Pozzallo, *Area iblea e rovine di Contrada Scaro – Grottelle – Pietrenere

Pozzallo

 *Area iblea e rovine di Contrada Scaro – Grottelle – Pietrenere

Ad est di Pozzallo raggiungiamo l’ampia area nota come “Scaro”, che comprende anche le zone note come “Grottelle” e “Pietrenere” (che da il nome al limitrofo litorale posto nell’area orientale della città pozzallese). Questa zona la si può raggiungere da molte strade (S.P. 67 Pozzallo – Marza su tutte nonché varie strade interne) e si presenta come una vasta area antropizzata data la presenza di villette, strutture ricettive e terreni agricoli (inclusi anche oliveti).

Nell’entroterra di questa vasta area sarebbero state rinvenute delle rovine di epoca greca riconducibili ad un insediamento rurale risalente al 450 a.C. circa. Si tratterebbe di un villaggio con annessa necropoli composta da tombe a fossa (la cosiddetta “Tomba Messena”) le cui rovine sarebbero ubicate molto probabilmente presso la zona nota come “Scaro” immediatamente ad est di Pozzallo (zona a nord di Viale Orsa Maggiore, raggiungibile dalla traversa “Scaro Inchiudenda” posta sulla S.P. 67 alla nostra sinistra venendo da Pozzallo, oppure dalla traversa alla nostra destra venendo da Pozzallo, che conduce al supermercato Eurospin). Sono invece più note le rovine poste tra le Contrade Grottelle e Pietrenere tra la S.P 67 e la S.P 121 Recupero – Santa Maria del Focallo (che conduce in territorio ispicese costeggiando il Torrente Favara, il corso d’acqua che si origina presso la Cava d’Ispica e che sfocia in mare proprio a Santa Maria del Focallo); La zona è raggiungibile sia dalla traversa che conduce al ristorante “Lo Scoglio”, sia da traverse poste alla nostra sinistra (venendo da Pozzallo) presso la S.P. 121, andando in direzione “Contrada Recupero”. Qui vi è un tavolato roccioso in cui sono state rinvenute dall’archeologo Paolo Orsi tracce di insediamenti rurali, antiche “Carcare” ossia fornaci per la fabbricazione di calce e tombe a fossa (in una di queste trovò anfore con varie monete di epoca romana).

In tutta quest’area infine possiamo ammirare una folta macchia mediterranea nelle aree non antropizzate.

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