Prodotti tipici del Siracusano, Il Vino Nero d’Avola

Cenni generali sul Vino Nero d’Avola


Due bottiglie di Nero d’Avola.

Il “Nero d’Avola” è il vino più conosciuto dell’intera Sicilia ed è il prodotto enogastronomico di tipo vitivinicolo più importante della Sicilia sud orientale oltre ad essere uno dei principali vini prodotti in provincia. Il Nero d’Avola si ottiene da un vitigno locale noto come “Calabrisi” (termine significante letteralmente “calabrese”, derivato dall’unione dei termini “Cala”, che significa “uva” e “Aulisi” che significa “avolese”, che ha portato all’origine di questo nome che potrebbe ingannare la provenienza del vitigno) coltivato nei territori a sud di Siracusa (oltre che in buona parte della Sicilia), noto appunto come “Vitigno Nero d’Avola”.

Il Nero d’Avola è sempre più richiesto dai mercati nazionali ed internazionali, pensando che anticamente era un “vino da taglio” (che serviva per “tagliare”, ossia aumentare il volume alcolico di alcuni vini dell’Italia settentrionale o della Francia). Va detto infine che il Nero d’Avola accompagna qualsiasi specialità culinaria (meglio se siciliana). Questo vino venne prodotto per la prima volta presso la cittadina di Avola, le cui limitrofe campagne un tempo erano colme di vigneti. Un’epidemia di filossera (malattia che attacca i vigneti) annullò quasi del tutto la produzione del vino, che si spostò quasi interamente nei territori comunali di Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini (in cui sono posti i principali stabilimenti vitivinicoli della Provincia di Siracusa), anche se da un po’ di anni ad Avola in alcune aree si è tornato a coltivare il vitigno da cui si ottiene questo importante vino, dando vita ad industrie enologiche di tipo tradizionale. L’uva “Nero d’Avola” è coltivata anche in altre aree del siracusano (Siracusa, Floridia, Solarino, Canicattini, Palazzolo Acreide, Sortino, Villasmundo) e della Sicilia (in particolare nel ragusano e nell’agrigentino).

Come vengono classificati i vini ottenuti con uva “Nero d’Avola”

  • “IGT” (Indicazione Geografica Tipica) presente in gran parte dei vini ottenuti con questo vitigno;
  • “DOC” (Denominazione di Origine Controllata) presente nei vini di qualità piuttosto alta;
  • “DOCG” (Denominazione di Origine Protetta) presente nei vini di qualità superiore, di cui l’unico vino in Sicilia ottenuto con uva “Nero d’Avola” ad avere tale denominazione è il “Cerasuolo di Vittoria” prodotto in Provincia di Ragusa.

Il Nero d’Avola vero e proprio è un vino (ottenuto con uve dell’omonimo vitigno) che si può gustare con moltissimi piatti tipici del territorio anche se è più indicato per pietanze a base di carne e verdure (anche se in molti lo accompagnano con piatti a base di pesce, che come si sa, si accompagnano di solito con del vino bianco) e può avere (a seconda della fermentazione e delle uve utilizzate) vari gusti e colorazioni (anche se di solito si presenta di colore rosso scuro).

Tipi di Vino Nero d’Avola

  • “Novello”: vino appena uscito dalla cosiddetta “Fermentazione tumultuosa del mosto”; si presenta piuttosto leggero; da non confondere con il “Pistammutta” pachinese, ottenuto anch’esso con uva “Nero d’Avola”;
  • “Raffinato”: il Novello continua a fermentare dapprima dentro botti in rovere, poi dopo qualche mese viene imbottigliato per essere venduto; è il tipo di vino maggiormente venduto; 
  • “Invecchiato”: il vino viene lasciato raffinare dentro “Barriques” (piccole botti in rovere) per qualche anno prima di essere commercializzato; il valore di questo vino è molto più alto di quello raffinato poiché esso acquista un particolare aroma e una certa “morbidezza”;
  • “Stravecchio”: il vino viene lasciato a raffinare nelle botti per molti anni (da 5 a più di 10 anni) divenendo piuttosto liquoroso; il colore del vino diventa molto più chiaro e il grado alcolico aumenta facendolo divenire una sorta di “liquore”. Popolanamente viene detto “U vinu addivintau Marsala” poiché molte volte l’aroma diviene piuttosto simile al celebre vino liquoroso prodotto a Marsala mentre alcune volte tende a diventare una specie di “liquore” dal gusto molto marcato. C’è da dire che l’invecchiamento continua fino a quando avviene una sorta di “morte naturale” che fa divenire il vino stravecchio imbevibile che viene chiamato “decrepito”, ma in certi casi il vino continua il suo processo d’invecchiamento anche superando i 20 anni. Comunque anche i “vini decrepiti” hanno il suo valore, soprattutto per i collezionisti. Avere una bottiglia risalente addirittura all’800 o ai primi anni del 900 significa possedere un vero e proprio “tesoro” il cui valore può superare il milione di euro.

Va detto infine che il prezzo del “Nero d’Avola” è variabile; i vini certificati, vecchi o stravecchi possono essere un lusso che solo pochi si possono permettere; ma nei supermercati, nelle cantine enologiche o meglio ancora nelle aziende produttrici ubicate in Provincia di Siracusa (specialmente nella zona sud della Provincia presso il quadrilatero Avola – Noto – Rosolini – Pachino) possiamo acquistare il “Nero d’Avola” a prezzi piuttosto bassi. Nelle campagne aretusee vi sono anche piccole aziende agricole che producono il cosiddetto “Vinu Patrunali”, che in genere è sempre “Nero d’Avola”, poiché esso è sempre ottenuto con il cosiddetto vitigno “Calabrese”.

Esistono anche versioni “aromatizzate” del Nero d’Avola, come ad esempio quello aromatizzato alla Mandorla Pizzuta d’Avola (prodotto presso l’omonima città avolese).