Palazzolo Acreide, Palazzo Iudica – Cafici – Caruso

Il Palazzo Iudica – Cafici, divenuto poi di proprietà della famiglia Caruso, è un importante edificio nobiliare che sorge in Via Garibaldi al numero civico 127. Apparteneva ai Baroni Iudica di Palazzolo assieme ad un altro palazzo posto nel Corso Vittorio Emanuele, senza dubbio la più facoltosa famiglia aristocratica palazzolese avente diversi possedimenti di terreni a nord e a sud di Palazzolo, tra cui vanno citati i feudi di Baulì, di Santa Lucia di Mendola, della Cava Cinque Porte – Pianetti – Manghisi in territorio di Noto; e di Fondi, Porticaletto, Famolio e Purbella in territorio di Palazzolo.

La facciata di questo palazzo è caratterizzata dalla sua forma rettangolare (inquadrata da due pilastri) che conferisce all’edificio una certa sobrietà spezzata dalle forme armoniose del portale d’ingresso. Esso è di forma arcuata ed è inquadrato da un corpo a gradoni accanto al quale vi sono quattro aperture (due per lato) di forma rettangolare con finestrone superiore. Ma la parte più bella di questo palazzo è data dall’immensa balconata barocca sostenuta da 27 mensoloni chiamati dai palazzolesi col nome di “Cagnoli” aventi pregevoli figure antropomorfe scolpite a bassorilievo ognuna differente dalle altre. Esse raffigurano: mascheroni grotteschi, volti di bambini, teste di animali mitologici ecc… sovrastati da travoni che presentano pregevoli decorazioni geometriche e floreali scolpite a bassorilievo. Essa è considerata come la più bella e più lunga balconata barocca del mondo intero, paragonabile in provincia solo ai balconi del Palazzo Nicolaci – Villadorata di Noto. Queste figure barocche  sostengono un grande balcone sovrastato da timpani recanti decorazioni a bassorilievo (su tutti quello centrale di tipo spezzato recante lo scudo araldico della famiglia Iudica). Si dice che questa balconata venne fatta costruire dal primo proprietario del palazzo (un esponente della famiglia Iudica) per far vedere che aveva un potente prestigio economico e aristocratico e di conseguenza i faccioni antropomorfi servivano appunto per burlarsi degli altri nobili palazzolesi. Infatti il termine “Cagnolu” indica con disprezzo una persona burlona ma sprezzante allo stesso tempo, proprio come questi mascheroni.

L’interno del palazzo, adibito ad uso abitativo e commerciale, presenta ariose stanze caratterizzate da eleganti elementi architettonici barocchi, decorate con stucchi policromi e ammobiliate con mobili d’epoca.

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