*Palazzolo Acreide, Cava Santolio, Rovine Sicule e Chiesa Rupestre di Santo Lio

Dalla Traversa Santolio proseguiamo fino ad un bivio che alla nostra sinistra conduce ad una villetta privata. Sotto questa villetta vi è un sentiero che conduce all’inizio della Cava Santolio, posta nell’omonima contrada, da cui si origina il Torrente Sant’Alfano. Questo è il punto più alto della grande Cava di Sant’Alfano, formata peraltro da altre cave più piccole che si immettono nella medesima fino alla Contrada Case Vecchie tra il territorio di Noto e Canicattini.

Il tratto palazzolese di questa cava comunque è noto col toponimo di “Santolio” allargato a tutta la contrada limitrofa, che deriva da “Santo Lio” con cui era noto molto probabilmente un Eremita che dimorò presso una grotta in cui era posto un oratorio rupestre bizantino posto nella cava, noto appunto come “Chiesa Rupestre di Santo Lio”.

Il sito di Santolio assieme alla limitrofa cava pare esser stato un centro di frequentazione sicula per numerose rovine di piccoli villaggi ed insediamenti rurali ritrovati presso questa cava; ma soprattutto dalla Necropoli di tipo siculo – castellucciano a grotticella artificiale, riutilizzate in epoca bizantina (facilmente riconoscibili poiché hanno la nicchia d’ingresso di forma leggermente arcuata). Alcune di esse erano vere e proprie catacombe rupestri dotate di vari sepolcri interni tra cui anche del tipo “a baldacchino”. Queste tombe sono sparsa per le pareti della cava iblea, che più a valle presso la Contrada Sant’Alfano (in territorio di Noto ma molto prossimo a Canicattini Bagni) vi è il sito funerario rupestre di Case Vecchie, una delle necropoli più importanti della Sicilia.

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