Prodotti tipici del Siracusano, I Funghi e i Tartufi dei Monti Iblei

Cenni generali sui funghi e sui tartufi dei Monti Iblei del siracusano

La Provincia di Siracusa, in particolare la zona iblea comprendente fitti boschi oppure ettari di macchia mediterranea incontaminata a ridosso delle numerose cave iblee (in maniera particolare nei territori di Noto, Canicattini Bagni, Palazzolo Acreide, Cassaro, Ferla, Buscemi, Buccheri, Sortino, Pedagaggi, e in maniera minore nelle aree di Solarino, Floridia, Siracusa, Avola, Melilli, Augusta e Lentini), è un’area territoriale ambitissima dagli amanti della micologia e da chi per passione raccoglie funghi commestibili (anche per bisogna avere gli specifici certificati dalle ASL per poterli raccogliere).

La specie più pregiata e ricercata per quanto riguarda i funghi di bosco è rappresentata dai cosiddetti Funghi i Carrubo (localmente “Fungi i Carrua”), ossia i funghi che crescono sotto gli alberi di carrubo. Questi funghi, ritenuti i “Porcini degli Iblei” per la loro fragranza, sono molto deliziosi e non a caso essi sono divenuti un vero e proprio “prodotto di nicchia” che si trova solo nella zona iblea della provincia aretusea e in altre aree montane della Sicilia. Questi funghi vengono utilizzati per accompagnare ghiotti primi piatti (in genere tagliatelle caserecce o zuppe), secondi a base di selvaggina e carne di cinghiale, ma soprattutto i Funghi di Carrubo si apprestano ad essere consumati arrostiti sulla graticola, allo spiedo oppure a “Ghiotta” con pomodoro in umido.

Bisogna dire che vi sono molte altre specie di funghi commestibili che si possono raccogliere presso le aree iblee della provincia siracusana tra cui alcuni funghi della famiglia dei Porcini, i cosiddetti “Funghi di Ferla” che crescono nei pressi dell’omonima pianta (la Ferula, nota anche come “Ferla”, non indicando quindi l’omonimo centro della provincia aretusea) e i cosiddetti “Funghi di Muschio” che crescono sotto alcuni alberi ecc… Nel territorio vi sono alcune aziende che coltivano funghi da tavola (Champignons, Chiodini, Pletorus ecc…). Questi funghi possono essere cotti in varie maniere (in umido, arrostiti, in padella ecc…) da soli o accompagnando piatti tipici (pasta, focacce, pizze, carne, pesce ecc…); oppure vengono conservati in olio di oliva.

Va detto infine che presso le zone iblee del siracusano (specie nelle zone di Palazzolo, Cassaro, Ferla, Buscemi, Buccheri, Pedagaggi e Sortino, talvolta anche in territorio di Noto) vengono trovati anche ottimi tartufi grazie all’ausilio di speciali cani che abbaiando segnalano la loro presenza sotto terra.

I tartufi (in generale) si presentano come tuberi di colore nerastro ma la loro struttura genetica è molto simili a quella dei funghi. Non essendo molto conosciuti rispetto ad altri tartufi italiani, quelli degli Iblei hanno un costo relativamente minore (anche se non a buon mercato) ma non per questo risultano meno pregiati di altri. Questi tartufi vengono utilizzati per insaporire vari piatti a base di carne, pesce e verdure, vari tipi di conserve, insaccati, formaggi e ad aromatizzare l’olio d’oliva locale. L’evento che sponsorizza maggiormente questi tartufi è la Sagra del Tartufo Nero di Ferla che si tiene in estate presso la cittadina ferlese.

Per informazioni più dettagliate della micologia nel siracusano e nei Monti Iblei consultate il sito www.ambsiracusa.it.