*Rosolini, Area iblea di Contrada Zacchita – Stafenna

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Rosolini

*Area iblea di Contrada Zacchita – Stafenna
(Rilievo ibleo di Contrada Zacchita – Confluenza Torrenti Granati e Scalarangio – Vallone Stafenna e siti archeologici)

L’area iblea tra le Contrade Zacchita e Stafenna.

L’estremità nordorientale del territorio comunale di Rosolini ricade tra le Contrade Zacchita e Stafenna (appartenenti al comune di Noto), interessate dalla presenza di un breve altopiano roccioso raggiungibile dalla SS 115 “Rosolini – Noto” dalla traversa per il centro polidiagnostico “San Luigi” o dalla S.B. 19 “Stafenna – Padro”, i cui imbocchi sono posti alla nostra destra venendo dalla città rosolinese (a sud e a nord del distributore di benzina “Q8”).

Comunque sia arriviamo nei pressi di un breve sito collinare posto presso la confluenza tra i torrenti Granati e Scalarangio  nelle cui pareti rocciose sono posti diverse caverne artificiali di epoche varie.

Il sito è posto tra le due contrade di Zacchita e Stafenna, ubicate rispettivamente a sud e a nord del tratto finale del Torrente Granati, delimitato dalla S.B. 19.

Il torrente che assume il nome di “Vallone Stafenna” dalla corrispettiva cavità iblea, possiede una scarsa portata idrica, nei pressi della breve altura del “Cozzo San Giovanni” (raggiungibile dalla SS 115 “Rosolini – Noto” andando in direzione dell’azienda “Macrostigma”) riceve appunto il Torrente Scalarangio da ovest, compiendo una curva verso nordest andando a lambire le Contrade Bonfallura e Belludia per poi immettersi nel Fiume Tellaro a sud del centro abitato di “San Paolo di Noto” (piccola frazione agricola facente parte del territorio netino).

A sudest è posto il costone roccioso che sovrasta il Vallone Stafenna su cui è posta la Masseria Padro – Barletta, caseggiato rurale sorto con molta probabilità su di un insediamento neolitico del 1800 a.C. da cui provengono resti di capanne, abitato fino al periodo bizantino.

Ad esso oltre al sopracitato sito funerario di epoca rupestre, appartiene una necropoli formata da tombe a fossa disseminate sull’altura raggiungibile dalla S.B. 19.

Il fondo del vallone, raggiungibile sempre dalla S.B. 19 ma da un cancello posto di fianco al rilievo, presenta il sopracitato sito rupestre che comprende anche presunti insediamenti di epoca preistorica risalenti al paleolitico (10000 a.C. circa) posti all’interno di caverne divenute sede di “case – grotta” e di ovili rupestri collocati tra le aree di Cozzo San Giovanni e dell’altura tra le Contrade Zacchita e Stafenna.

Presso quest’area sono state rinvenute tracce di focolai e molti reperti, tra cui citiamo steli funerarie e oggetti in osso e pietra.

Oltre a ciò va citata la presenza di una vasta necropoli rupestre, comprendente tombe di epoca neolitica riconducibili ai periodi della “Civiltà di Castelluccio” (2300 – 1700 a.C.), e all’epoca tardo romana – bizantina.

La più interessante di queste tombe rupestri è la “Grotta delle Due Lettighe”, una catacomba paleocristiana chiamata così poiché al suo interno presenta due tombe a baldacchino scavate nella roccia.

Dalle alture delle Contrade Zacchita e Stafenna possiamo ammirare infine un ottimo panorama delle limitrofe aree iblee tra i territori di Rosolini e Noto.

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