenza nella Sicilia Greca. Queste statue erano adornate dagli abitanti di Akrai con ghirlande di fiori e monili vari nel periodo in cui ricadevano le festività in onore della “Magna Mater”.

Le statue dei Santoni sono state deturpate col passare dei millenni dagli agenti atmosferici, ovviamente dai terremoti (come quello del 1693) ma soprattutto dall’incuria della gente del passato (una diceria palazzolese dice addirittura che un contadino avente un terreno nelle vicinanze prese tutte le statue dei Santoni a colpi di zappa per rovinarle e far si che nessuno entrasse più nella sua proprietà per ammirarle disturbando così il lavoro del “Massaro” ); nonostante ciò le statue non hanno perso il loro ancestrale fascino tant’è che il pittore francese Jean Pierre Houel che dal 1776 al 1779 era in viaggio in Sicilia per dipingerne le bellezze naturalistiche, paesaggistiche ed archeologiche, venne a sapere della presenza dei “Santoni” e andò per dipingerli. Nei suoi dipinti i Santoni sono raffigurati come figure umane perfette, molto probabilmente il pittore fece una ricostruzione artistica basandosi sull’aspetto originario che potevano avere prima di esser stati abbandonati all’incuria per molti secoli.

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