*Priolo Gargallo, Cava Mostringiano – Scrivilleri e Necropoli varie (Cava Cuba – Mostringiano – Scrivilleri ovest e necropoli paleocristiana – Cava Mostringiano est e Catacombe di Porcheria)

Priolo Gargallo

*Cava Mostringiano – Scrivilleri e Necropoli varie
(Cava Cuba – Mostringiano – Scrivilleri ovest e necropoli paleocristiana – Cava Mostringiano est e Catacombe di Porcheria)

Dalla S.P. 25 Priolo – Floridia imbocchiamo la Traversa Mostringiano – Saccuzzo che conduce alla Masseria Scrivilleri. Di fronte a questa masseria feudale (che funge da agriturismo) è posta la vasta cava iblea nota come “Cava Mostringiano – Scrivilleri” o più semplicemente “Cava Mostrigiano” (dal nome della contrada in cui si origina) in cui sono poste numerose testimonianze del passato.

La Cava Mostringiano, posta a nord della Masseria Scrivilleri (e raggiungibile da una traversa adiacente all’omonimo agriturismo) è una delle più importanti cavità di tipo ibleo del territorio priolese che si origina dall’inghiottitoio noto come “Cava Cuba” (posto ad ovest sui Monti Climiti) in cui è collocata la sorgente del Torrente Mostringiano, che più a valle va a formare il Torrente Priolo alla confluenza con la Cava Monachella (nonostante la sorgente il corso d’acqua si presenta prevalentemente secco in estate mentre durante le piogge possiede una discreta portata idrica) essendo utilizzato nel suo ultimo tratto come “canale scolmatore” che confluisce nel Mare Ionio sfociando in località “Pezzagrande” a sud degli impianti di raffinazione Isab “Lukoil” Nord di Contrada Bagnoli – Riuzzo.

Tornando a parlare della cava, essa era in passato sede di diversi insediamenti abitativi di varie epoche a partire da quella neolitica per finire a quella bizantino – altomedievale di cui restano tracce di antiche “Carcare” ossia fornaci composte da fosse circolari in cui veniva prodotta la calce con cui venivano rivestiti gli edifici. In questo tratto della cava è posta anche un’interessante Necropoli paleocristiana formata da due catacombe rupestri poste rispettivamente nelle pareti nord e sud della cava; le due catacombe sono uguali visto che entrambe possiedono circa 6 – 7 colombari scavati nella roccia e tombe a fossa di forma quadrangolare scavate nella pavimentazione, anche se in quella di destra sono presenti i resti di un altare e molto probabilmente svolgeva anche la funzione di “oratorio rupestre”. Da questa zona è possibile risalire verso l’area di “Cava Cuba” in cui oltre alla sorgente sopracitata vi sono anche altri ruderi rupestri di epoca neolitico – sicula nonché cavità carsiche poste nell’area montana nota come “Monte Conchiglia” (chiamato così per via della forma simile ad una conchiglia aperta).

La Cava Mostringiano, oltrepassata da alcuni viadotti dell’Autostrada CT – SR (Mostringiano I, II e III) nel suo tratto più a valle ospita un grosso impianto estrattivo (che l’ha deturpata cancellando molto probabilmente altre rovine archeologiche). Da questo punto in poi si entra nell’area nota come “Porcheria” o “Cava della Porcheria”; questo nome deve la sua origine al termine latino “Pulchra” ossia “Fanciulla – Ragazza” per il fatto che in quest’area è collocata una catacomba sempre di epoca paleocristiana in cui sin dal medioevo si presume vi sia stata sepolta una bella e giovane ragazza (di cui si non si conosce la causa della sua morte, molti pensano sia una “Martire” cristiana, altri un’esponente della nobiltà siracusana, altri una contadina ecc…); oggi il nome viene adottato perché questa cava è spesso e volentieri utilizzata come “discarica”.

Le Catacombe di “Cava della Porcheria” divise a loro volta in “Porcheria I” e “Porcheria II” sono raggiungibili sia da un sentiero posto al termine della Via Bormida nel quartiere San Focà, sia dalla Traversa Porcaria, sia dalla Via Martiri di Via Fani; sono collocate l’una adiacente all’altra presso un fondo privato posto di fronte ad uno sbarramento idrico ma andandoci dal basso corso della cava è possibile visitarle (specie in estate quando il corso d’acqua è secco ed è più facile risalirlo). Esse si presentano come una serie di grotte di cui la principale si presenta simile al sistema tombale di Contrada Manomozza (anche se meno vasto) possedendo gallerie interne con loculi ad arcosolio e tombe a fossa scavate nella pavimentazione calcarea; al centro della catacomba di “Porcheria I” (sponda sinistra della Cava Mostrigiano) che è la più grande è posta una tomba a baldacchino che si presume sia il sepolcro della bella ragazza di cui abbiamo parlato poco prima. Presso la catacomba di “Porcheria II” (più piccola della precedente) vi sono sempre interessanti sepolcri a baldacchino, ma in uno di questi è stato ricavato un pozzo artesiano. Attorno vi sono altri ingrottamenti (molto probabilmente antichi rifugi rupestri ormai danneggiati) e altri siti sepolcrali simili sempre a quelli posti in Contrada Manomozza. Tutte questi siti rupestri a ridosso di Priolo vennero utilizzati prima come “casa – grotta” (molti secoli dopo esser state pulite dai cadaveri o da quello che ne rimaneva) poi come “ovili fortificati” e poi infine come rifugio durante la II guerra mondiale.

La Cava Mostringiano scendendo verso est entra in territorio priolese venendo scavalcata dalle Vie Giuseppe Giusti, Paolo Motta e Pentapoli, nonché dalla S.P. 114 Priolo – Augusta e infine dal tratto di Via Castel Lentini che conduce sia alla Stazione Ferroviaria di Priolo – Melilli sia alla Litoranea di Priolo, in cui è possibile ammirare la foce del torrente in Contrada Pezzagrande (che è collegato al limitrofo Torrente Castellaccio da un canale scolmatore posto in Contrada Barricello nei pressi del tratto della S.P. 114 che collega Priolo a Siracusa).

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