Palazzolo Acreide, Chiesa di San Sebastiano

Palazzolo Acreide

Chiesa di San Sebastiano

La Chiesa di San Sebastiano è una delle più importanti di Palazzolo Acreide, ma è considerata anche come una delle chiese barocche più belle della Provincia di Siracusa e dell’intera Sicilia, ma anche sotto il profilo cristiano – taumaturgico questa chiesa viene considerata come un importante luogo di fede non solo in Sicilia, poiché possiede molte “Reliquie” appartenenti a “Santi” che hanno scritto la storia del Cattolicesimo Mondiale (leggi più sotto) e appunto per questo l’Unesco l’ha iscritta nei Patrimoni dell’Umanità nell’ambito delle Città Barocche del Val di Noto in cui nel 2002 vide entrare nell’Unesco anche le città di Noto, Modica, Scicli, Ragusa, Catania, Caltagirone e Militello.

L’esistenza di un luogo di culto dedicato a San Sebastiano a Palazzolo Acreide risale al 1655, quando la primitiva Chiesa di San Rocco (di cui ora non vi è nessuna traccia) venne ampliata e modificata secondo lo stile barocco seicentesco (molto diverso da quello settecentesco). Dopo due secoli di vita, questa chiesa crollò rovinosamente l’11 Gennaio del 1693, in occasione del disastroso terremoto che sconvolse l’intero sud est siciliano e che distrusse appunto l’antica città di Palazzolo.Dopo il terremoto si decise di ricostruire la Chiesa nello stesso punto in cui era ubicato l’edificio crollato. Fu l’architetto siracusano Mario Diamante (coadiuvato dagli ingegneri Buscema e Milito) ad ideare il prospetto barocco della chiesa e a guidare i lavori per la ricostruzione dell’edificio sacro, che terminò nel 1782.


La maestosa facciata della Chiesa di San Sebastiano, considerata come una dei più bei monumenti barocchi di Sicilia.

La facciata in stile barocco si trova su di una monumentale scalinata che domina la piazza principale della città, “Piazza del Popolo”. Essa è caratterizzata innanzitutto da un colore piuttosto scuro, conferitole dalla polvere pirica bruciata proveniente dai possenti fuochi artificiali che vengono posizionati su tutto il perimetro della facciata e sparati ogni anno per la Festa di San Sebastiano ad ogni uscita del “Santo”. Essa è posizionata su di una scalinata ottocentesca di perimetro trapezoidale, sulla quale vi è un piccolo ballatoio arricchito da artistiche inferriate in ferro battuto. Nel piccolo sagrato possiamo intravedere due sculture settecentesche raffiguranti due “Leoni Criniti”, opera dello stesso Mario Diamante, che le scolpì secondo una simbologia legata al Martire “San Sebastiano”, poiché i leoni simboleggiano “Il Coraggio del giovane Martire nello sfidare le torture e la morte per due volte in difesa della propria fede cristiana” (difatti “San Sebastiano” è anche noto come “Bimartire” proprio perché venne martirizzato due volte).

Nell’ordine inferiore vi sono tre portali inquadrati da due ordini di colonne corinzie la cui parte inferiore risulta decorata con bassorilievi raffiguranti motivi floreali. Esse sono sormontate da timpani spezzati. Il timpano centrale è arricchito da piccoli inserti in pietra iblea al cui centro vi è una nicchia contenente una statua sempre in pietra iblea raffigurante “San Sebastiano Martire”. Sopra le arcate spezzate dei portali laterali vi sono posizionate rispettivamente due formelle poligonali scolpite ad altorilievo e somiglianti ad una stella. I tre portali sono attorniati da poderosi pilastri aventi capitelli sempre in stile corinzio sostenenti la trabeazione centrale della chiesa caratterizzata da decorazioni floreali scolpite a bassorilievo.

Il secondo ordine della facciata è caratterizzato da un orologio elettronico (quello originale di tipo meccanico è stato sostituito qualche anno fa) attorniato da un doppio ordine di colonne per lato sostenente una piccola arcata di tipo spezzato. Ai lati vi sono due contrafforti decorativi aventi scanalature a spirale attorniati da due pinnacoli quadrangolari forse incompiuti.

Un doppio ordine di pilastri in stile corinzio sostengono il terzo ordine della facciata, caratterizzato dalla torre campanaria. Essa è caratterizzata da una nicchia arcuata attorniata da contrafforti aventi sempre scanalature a spirale, delimitata da un’inferriata in ferro battuto. Il campanile è adornato da quattro pinnacoli piramidali di cui due situati ai lati della nicchia campanaria e due situati sopra di essa, attorno ad un segnavento in ferro battuto somigliante ad una bandierina, chiamato dai palazzolesi “U Palieddu” (“Il Paletto”).Se l’esterno può sembrare piuttosto cupo per via della sua colorazione grigio – nerastra, l’interno della chiesa è caratterizzato da un vivace alternarsi di colori dato dagli affreschi e dagli stucchi arricchiti da candidi bassorilievi. Esso si divide in tre Navate piuttosto larghe dove vi sono presenti notevoli opere d’arte.

La Navata centrale è caratterizzata dalla volta interamente affrescata. Gli affreschi raffigurano “Episodi della Vita di San Sebastiano”; il primo affresco raffigura “Il Primo Martirio di San Sebastiano” (quando venne trafitto da un nugolo di frecce); il secondo “San Sebastiano processato da Diocleziano”; il terzo raffigura “La Gloria Celeste di San Sebastiano Martire Cristiano”. Il perimetro della navata è delimitato da un’artistica inferriata in ferro battuto smaltato.

Altre opere d’arte situate presso la navata centrale sono: un Pulpito Ligneo del settecento e un Organo a canne costruito nel 1895 dal maestro Michele Polizzi di Modica (costruttore degli Organi ubicati rispettivamente presso la Chiesa di Santa Maria della Concezione a Siracusa, e presso la Chiesa di Santa Venera ad Avola).

La Navata centrale della Chiesa di San Sebastiano viene riccamente addobbata con drappi in porpora rossa in occasione dei festeggiamenti in onore di “San Sebastiano”. Questa decorazione rende ancor più pittoresca la navata affrescata e stuccata.


La Navata centrale addobbata a festa in occasione della Festa di San Sebastiano Martire. Si nota al centro della foto la nicchia centrale aperta con la Statua di “San Sebastiano”.

Alla fine della Navata vi è l’elegante area presbiteriale dominata dal sontuoso Altare Maggiore in marmo policromo siciliano avente un pregevole Tabernacolo coperto da fastosi drappi multicolori. Al di sopra di esso vi è la sontuosa “Nicchia di San Sebastiano” di forma arcuata. Essa è inquadrata da otto colonne tortili di pregevole fattura che sostengono l’immenso frontone riportante la scritta latina “Protectori” (“Protettore”) per risaltare il titolo del “Santo Martire”. Esso è decorato da bassorilievi scultorei raffiguranti motivi floreali. La nicchia contenente la statua di “San Sebastiano” viene aperta solo due volte l’anno; una a Gennaio (mese in cui si rimembra il “Martirio di San Sebastiano”) e l’altra il 9 Agosto (in concomitanza con i festeggiamenti estivi del “Patrono – Protettore” (a seconda dei gusti dei palazzolesi). La statua raffigurante il “Bimartire” è una pregevole scultura lignea seicentesca di artista ignoto. Essa venne rinvenuta miracolosamente tra le macerie della pre esistente Chiesa, crollata sotto le scosse sismiche del terremoto del 1693. Adornano l’Altare altre pregevoli statue tutte del Secolo XIX. Esse raffigurano “Mosè e le Tavole dei 10 Comandamenti”, “Giuditta ed Oloferne” (entrambe di artista ignoto), “San Pietro” e “San Paolo” (attribuite allo scultore catanese Gioacchino Gianforma).


La Statua di “San Sebastiano Martire” svelata ai fedeli solo due volte l’anno.

Le Navate laterali sono ricche anch’esse di importantissime opere d’arte. Nella Navata destra andando dall’entrata fino alla Cappella laterale di destra possiamo notare cinque altari in cui sono esposte altrettante tele settecentesche ed ottocentesche raffiguranti rispettivamente “Il Martirio di Sant’Agata” di Piero Quintavalle, “San Mauro” di Giuseppe Tanasi, “San Sebastiano Martire” grandiosa tela di artista ignoto, “San Rocco e San Giacomo” di Michele Di Domenico e infine “San Pietro in Vincoli” di Marcello Vieri.


La grande tela raffigurante “San Sebastiano Martire”.

Alla fine della Navata vi è una grandissima Cappella consacrata al “Santissimo Crocifisso” interamente decorata con stucchi policromi. Al centro di essa vi è un pregevole “Crocifisso ligneo” seicentesco attribuito allo scultore Infantino – Farina. posto dentro uno stupendo Altare rivestito con drappi di porpora rossa e inquadrato da un doppio ordine di colonne ioniche sostenenti un bel frontone delimitato ai lati da due “Cherubini” in marmo sovrastati da una simbolica scultura a forma di sole raffigurante “La Gloria di Dio”. Nella parte inferiore vi sono due statue che raffigurano “La Fede” e “La Speranza” anch’esse opera dello scultore Gioacchino Gianforma. Nel lato destro della Cappella vi è una statua raffigurante “San Sebastiano sul Globo Terracqueo” risalente al 1926.

Nella Cappella vi sono molte importanti Reliquie appartenenti a molti Martiri Cristiani tra cui “San Sebastiano”, “San Vitale”, “San Placido”, “San Gaudioso”, “San Celso”, “Santa Concordia”, “Santa Liberata”, “San Fedele”, “Sant’Innocenzo” e San Massimo” oltre che di altri Santi che pur non essendo martiri hanno comunque servito in modo degno il Signore come “San Giosuè”, “San Modesto” e “San Giuseppe da Copertino” (Lecce). Sono presenti anche Reliquie appartenenti a Santi molto importanti per il Cattolicesimo Mondiale come “San Pietro Apostolo e Martire”, “San Francesco d’Assisi” (Perugia) e “San Bernardo da Chiaravalle” (discepolo di San Francesco). Vi sono infine un presunto “Telo” appartenuto alla “Vergine Maria” e un “Frammento della Croce” in cui venne crocifisso “Gesù Cristo”.

Nella Navata sinistra, sempre andando dall’entrata fino alla corrispondente Cappella laterale, vi sono quattro Altari (tra il secondo e il terzo vi è l’entrata laterale della chiesa) contenenti anch’essi tele settecentesche ed ottocentesche che raffigurano rispettivamente “I Santi Cosma e Damiano” di Piero Quintavalle, “Maria Santissima Addolorata” di Saverio Marchese e Giuseppe Tanasi, “La Madonna d’Ogiditria” sempre di Saverio Marchese e infine “Santa Margherita da Cortona” di Vito D’Anna. Inoltre nel primo altare vi è un sontuoso Fonte Battesimale scolpito nel 1734 da Giuseppe Campisi; un quadro devozionale (posto nell’ingresso laterale) raffigurante anch’esso “San Sebastiano” opera di Giovanni Belfiore, che lo dipinse nel 1950; infine nel terzo altare vi è un gruppo di statue raffiguranti sempre la “Madonna d’Odigitria” che vengono svelate ogni anno a Maggio in concomitanza con i festeggiamenti dell’Omonima Madonna.

Alla fine della Navata, vi è la Cappella consacrata al “Sacro Cuore di Gesù”, decorata anch’essa da stucchi del settecento. Al centro della Cappella vi è un bellissimo Altare inquadrato da quattro grandi colonne corinzie sostenenti un timpano spezzato ampiamente scanalato a bassorilievo avente al centro una formella scolpita che, come per la “Cappella del Santissimo Crocifisso” raffigura un sole rappresentante sempre “La Gloria di Dio”. Al centro dell’Altare vi è una nicchia decorata con motivi floreali scolpiti a bassorilievo contenente la pregevole statua raffigurante “Il Sacro Cuore di Gesù” opera di artista ignoto.

Sotto l’Altare vi è una teca in vetro contenente il corpo di “Sant’Urbano Martire”, posto anticamente a Roma e traslato a Palazzolo nel 1762.

Nella Sacrestia della chiesa possiamo ammirare uno splendido “Casserizio” (armadio per i paramenti sacri) ligneo del settecento riccamente scolpito e due tele raffiguranti “San Luigi Gonzaga” (opera ottocentesca di Giovanni Tanasi) e “Sant’Anna” (di artista ignoto).

Infine nel Salone – Museo posto in un locale a destra della Chiesa possiamo ammirare i tre monumentali Fercoli portati in processione durante la Festa di San Sebastiano. Tutti e tre sono in legno smaltato con oro zecchino e dentro due di essi viene portato il Santo in Processione. Il primo è molto grande utilizzato per la Processione del Giorno 10 Agosto; il secondo è più leggero del precedente ed è caratterizzato da tante campanelle poste sul baldacchino che ricopre la statua (difatti questo Fercolo viene chiamato anche “Vara che Cianciani” che significa “Bara con le campanelle”); il terzo serve per portare il Reliquiario (dove è posto un frammento osseo proveniente forse dalla mano di San Sebastiano) in processione.

Per informazioni più dettagliate visitate il sito www.sansebastiano.org.

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