Palazzolo Acreide, Valle dell’Anapo Palazzolese (Tratto ovest Contrada Fiumara – Torrente Fiumarella e Tratto est Stazione di Palazzolo – Bibbinello)

Foto panoramica del tratto palazzolese della Valle dell’Anapo.

A nord di Palazzolo Acreide vi scorre il tratto iniziale del Fiume Anapo, che bagna la zona dal Monte Poi ad ovest (tra i territori di Buscemi, Buccheri e Giarratana) all’area di Bibbinello ad est (tra i territori sempre di Buscemi, Cassaro e Sortino) in uno scenario percorso quasi per intero dal vecchio tracciato ferroviario che da Siracusa andava a Ragusa e a Vizzini passando per i centri montani della Valle dell’Anapo, e tra di essi vi era Palazzolo (vedi link “Ex Stazioni di Buscemi e Palazzolo e Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini” nella pagina precedente) toccando anche la stupenda zona in cui sorge la Necropoli di Pantalica. L’Anapo in questo tratto funge anche da confine tra i territori comunali palazzolesi e buscemesi.

Il tratto del Fiume Anapo palazzolese scorre in un’ampia vallata molto fertile (la contrada è nota col nome di “Fiumara”) scavalcata dalla SS 124 Palazzolo – Buscemi da un lungo e curvo viadotto denominato appunto “Anapo” che divide idealmente questa zona in due tratti; quello occidentale e quello orientale.


L’alto corso del Fiume Anapo ad ovest di Palazzolo Acreide.


Il Fiume Anapo nei pressi della confluenza col Torrente Bibbinello, ad est di Palazzolo.

Il tratto occidentale della Valle dell’Anapo palazzolese è abbastanza facile da esplorare (fino ad un certo punto come vedremo più sotto). Andare presso la riva del fiume è facile; dalla SS 124 basta imboccare la S.P. 23 per Giarratana e, oltrepassata la vecchia stazione (che, seppur in territorio palazzolese, serviva Buscemi e il proprio territorio) prendiamo una traversa alla nostra destra. Questa era la vecchia strada per Buscemi che, dopo aver oltrepassato un piccolo ruscello (che si origina da una sorgente sotterranea) tramite un piccolo ponte di pietra, passa sotto il viadotto appena citato costeggiando alla nostra sinistra le pendici del Monte Poi, e alla nostra destra un vecchio mulino (Case Salonia) di cui resta una parte della “Saia”, ossia la condotta che prendeva l’acqua dal fiume per far funzionare i frantoi interni del non più esistente impianto molitorio. Da qui la strada si biforca, a destra si va verso Buscemi scavalcando il fiume tramite un vecchio ponte di pietra (che non sembra percorribile in auto, ma a piedi o in bicicletta dovrebbe essere percorribile) mentre a sinistra si costeggia la riva del fiume tramite un sentiero (che più avanti diventa sterrato e non più percorribile in auto) posto in mezzo ad una lussureggiante vegetazione (e anche a qualche campo coltivato). Da qui possiamo risalire l’alto corso dell’Anapo fino alla confluenza col Torrente Fiumarola (corso d’acqua che si origina presso il Monte Contessa in territorio di Buscemi). Da qui in poi il tratto dell’Anapo diventa scosceso per la conformazione montana da qui fino alle sue sorgenti poste in località Guffari (tra Buccheri e Buscemi).

La zona orientale è per intero costeggiata dal vecchio tracciato della Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini e lo si può esplorare al massimo in mountain bike. Scendendo dal sentiero posto di fronte alla zona di Serramezzana (su cui sorgono le rovine del Castello di Palazzolo) scendiamo fino alla vecchia Stazione di Palazzolo seguendo i sentieri che conducono verso nord (zone della Fiumara e di Costa Greca) per trovare il corso dell’Anapo più prossimo alla città palazzolese. Tornati sul vecchio tracciato ferroviario si può costeggiare i tratti dell’Anapo posti presso le Contrade Boschetto, Pantano, Catania, Cavetta e Bibbinello e man mano la vallata si restringe entrando man mano nel cuore dell’area iblea solcata da questo storico fiume arrivando nei pressi del territorio di Cassaro all’inizio dell’area della Riserva di Pantalica tra vecchie gallerie ferroviarie scavate nella roccia, folta macchia mediterranea che circonda vecchi edifici di servizio della ferrovia, ruderi di antichi mulini, rovine archeologiche (in maniera particolare presso l’area di Bibbinello), sorgenti poste sui rilievi iblei limitrofi (tra cui la Sorgente Catania) e numerosi anfratti dove il fiume comincia ad ingrottarsi e a formare cascatelle e piccoli laghetti (chiamati “Uruvi” in dialetto) popolati da tinche e trote tra cui la rarissima Macrostigma che popola solo gli abbondanti corsi di acqua dolce della Sicilia sudorientale. Le spettacolari ma irte e ripide pareti a strapiombo tipiche delle strette cave iblee fanno da cornice a questo fiume molto importante per l’economia provinciale e per la storia antica e contemporanea del territorio aretuseo.

Lungo l’intero tratto palazzolese del Fiume Anapo vi è un’incontaminata vegetazione mediterranea di cui possiamo ammirare numerose specie vegetali quali: il Mirto, il Rovo, l’Ortica Iblea (pianta rarissima che si trova solo nei territori iblei; essa ha la caratteristica di non presentare i peli urticanti), l’Avena selvatica e piante odorose come il Rosmarino e l’Origano. Inoltre vi sono numerose specie di Orchidee selvatiche che colorano le pareti scoscese.

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