Palazzolo Acreide, Mulino Santa Lucia

Palazzolo Acreide

Mulino Santa Lucia

Dallo spiazzale del Cimitero di Palazzolo imbocchiamo la stretta traversa che solca la Cava Purbella fino a quando non troviamo un sentiero tortuoso alla nostra destra che conduce alle “Case Pena”. Andando sempre dritto raggiungiamo il pittoresco Mulino di Santa Lucia, l’unico superstite dei quattro impianti molitori ubicati presso la cosiddetta “Valle dei Mulini” nome con cui viene chiamata la cava iblea solcata dal Torrente Purbella. Basta seguire la segnaletica marrone con la dicitura “Mulino ad acqua Santa Lucia” e si arriva dritti al vecchio mulino comodamente visitabile.


Il Mulino Santa Lucia, posto sulle sponde del Torrente Purbella.

Quest’impianto molitorio di epoca ottocentesca, noto anche come “Mulino Pena”, è appartenente all’ente che gestisce i “Musei di Buscemi” anche se situato in pieno territorio palazzolese (vedi link “Musei di Buscemi” nella pagina riguardante i luoghi da visitare nella cittadina buscemese). E’ chiamato “Mulino di Santa Lucia” probabilmente perché i mugnai che lo abitavano erano molto devoti alla “Martire Siracusana”, a cui è legato anche un certo culto dovuto all’abbondanza del grano per via di un miracolo avvenuto a Siracusa (nella città aretusea sbarcarono dei velieri carichi di grano, mandati da “Santa Lucia” dopo che la popolazione siracusana la pregò per far finire una carestia).

All’esterno il mulino si presenta come un rustico caseggiato che sorge a sinistra del Torrente Purbella. Qui vi è un sistema di canalizzazioni sopraelevate o interrate (“Saie” ) che raccoglie le acque del torrente (che formano una cascatella grazie ad un dislivello naturale) e le fa scorrere violentemente sotto il mulino in prossimità della ruota motrice che aziona la macina interna grazie alla forza dell’acqua in movimento.

All’interno del Mulino di Santa Lucia vi è posto l’antico Palmento in cui venivano macinati i cereali sapientemente restaurato nei primi anni 2000. Qui vi è inoltre un piccolo museo fotografico e antropologico dove viene fatta conoscere l’attività dei mugnai che lo abitavano.

Il meccanismo che aziona la macina del palmento è perfettamente funzionante. Essa viene azionata da una leva che fa funzionare o fermare la macina a seconda delle esigenze del mugnaio. La macina vera e propria si compone di una grande ruota di pietra sovrastata da un catino in ferro a forma di piramide rovesciata. Esso veniva riempito con chicchi di grano che cadevano man mano nella macina. Il lavoro era automatizzato; finché c’era il grano il moto corrente delle acque torrente azionava il meccanismo che ne permetteva il funzionamento. Se il grano stava finendo, un contrappeso situato dentro l’imbuto metallico scendeva e faceva suonare “A campana ro massaru” (“La campana del massaro”) che avvisava l’esaurirsi del grano. Un altra componente importante della macina è era una stecca di legno che sbatteva sulla macina facendo capite che era attiva e che stava macinando.

Per visitare il Mulino Santa Lucia telefonate ai numeri telefonici + 39 0931 878 528 e + 39 0931 452 932. Per maggiori informazioni visitate il sito www.museobuscemi.org.

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