*Priolo Gargallo, Presunti Ruderi di Trogylos (San Focà – Barricello – area “IAS” – Centrale “Archimede” – Fondaco Nuovo – Magnisi – Carcarelli)

 

Priolo Gargallo

*Presunti Ruderi di Trogylos
(San Focà – Barricello – area “IAS” – Centrale “Archimede” – Fondaco Nuovo – Magnisi – Carcarelli)

Nell’area a sud di Priolo Gargallo si presume che vi sia localizzata l’area in cui sorgeva il villaggio greco di nome “Trogylos” che molto probabilmente era una vasta area abitativa posta a nord di Siracusa con diversi approdi marittimi che vanno dall’area di Santa Panagia a a quella a sud della Penisola Magnisi comprendenti quindi anche le aree siracusane di Scala Greca, Stentinello e Targia (in quest’ultima zona vi è un’area erroneamente nota come “Porto di Trogilo” ma non era altro che un approdo antico facente parte dell’antica Siracusa greca). Questo villaggio era principalmente un’area rurale che viveva di agricoltura e di pesca che molto probabilmente venne abitato sino all’epoca bizantina e abbandonato prima della venuta degli arabi in Sicilia (fatta eccezione per l’area nota come San Focà in cui vi è posta una Basilica bizantina che fungeva anche da Eremo). Una leggenda locale dice che qui si stabilirono alcuni coloni greci guidati dal condottiero Lamis che si stabilirono qui fondando prima Thapsos presso la Penisola Magnisi e poi Megara Iblea presso le foci del Torrente Cantera e del Fiume Marcellino più a nord in territorio di Augusta.

Secondo quanto scritto da numerosi studiosi del passato tra cui citiamo Tommaso Fazello e Filippo Cluverio l’area di Trogilo era posta presso le attuali zone di Targia e Stentinello a nord di Siracusa, mentre per lo studioso greco Polieno il nome sarebbe una storpiatura di “Trotylon”, il villaggio mitico posto a nord di Megara Iblea presso le sponde del Torrente Porcaria tra i territori di Villasmundo (Melilli) e Brucoli (Augusta), mentre alcuni studiosi nella parola “Trogylos” hanno individuato il significato di “Uccelli Migratori” per cui si indicherebbe l’area umida posta tra la Penisola Magnisi che, riparata dalle onde marine, dava cibo e rifugio a numerosi volatili migratori (la stessa cosa che avviene ora nelle Saline di Priolo). Secondo Paolo Orsi, Luigi Bernabò Brea e Santi Luigi Agnello Trogylos si trovava nell’attuale area di San Focà, dove ora sorge l’attuale quartiere collocato a sud di Priolo, che ospita anche l’area residenziale nota come “Villaggio Sincat” che si presume costruito sulle ultime rovine di questo villaggio cancellandole per sempre (e si ritiene che sia stata ricoperta anche la limitrofa area sepolcrale nota come “Manomozza III” appartenente alle omonime catacombe collocate a sud di Priolo).

A differenza dell’area nota come “Leon” (posta ad ovest di Priolo Gargallo) in cui vi è qualche sporadica rovina, di “Trogylos” sembra che non vi siano tracce tangibili anche se esplorando bene l’area a sudest di Priolo compresa tra le aree di San Focà (di cui l’omonima Basilica doveva esserne il principale luogo di culto in epoca bizantina) molto probabilmente si potrebbe rinvenire qualcosa anche se ormai l’area è colma di vari caseggiati (abitativi e industriali). L’area ancora “non edificata” è quella ad est della Contrada Barricello (posta nei pressi dell’Hotel La Bussola e del CIAPI di Priolo ed attraversata dalla S.P. 114 Priolo – Siracusa) composta da vari terreni incolti e abbandonati collocati nei pressi dell’area in cui sorge la “Guglia di Marcello”.

Di Trogilo molto probabilmente faceva parte l’area posta tra i rilievi di Contrada Spatinelli e le Cave Mostringiano e Biggemi in cui sono stati localizzati vari ruderi rupestri che molto probabilmente sorgevano al di fuori del tessuto urbano del villaggio di epoca greca.

Arrivando all’area a ridosso del litorale di Marina di Priolo, possiamo stabilire che molto probabilmente il vero e proprio “Porto di Trogilo” era collocato in un’area che tuttora comprende l’imbocco alla Penisola Magnisi occupato ora dal depuratore “IAS” formando due aree di attracco a nord comprendendo l’area nota come “Carcarelli” (ora occupata dagli impianti di raffinazione dell’Isab nord) e a sud presso Marina di Priolo – Fondaco Nuovo in cui si affaccia l’area balneare priolese (dietro alla quale è posta la Centrale Termoelettrica Archimede). Tutta questa zona marina comprendeva molto probabilmente l’area portuale di Trogilo che era favorita dalla posizione protetta anche grazie alla presenza della Penisola Magnisi che fungeva da “molo naturale, anche se delle antiche infrastrutture portuali non vi è nessuna traccia (fatta eccezione per alcuni ruderi appartenenti a Thapsos posti presso la Penisola Magnisi).

In queste zone andrebbe condotta una campagna di scavi archeologici per tentare di ritrovare quante più informazioni sul perduto villaggio di Trogilo.

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