*Priolo Gargallo, Castello dei Monti Climiti – Castelluccio – Scala dei Provenzali (Fortezza Trecentesca dei Monti Climiti – Ruderi Rupestri di Contrada Castelluccio e Necropoli di Bugno Grande – Scala dei Provenzali)

Priolo Gargallo

*Castello dei Monti Climiti – Castelluccio – Scala dei Provenzali
(Fortezza Trecentesca dei Monti Climiti – Ruderi Rupestri di Contrada Castelluccio e Necropoli di Bugno Grande – Scala dei Provenzali)

Percorrendo la S.P. 76 Floridia – Sortino collocata nell’area priolese dei Monti Climiti, risaliamo il rilievo noto come “Monte Cavallaro” superando tramite una serie di tornanti l’area nota come “Morghella” (in cui è posto il bacino idroelettrico del Fiume Anapo) salendo quindi sull’altopiano andando in direzione dell’agriturismo “Masseria Italia” (facente parte del Feudo di Casino Grande anticamente col nome di “Masseria Cavallaro”). Ad est dell’agriturismo seguiamo un’antica “Trazzera” che ci conduce alla fine di un rilievo roccioso posto a strapiombo posto nella località “Castelluccio” (da non confondere con l’omonima più nota località posta in territorio di Noto) in cui vi sono collocate le rovine del cosiddetto “Castello dei Monti Climiti”, considerato oltre che il principale rudere medievale in territorio priolese anche come il più importante monumento militare dell’Alto Medioevo in Provincia di Siracusa dato la sua data di costruzione (secondo lo studio di vari archeologi) si dice che sia antecedente all’anno 1000 venendo considerato anche come il più antico castello costruito nella provincia aretusea anche se si hanno solo notizie certificate dell’esistenza di questa fortezza a partire dal 1300.

Il castello noto anche come “Castelluccio di Priolo” o anche erroneamente come “Castrum Bizantino” (poiché si credeva che la sua costruzione risalisse all’epoca tardoromano – bizantina) anche se venne costruito prima dell’anno 1000 (fortilizio arabo posto su un preesistente insediamento bizantino?) venne sicuramente ampliato e fortificato a partire dal 1300 per volere del Conte di Augusta Raimondo III Moncada per controllare l’area a nord di Siracusa durante un periodo di lotta tra fazioni locali e spagnole (di cui il conte faceva parte). Il castello svolse poi funzioni militari e venne utilizzato per controllare l’area in caso di invasioni via mare o via terra. Venne abbandonato prima del suo crollo avvenuto durante il terremoto del 1693. Oggigiorno di questo castello ne restano solo le rovine abbandonate da tempo e poco salvaguardate.

Il castello era formato da una doppia cerchia di mura (di cui rimangono i ruderi) che andava a racchiudere un grande torrione circolare (di cui resta solo la base inferiore) utilizzato per controllare la costa che andava da Siracusa all’attuale aria occupata dalla città di Augusta. Sotto le rovine di questo torrione vi sono i resti di una cisterna per l’acqua piovana e di magazzini sotterranei.

Presso le pareti rocciose su cui è posto questo castello nell’area nota come “Bugno Grande”, vi sono ubicati i resti di un insediamento di tipo rupestre di epoca neolitico – sicula (con tombe risalenti all’epoca della “Civiltà di Castelluccio” dall’omonima località posta nei pressi di Noto in cui si sviluppò) ma con frequentazioni di epoca bizantina comprendente anche una Chiesa Rupestre (aree rispettivamente a sud e a nord del sito collinare in cui sono poste le rovine del castello). Da ammirare anche una vasta necropoli di epoca tardo bizantina con resti di fossi sepolcrali scavati nelle rocce affioranti. Vi sono inoltre le rovine di antiche “latomie” ossia cave di pietra di epoca greca e di antiche “Carcare” ossia fornaci per la produzione di calce, nonché di numerosi insediamenti di tipo rurale e di antiche carraie o “Trazzere”.

Ad est del castello, all’imbocco della Cava Case Mulino, è posto un sentiero noto come “Scala dei Provenzali” (raggiungibile dalle rovine del castello da un sentiero posto nel ciglio del rilievo montano a strapiombo sulla Valle dell’Anapo), che si presenta molto simile alla “Scala Primosole” (vedi link nella pagina precedente) che serviva proprio per collegare la piana antistante ai Monti Climiti con questa fortezza. Oggigiorno di questa scala che collegava l’area di Castelluccio all’area della Masseria Puliga rimane ben poco in seguito ai numerosi crolli che ha subito durante i secoli (e il sentiero è ovviamente molto difficile da percorrere). La scala la si può anche ammirare dall’area di Puliga e tramite essa si possono raggiungere alcune tombe dell’omonima necropoli neolitica.

Bisogna dire infine che dall’area di “Castelluccio” possiamo ammirare un ottimo panorama della costa settentrionale della Provincia di Siracusa fino ad arrivare all’area del catanese e dell’Etna (e di buona parte della costa nord della Sicilia) nonché di buona parte della bassa Valle dell’Anapo con i centri di Floridia e Solarino e i corrispettivi rilievi di matrice iblea.

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