Priolo Gargallo, Guglia di Marcello

A poca distanza dal litorale di Priolo Gargallo posto in Contrada Fondaco Nuovo, vi sono collocate le rovine della “Guglia di Marcello”, monumento di origine romana raggiungibile dall’area delle Saline di Priolo da un sentiero recante le indicazioni per raggiungerla. La si può anche raggiungere dalla fine di Via Castel Lentini prima della rotatoria che conduce a Marina di Priolo; sulla nostra destra vi è un lungo sentiero sterrato che costeggia ad ovest le Saline di Priolo arrivando fino all’area della guglia; si presume che essa sia un tracciato facente parte della “Via Pompeia”, strada romana che collegava Siracusa a Messina (di cui si sono perse le tracce perché molto probabilmente è stata inglobata nella lunga SS 114 che collega appunto tra loro Messina, Catania e Siracusa e buona parte dei centri più importanti posti nelle loro province).

La “guglia” (dal siciliano “Augghia” ossia “ago” per la sua forma che andava ad appuntirsi verso l’alto) era una misteriosa costruzione di cui la vera funzione e soprattutto l’età in cui venne costruita sono un vero mistero: secondo alcuni studi la “Guglia” sarebbe un “trofeo” (monumento commemorativo) di origine greca con cui si attesta un punto in cui i siracusani sconfissero l’esercito ateniese durante la guerra tra Sparta (alleata di Siracusa) e Atene; secondo altri sarebbe un obelisco costruito dal console Marcello con cui si commemorava la conquista della gloriosa e potente Siracusa da parte dei romani (difatti per questo viene chiamata “Guglia di Marcello”); secondo altri sarebbe stata una delle tante torri di segnalazione su cui venivano accesi giganteschi fuochi per avvisare le popolazioni dell’entroterra in caso di incursioni nemiche (esempio simile è la “Torre Fano” ubicata nei pressi di Pachino); oppure era un monumento medievale per segnalare il confine con la “Contea di Agosta” (antico nome di Augusta) essendo anche nota con il nome “Guglia di Agosta”.

Architettonicamente la “Guglia di Marcello” era di forma piramidale (per questo le prime due ipotesi che sia stato un monumento commemorativo sono più plausibili, soprattutto quella legata al console Marcello) la cui cima crollò del tutto in seguito a vari terremoti; si citano quelli del 1542 dallo studioso cinquecentesco Tommaso Fazello e quello del 1613 secondo Vito Amico (vissuto tra il 1600 e il 1700), anche se molto probabilmente venne danneggiata del tutto nel terribile terremoto del 1693. Lo studioso siracusano Vincenzo Mirabella (che visse nel 1600) elaborò un disegno raffigurante la “Rada di Augusta” che si affacciava di fronte alla guglia che delimitava il confine meridionale del territorio augustano. Dopo il 1700 venne studiata e citata da Jean Houel, Johann Hermann von Riedesel. Vivant Denon e August De Savye che ne constatarono il suo stato ormai diroccato e quasi del tutto in rovina, un po’ come si trova tuttora.

Malgrado tutto ora come ora sono rimaste in piedi le fondamenta, che vennero spogliate man mano (difatti molti blocchi che componevano la guglia furono usati per costruire masserie o abitazioni) facendo restare ben poco di questo monumento di origine ed uso misterioso che solo ora sta venendo man mano reso fruibile ai turisti (specie quelli che visitano anche le Saline di Priolo). Si presume inoltre che sotto la guglia vi sia collocato un “mausoleo” sotterraneo in cui vi sarebbero stati sepolti esponenti della nobiltà romana in istanza a Siracusa anche se questi ruderi dovrebbero essere studiati più attentamente e approfonditamente per capirne di più sulla sua misteriosa storia e sul suo vero utilizzo.

Va detto che nella zona meridionale della Provincia di Siracusa è posto un monumento più o meno simile, noto come “Colonna Pizzuta” posto nei pressi di Lido di Noto (vedi sezione riguardante Noto per saperne di più).

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