*Palazzolo Acreide, Monte Poi e Rovine Archeologiche

Dalla S.P. 23 Palazzolo – Giarratana, all’incrocio per le zone di Falabia (S.P. 90 per le zone di Castelluccio), la SS 124 Palazzolo – Buscemi e di Poi, andiamo in quest’ultima direzione alla nostra destra (venendo dalla SS 124 Palazzolo – Buscemi).

La Contrada Poi è la più settentrionale del territorio comunale di Palazzolo e confina con l’area iblea ad ovest di Buscemi in cui sorge il Monte Casale su cui sono poste sia la fonte di Liequa (che alimenta il Fiume Tellaro) e le enigmatiche rovine dell’antica città greca di Casmene. A nord della Contrada Poi vi è posta buona parte del corso dell’Alta Valle del Fiume Anapo (che si origina presso la Contrada Guffari posta tra Buscemi e Buccheri).

 Tornando a parlare della Contrada Poi, seguendo la strada che dalla S.P. 23 per Giarratana conduce a questa zona iblea (e più avanti presso il Monte Casale il cui unico accesso è in territorio giarratanese) arriviamo sul punto più alto del territorio ibleo di Palazzolo, il rilievo noto come “Monte Poi”. Esso sorge tra il Vallone Menta e la Contrada Raffi (in cui sono poste le sorgenti del Tellaro del Monte Poi), l’alta Valle dell’Anapo e le cave iblee note come Vallone della Lenza e Vallone dei Pozzi (poste in territorio di Buscemi) posti rispettivamente a sud e a nord. Non è un vero “monte” difatti si presenta come un alto tavolato formato da vaste praterie divise da muri a secco, all’interno delle quali vi sono delle piccole masserie (alcune in rovina, altre ancora utilizzate).

Dal punto di vista storico – archeologico possiamo dedurre che l’area del Monte Poi fungeva da collegamento tra le città greche di Akrai e Casmene per cui se esplorata e studiata bene questa zona potrebbe avere anche delle importanti rovine archeologiche di questo periodo (strade di collegamento, insediamenti rurali ecc… di epoca greco – ellenistica) mentre poco si sa del suo passato neolitico – siculo. Le uniche rovine rupestri poste in questa zona sono quelle del Vallone Menta (vedi il link riguardante “Cava Palumbo e Sorgenti del Fiume Tellaro” nella pagina precedente per saperne di più) e sembrerebbero di natura agricolo – pastorale, mentre vi sono i resti di antichi terrazzamenti agricoli e di qualche insediamento rurale di epoche relativamente recenti (1700 – 1800).

Il Monte Poi è considerato infine come il “Belvedere dell’Alta Valle dell’Anapo” poiché da quest’altura possiamo scorgere sia il letto del tratto iniziale dell’importante fiume aretuseo, ma anche le vette più alte degli Iblei tra cui vanno citati i Monti Erbesso, Casale, Contessa, Santa Venera e su tutti il Monte Lauro, il rilievo montano più alto di tutti gli Iblei. In caso di cielo sereno si arriva a scorgere anche l’Etna.

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