Priolo Gargallo, Basilica Bizantina di San Focà

Priolo Gargallo

Basilica Paleocristiana di San Focà


La Basilica bizantina di San Focà, posta presso la periferia meridionale di Priolo Gargallo.

Dalla Via Salso, tramite la Via Reno, raggiungiamo l’area in cui è collocata la Basilica di San Focà. Questa chiesa è considerata come una delle più antiche di tipo paleocristiane della Sicilia e dell’Italia intera ed è ubicata presso la periferia sud di Priolo Gargallo nel popoloso quartiere detto appunto “San Focà” (ubicato lungo la Via Salso e raggiungibile sia dalla S.P. 114 Siracusa – Priolo, sia dalla S.P. 25 Priolo – Floridia collegata allo svincolo autostradale di Priolo Sud sull’Autostrada SR – CT). Essa è il monumento turistico – culturale più importante di Priolo Gargallo assieme alle rovine dell’antica città di Thapsos. Questa Basilica, consacrata al Martire turco “San Focà di Sinope”, venne edificata nel 343 d.C. per volere dell’allora Vescovo di Siracusa Germano. Nel corso dei secoli la Basilica ha subito rifacimenti, di cui un ampliamento che prevedeva tre Navate con la conseguente costruzione di un piccolo Eremo, ma anche numerosi danneggiamenti, di cui l’ultimo avvenuto molto probabilmente nel 1693, anno del catastrofico terremoto che distrusse buona parte della Sicilia sud orientale. Nel 1700 la Basilica venne restaurata ma una Navata non venne ricostruita poiché crollò in seguito al terremoto. Verso la fine del 1800 l’archeologo Paolo Orsi, scoprì che questa non era una chiesa di campagna come si credeva all’epoca, ma di una delle più antiche chiese paleocristiane italiane. Oggigiorno la Basilica di San Focà e il suo attiguo Eremo sono aperti al culto e visitabili.

L’esterno della Basilica, posto presso un Sagrato caratterizzato da una pavimentazione formata da formelle di pietra esagonali si caratterizza per la compattezza e l’assenza di decorazioni sennonché si può notare la parte esterna dell’Abside semicircolare. La facciata presenta solamente un portale e una finestra di forma rettangolare piuttosto semplice; a destra di essa vi è l’ingresso all’Eremo.

L’interno della Basilica possiede due Navate, quella “centrale” e quella “destra” (visto che quella sinistra è ormai crollata). Nella Navata centrale possiamo ammirare innanzitutto le arcate che sostenevano la volta della Navata sinistra, In fondo vi è l’Abside semicircolare in cui vi è posto l’Altare Maggiore col relativo Tabernacolo, sovrastato da una bella copia del “Crocifisso di San Damiano di Assisi”. Più in alto vi è una copia del dipinto raffigurante “San Focà di Sinope” copia fatta nel 1999 della tela dipinta nel 1862 dal pittore palazzolese Giuseppe Tanasi e rubata nel 1996 da ignoti ladri.

Nella Navata destra vi sono alcuni Altari pregevoli presso i quali sono state rinvenute lastre sepolcrali. In una di queste, verso la fine del 1800, vennero ritrovate delle ossa che vennero attribuite a colui che fece edificare la Basilica, il Vescovo Germano (anche se si dice che queste ossa siano proprio di “San Focà di Sinope”). Queste ossa vennero dapprima portate a Siracusa presso la Curia Arcivescovile, c’è chi dice che siano tumulate in uno degli ossari della Cattedrale aretusea, e c’è chi sostiene che siano contenute in una Cassa – Reliquiario posta presso la Chiesa di Santa Maria Immacolata a Priolo Gargallo.

Accanto alla Chiesa vi è infine l’Eremo di San Focà, abitato in passato da alcuni Monaci. Oltrepassato l’ingresso dell’Eremo, vi è un grande cortile presso cui si affaccia il Convento (attaccato alla Chiesa) che non, come la facciata della Basilica di San Focà, non possiede particolari decorazioni architettoniche.

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