*Priolo Gargallo, Cava Monachella e Catacombe rupestri

Priolo Gargallo

*Cava Monachella e Catacombe rupestri

A sud di Priolo vi è posto un breve vallone di natura iblea noto come “Cava Monachella” (localmente “A cava ‘a munachedda” ) in cui un tempo scorreva un antico corso d’acqua che si immetteva presso la Cava Mostrigiano formando più a valle il “Torrente Monachella – Mostrigiano” (ora canale di gronda e di scolo). Le pareti di questa breve ma interessante cava sono facilmente raggiungibili da Priolo Gargallo (le pareti nord sono raggiungibili dalle Vie dei Greci, Manzoni, Torquato Tasso (sponda nord andando da ovest verso est) e dalle traverse di Via Pindemonte (sponda sud andando da est verso ovest).

La Cava Monachella, dove con molta probabilità si affacciava il villaggio noto come “Leon” (vedi link nella pagina precedente), comprende numerosi siti rupestri di epoca bizantina di cui va citata la presenza di insediamenti abitativi di tipo rupestre che formano vari complessi noti come “case – grotta” (popolati durante il medioevo siciliano da popolazioni di origine bizantina prima e da pastori locali dopo). I siti rupestri più importanti sono però le numerose catacombe rupestri collocate nelle pareti di questa cava di cui quella principale raggiungibile dal tratto iniziale del Viale Annunziata seguendo un sentiero posto ad est del Consorzio Universitario Megara Ibleo andando sempre dritto fino ad un carrubeto, da li scendiamo nella cava e troviamo il sito sepolcrale. Qui vi è posta una vasta catacomba paleocristiana formata da due caverne di cui nella prima (posta alla nostra sinistra) al cui interno sono posti 26 loculi sepolcrali formati da nicchie ad arcosolio e da fosse scavate nel terreno mentre nella seconda (molto più piccola) vi sono solo 3 loculi sepolcrali. Attorno vi sono resti di altri siti sepolcrali minori formati da grotticelle artificiali o da fossi sepolcrali (alcune di esse ancora parzialmente interrate).

Presso questa cava vi sono anche resti di insediamenti militari di cui i più antichi risalenti all’epoca della guerra tra Atene e Siracusa (facente parte della “Guerra del Peloponneso” tra la stessa Atene e la città di Sparta di cui proprio Siracusa era alleata) mentre i più “recenti” risalgono all’epoca tardoromana e fanno capo all’invasione barbara della Sicilia (in particolare di Siracusa) ma vi sono anche rovine di antiche strade carraie, di cisterne e condotte idriche scavate nella roccia nonché di insediamenti agricoli semi rupestri di cui tutte queste grotte facevano parte di un vasto sistema di “case – grotta” (non del tutto dissimile a quelli posti all’interno delle aree iblee del siracusano come quelli di Sortino Diruta, Buscemi o Avola Antica) con all’interno stalle rupestri di tipo fortificato, utilizzate fino a non pochi secoli fa.

Queste grotte molto probabilmente fungevano anche da “eremo rupestre” comprendenti anche piccoli oratori che ospitavano comunità eremitiche, e il nome “Monachella” dato a questa località molto probabilmente doveva indicare la presenza di una “monaca eremita”.

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