Santa Croce Camerina, Festa di San Giuseppe (Festa Liturgica – Festa Esterna – Festa di San Giuseppe Artigiano dell’1 Maggio)

Santa Croce Camerina

Festa di San Giuseppe

“San Giuseppe”, il Patrono di Santa Croce Camerina.

La festa in onore di “San Giuseppe” di Santa Croce Camerina è la più importante di questa cittadina del ragusano assieme alla festa di “Santa Rosalia” (celebrata a Settembre), in quanto consacrata al “Santo Patrono” cittadino che viene festeggiato la Domenica limitrofa alla data del 19 Marzo, giorno in cui ricade la “festa liturgica” consacrata al “Santo Padre di Cristo” (se la data del 19 Marzo ricade di Domenica, vengono celebrate entrambe le modalità di questa festa). Va inoltre detto che il “Santo Patriarca” viene celebrato anche l’1 Maggio con la festività di “San Giuseppe Artigiano”.

Questa allegra festività consacrata a “San Giuseppe” (chiamato localmente “U Patriarca” ), a cui partecipano i santacrocesi ma anche visitatori dai limitrofi centri del ragusano, è organizzata in maniera ufficiale dal “Comitato Feste di Santa Croce Camerina” e dalle istituzioni politiche ed ecclesiastiche cittadine con l’ausilio della comunità locale. Essa coincide con il graduale arrivo della bella stagione coincidente con l’inizio dei principali lavori agricoli ed artigianali, in cui coloro che li praticano si rivolgono a “San Giuseppe”, considerato da sempre il protettore dei lavoratori. Infatti il sapiente artigianato locale unito alla tradizione gastronomica locale derivante dai prodotti coltivati nelle aree agricole vicine alla cittadina santacrocese, mette in mostra durante il periodo dei festeggiamenti le cosiddette “Cene di San Giuseppe”, che sono composte da tavole di legno (veri e propri “Altari”) decorati con eleganti drappeggi recanti un’immagine (pittorica o scultorea) raffigurante “San Giuseppe”, attorniata da molti piatti e specialità tipiche della tradizione locale, di cui va citato il votivo “Pane di San Giuseppe”, il principale prodotto tipico santacrocese contraddistinto da ampie forme di pane aventi varie forme.

A ciò si uniscono i ferventi riti sacri praticati all’interno della Chiesa Madre di San Giovanni Battista, la vivace “Festa Esterna” contraddistinta dalla Processione della “Sacra Famiglia” per le vie della cittadina, l’uscita del simulacro del “Santo Patrono” portato in festante corteo per il centro abitato santacrocese, e da vari spettacoli ed eventi di vario tipo che comprendono anche gli immancabili fuochi pirotecnici.

Il culto di “San Giuseppe” praticato a Santa Croce Camerina”

Le origini della festa

La devozione dei santacrocesi a “San Giuseppe” (per saperne di più sulla sua vita e sul suo culto in generale clicca qui), comune anche agli altri centri limitrofi della Provincia di Ragusa (in particolare Ragusa, Scicli, Comiso e Vittoria, i più vicini a Santa Croce Camerina), deriva certamente dal fatto che il “Santo Padre di Cristo” veniva e viene ancora venerato come “Protettore dei Lavoratori” (in particolare degli artigiani). Per cui con molta probabilità una forma di culto verso il “Santo Falegname” doveva essere presente sin dalla fondazione del vasto Feudo di Santa Croce, a cui fece capo l’istituzione del borgo da cui si sviluppò l’odierno centro cittadino, avvenuta il 28 Gennaio 1599 in seguito alla “Licentia Habitandi et Rehedificandi” inviata nel 1596 da Giovan Battista II Celestri a Re Filippo III di Spagna. “San Giuseppe” venne comunque venerato col titolo di “Protettore”.

La festività però ha origine nel 1832 venendo istituita dopo la morte del Barone Guglielmo Vitale, che donò alla Chiesa Madre di Santa Croce Camerina tre “Vignali” (terreni coltivati a vigna), i cui proventi vennero impiegati per finanziare la festività in onore del “Santo Padre di Cristo”, che venne festeggiato con ampia devozione presso la cittadina santacrocese divenendo il “Santo Principale” di Santa Croce Camerina assieme a “Santa Rosalia” (prima “Patrona” cittadina), dando origine in maniera ufficiale alla festività in cui il suo Simulacro viene portato in Processione per le vie di Santa Croce Camerina.

Proprio riguardo alla statua che raffigura “San Giuseppe” vi è una curiosa leggenda popolare. Essa narra che nei primi anni del 1800 (con molta probabilità l’anno 1806), presso il litorale posto tra Punta Braccetto e lo “spiaggione” antistante alla Riserva di Cava Randello, sarebbe stato ritrovato il relitto di un veliero spagnolo che si era arenato in questo tratto di costa che alterna spiagge sabbiose ad alte scogliere (note come “i Canalotti”). Questo veliero essendo ormai malconcio era comunque un’ottima riserva di legname e, dai centri limitrofi di Scoglitti, Vittoria, Comiso e appunto Santa Croce Camerina scesero molti uomini desiderosi di portarsi via tutta quella legna. Tra di loro furono in molti a sollevare la legna proveniente dall’antica nave, ma non appena provavano a trasportare il materiale legnoso, esso diveniva improvvisamente pesante. I santacrocesi, guidati dal sopracitato Barone Guglielmo Vitale invece sollevarono senza problemi il legname trasportandolo verso Santa Croce Camerina. Durante il percorso i santacrocesi, per via della stanchezza nel trasportare tutta quella legna, decisero di fermarsi presso un abbeveratoio posto nella Contrada nota come “San Martino” (posta a nordovest di Santa Croce Camerina a nord del letto del Torrente Petraro, area che apparteneva ai Baroni Vitale). Quando i santacrocesi raccolsero l’acqua che fuoriusciva dalla sorgente, loro notarono che essa si era trasformata in vino. Vedendo ciò coloro che trasportavano la legna ovviamente inneggiarono al miracolo, e con giubilo giunsero a Santa Croce Camerina raccontando tutto ciò a cui avevano assistito. Ancora oggi presso questa sorgente è posta la lapide fatta incidere dal Barone Guglielmo Vitale nel 1806 che commemora ciò che è stato descritto. Si dice inoltre che una buona parte di quel legname venne utilizzata per scolpire nel 1819 (anche se alcune fonti indicano l’anno 1832) la statua che raffigura “San Giuseppe” (opera dello scultore palermitano Salvatore Bagnasco), attualmente esposta presso la Chiesa Madre di San Giovanni Battista e venerata dai fedeli di Santa Croce Camerina.


Particolare della statua che raffigura “San Giuseppe”.

Ovviamente quanto narrato poco prima è chiaramente frutto della fantasia popolare, anche se il rinvenimento di vari “relitti” lungo le coste era frequente in quegli anni. Se questo fatto è avvenuto realmente, molto probabilmente il legname è stato certamente procurato in questa maniera e trasportato verso Santa Croce Camerina (magari risolvendo eventuali contese con altri metodi); e coloro che portavano questa legna, non appena arrivarono presso i possedimenti del Barone Vitale, avranno sicuramente festeggiato in prossimità di questa fontana ancora esistente (vedi link “Area iblea di Contrada Baccanese – San Martino” nella pagina precedente per saperne di più), e qualcuno dei festeggianti che è stato incaricato di riempire una brocca utilizzando l’acqua della fontana, avrà aggiunto del vino facendo gridare al “miracolo”.

In ogni modo il culto a “San Giuseppe” era presente a Santa Croce Camerina e la sua festa ebbe origine nella sopracitata data del 1832; da allora i festeggiamenti assunsero man mano i riti e le tradizioni ancora oggi osservate. 

La festività, comprendente i riti liturgici del 19 Marzo e la vera e propria “festa esterna” ricadente la Domenica limitrofa alla citata data (o il 19 Marzo stesso se ricadente di Domenica), è incentrata sulla preparazione delle artistiche “Cene di San Giuseppe” all’interno di edifici pubblici e privati, su cui sono poste molti piatti tipici della tradizione popolare santacrocese tra cui va citato il “Pane di San Giuseppe”; sulla Processione della “Sacra Famiglia” ossia di tre figuranti che interpretano “San Giuseppe”, la “Madonna” e “Gesù Bambino” un tempo scelti tra le famiglie povere santacrocesi, che venivano invitati a pranzo in una delle “Cene”, e infine della Processione del Simulacro raffigurante il “Santo Padre di Cristo” per le vie della cittadina. Inoltre va anche detto che sin dal 1800 e per buona parte del 1900, secoli in cui la festività si è man mano evoluta fino ai giorni nostri, la statua di “San Giuseppe” venne adornata da vari ex voto (molti dei quali donati da personalità influenti del tempo).

L’elevazione ufficiale a “Santo Patrono” di Santa Croce Camerina risale però al 13 Marzo 1994 quando l’allora Vescovo della Diocesi di Ragusa Monsignor Angelo Rizzo, elevò ufficialmente “San Giuseppe” al ruolo di “Patrono e Protettore” della cittadina santacrocese.

Le “Cene di San Giuseppe” e i prodotti tipici della festività

La particolarità della festa santacrocese consacrata al “Santo Padre di Cristo” è data dalla realizzazione delle “Cene di San Giuseppe”, note anche con il nome di “Tavole di San Giuseppe”, la cui origine la si deve all’istituzione della festività nel 1832, che è stato iscritto nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Sicilia (per saperne di più clicca qui). Si tratta di veri e propri “Altari votivi” particolari nel loro genere costruiti come “voto di grazia ricevuta” nei confronti di “San Giuseppe”, formati da uno o più tavoli coperti da un ampio drappo bianco, al centro della quale viene collocata una statua o una raffigurazione del “Santo Patriarca” a cui fa da sfondo un elegante drappo colorato decorato con ghirlande floreali formate da rami di agrumi (arance amare e limoni), oltre a decorazioni di vario tipo tra cui altri drappi posti ai margini della tavolata, decorazioni floreali di cui vanno citati i “Lauri” (composizioni comprendenti germogli di cereali dal colore giallo paglierino simili a quelle utilizzate durante il periodo pasquale, che però rappresentano i frutti che la terra lavorata dall’uomo dona), variopinti fiori primaverili di cui violaciocche (note anche come “Balicu” ) e fresie, oltre a grossi finocchi con i loro rami che vengono lasciati pendere dalla tavola.

Una “Cena di San Giuseppe” colma di “Pane di San Giuseppe” e di vari piatti tipici della tradizione locale.

Sulla tavola viene posto innanzitutto l’artistico quanto ottimo “Pane di San Giuseppe”, chiamato localmente “U Pani Pulitu” molto probabilmente dal fatto che esso era legato alla purezza e alla santità di “San Giuseppe”.


Il “Pane di San Giuseppe” preparato in occasione della festa patronale.

Considerato il principale prodotto tipico di Santa Croce Camerina ed anch’esso iscritto nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia (per saperne di più clicca qui), il “Pane di San Giuseppe” preparando un impasto a base di farina di semola di grano duro, acqua, sale e olio d’oliva, a cui si aggiunge “U Criscienti” ossia il “Lievito Madre” con il quale l’impasto mediante la fase di lievitazione diviene morbido. Il pane viene diviso in vari panetti su cui viene incisa una “croce”. A lievitazione avvenuta si modella il pane che diviene simile ad un’artistico fregio barocco che lo rende unico nel suo genere, la cui superficie viene spennellata con del tuorlo d’uovo prima di essere cotto nel forno a legna. A cottura avvenuta il “Pane di San Giuseppe” (che nel frattempo viene benedetto) presenta la caratterista crosta lucida (grazie al tuorlo spennellato in precedenza). Le forme di questo pane sono varie ma quelle principali sono: le iniziali di “San Giuseppe” (due pani rispettivamente a forma di “S” e di “G”), “A Varva i San Giuseppi” (a forma di barba che simboleggia il volto del santo), “U Vastuni i San Giuseppi” (a forma di bastone ricurvo simboleggiante appunto quello utilizzato dal santo falegname), “A Spera” (l’ostensorio del Santissimo Sacramento), “I Ucciddati” “Cucciddati” (a forma di ciambella che raffigurano simbolicamente l’uguaglianza tra gli uomini), oltre a vari formati fantasiosi di cui animali (colombe, cavallini, pesci, galli, agnelli ecc…), fiori (in prevalenza rose) ecc…


La cottura nel forno a legna del “Pane di San Giuseppe”.


Alcune foto del “Pane di San Giuseppe”.

Altri piatti tipici posti sulla tavola sono varie focacce tipiche di cui i tradizionali “Pastizzi” con spinaci e uva passa (ma vengono anche preparate “Scacce”, “Mpanate”, “Teste di Turco”) farcite in vario modo (di solito a base di formaggio e verdure), la frittata nota come “Pisci r’Ovu” con asparagi selvatici, frittelle di baccalà o di riso ecc… oltre a vari dolciumi quali “A Cicerata” (composta da palline fritte nell’olio il cui impasto è a base di farina di grano tenero, legate tra loro in modo da formare una ciambella), “A Cubaita” (il torrone a base di semi di sesamo e miele), “I Mastazzola” (pani dolci a base di mandorle e miele), “A Mustata” (dolce al cucchiaio a base di mosto d’uva) e i “Cassateddi” (focaccine dolci farcite con ricotta zuccherata), oltre a vari ortaggi (frutta o verdura) posti sia come decorazione che al centro della tavola e ad altri piatti tipici locali.

Di solito le “Cene di San Giuseppe”, preparate nei giorni antecedenti alla festività sono apparecchiate in questo modo: la tavola viene posta in prossimità di una parete in cui si appende un unico drappo in tessuto colorato piuttosto elegante (o una serie di drappi colorati che delimitano quello più pregiato posto al centro), il tutto incorniciato da rami di agrumi intrecciati tra di essi in cui pendono frutti di limoni e arance amare (che rappresentano le difficoltà e le amarezze della vita umana). Al centro su un sostegno di vario tipo si colloca un’immagine o una statua che raffigura “San Giuseppe” (o “La Sacra Famiglia”), affiancato da una lampada ad olio che alimenta la “Lampa” ossia la fiamma che illumina questo altarino (che rappresenta la fede), ai cui fianchi sono collocati vasi di vetro in cui sono posti mazzi di violaciocche (“Balicu” ) e di fresie con accanto i sopracitati “Lauri”. Dopodiché viene sistemato il pane votivo: quelli a forma di “S” e “G” collocati rispettivamente sotto l’immagine di “San Giuseppe” a sinistra e a destra di un pane a forma di “Spera”, mentre i “Ucciddati” vanno disposti ai lati della tavolata perché devono “incorniciare” a loro volta un contenitore su cui vengono poste alcune delle preparazioni tipiche sopracitate (frittelle di baccalà, frittata di asparagi, focacce ecc…). Tra un “Ucciddatu” e un altro vengono disposti gli altri formati di pane votivo (“Varva“, “Vastuni” ecc…), altri piatti tipici e, all’esatto centro del tavolo, un recipiente colmo di frutta e verdura locale, affiancato da tre bottiglie di vino su cui è posta un’arancia dolce (raffiguranti rispettivamente il dono di “Dio” dovuto al lavoro degli uomini, e le speranze correlate alla vita umana in contrapposizione alle amarezze raffigurante dalle arance amare e dai limoni che incorniciano la “Cena”). Ai margini del tavolo sono posti in maniera simmetrica grossi finocchi attaccati ancora alla pianta, che viene fatta scendere andando a decorare i bordi della tavolata.

Oltre a tutto ciò viene preparata anche la tipica “pasta” della festività, “A Principissedda” (simile a dei sottili maccheroncini lisci leggermente ricurvi, che può essere o casereccia oppure essere comprata in appositi pastifici o supermercati cercando il formato noto come “Maglie di Bucati”) che viene condita con un appetitoso sugo di pomodoro insaporito con olio d’oliva, cipolle e aromi vari (di solito chiodi di garofano, finocchietto selvatico, cardamomo e cannella), che viene anche chiamato “Sucu Fintu” perché si presenta simile al denso sugo a base di carne, in cui però quest’ultimo ingrediente manca. Anticamente si preparava “U Maccu”, ossia una minestra dalla consistenza cremosa, a base di fave (insaporito sempre con olio di oliva e aromi di vario tipo).


Alcune “Cene di San Giuseppe” di Santa Croce Camerina.

Le “Cene” possono essere preparate da privati cittadini (che magari si riuniscono tra residenti di un quartiere cooperando per la realizzazione del sontuoso altare votivo) oppure vengono organizzate o da enti pubblici (autorità comunali, forze dell’ordine ecc…), da istituti scolastici, dalla locale parrocchia e da associazioni di vario tipo. La funzione di esse oltre ad essere prettamente votiva, è quella di offrire alla “Sacra Famiglia” e ai poveri in generale (ma anche ad eventuali ospiti) il cibo sopracitato, partendo dalla “Principissedda” al sugo per poi finire con gran parte di ciò che è posto sulla tavolata.

Il rito della “Cena” un tempo si teneva alle ore 12.00 del 19 Marzo in cui ricade la solennità liturgica, mentre oggigiorno viene celebrato la Domenica in cui viene festeggiato il “Santo Padre di Cristo”. La “Sacra Famiglia” comprendente “San Giuseppe”, la “Madonna” e “Gesù Bambino”, viene fatta riunire presso il sagrato della chiesa in cui avviene la consegna del “Vastuni” in legno di olivo (o di olivastro) e adornato con fiori, nastri colorati, arance amare e con un’immagine raffigurante il “Santo Padre di Cristo”). Esso è un “voto di grazia ricevuto” ma anche sinonimo della “Regalità del Santo Patriarca” che, dopo esser stato scolpito e agghindato, viene consegnato al figurante che interpreta “San Giuseppe”. Anche nella data del 1 Maggio in cui ricade la festività di “San Giuseppe Artigiano” vengono allestite le “Cene” (in maniera minore rispetto ai festeggiamenti di Marzo).

Dopo la benedizione i tre figuranti, recanti una corona di alloro o di foglie di agrumi sul capo, si tengono per mano venendo accompagnati in corteo dalla banda musicale cittadina e dalle autorità politiche ed ecclesiastiche santacrocesi partendo dalla Chiesa Madre di San Giovanni Battista, venendo seguiti da un membro della famiglia che offre la “Cena” alla “Sacra Famiglia” che, per sciogliere il voto, compie il tragitto scalzo. Il tragitto varia a seconda delle case in cui viene allestita la “Cena”.

Arrivati presso la casa in cui è allestita la “Cena”, la banda musicale suona una marcia annunziando l’arrivo della “Sacra Famiglia”. La porta dell’abitazione è ovviamente chiusa e “San Giuseppe” bussa tre volte; al terzo tocco “San Giuseppe” pronuncia la frase “Gesù, Giuseppi e Maria, o rapi tu o rapu iu!” dopo la quale il padrone di casa apre la porta accogliendo  la “Sacra Famiglia” e i tre figuranti, che vengono invitati a mangiare. “San Giuseppe” immerge le mani in una bacinella contenente acqua che rappresenta il dono del Battesimo, e vino rappresentante a sua volta la “Benedizione di Dio” che, venendo miscelati vanno a raffigurare “l’unione a Gesù Cristo”; il figurante immerge le mani dentro la bacinella ripetendo tre volte la frase “A n’cantu, a n’cantu c’è l’Ancilu Santu, lu Patri, lu Figghiu e lu Spiritu Santu!” e, dopo la recita di un’Ave Maria e di un Padre Nostro avviene la benedizione simbolica della tavola che forma la “Cena”, la casa in cui è stata allestita e coloro che l’hanno preparata. Ai tre “Santi” si dona un pane votivo e si offre la prima portata di “Principissedda” col sopracitato sugo, a cui seguono tutti i vari piatti posti sulla tavolata (che ovviamente non verranno mangiati tutti). Dopo che la “Sacra Famiglia” termina il pranzo, solo allora gli altri presenti possono pranzare con tutto ciò che è stato preparato; ciò che avanza viene suddiviso agli ospiti presenti o dato alle mense dei poveri cittadine.

Il rito della “Cena di San Giuseppe” è comune anche in altre aree della Provincia di Ragusa e della Sicilia intera, anche se Santa Croce Camerina molto probabilmente ne è il fulcro per la passione e la devozione con cui vengono allestite, per i vari significati simbolici che ogni elemento che compone la tavolata assume, per essere un momento di aggregazione e di gioia (come detto in precedenza presso queste “Cene” è usanza invitare diversi ospiti in occasione dello svolgimento del citato rito) andando a rimarcare il significato di “aiuto, fraternità ed ospitalità” verso chi ha bisogno.

La Festa in onore di “San Giuseppe”

La festa consacrata a “San Giuseppe” comprende oltre al sopracitato rito della “Cena”, anche lo svolgimento di riti sacri e di vari eventi che culminano nella festa liturgica che ricade il 19 Marzo, e soprattutto con la “festa esterna” che invece ricade la Domenica limitrofa a questa data antecedente o posteriore ad essa (o il 19 Marzo stesso se ricadente di Domenica, con lo spostamento della ricorrenza liturgica al 20 Marzo), coincidente con una delle cinque Domeniche della Quaresima (terza, quarta o quinta) a seconda del calendario annuale.

I festeggiamenti si aprono il 10 Marzo, primo giorno della “Novena di San Giuseppe”, che compongono un periodo preparatorio che termina il 19 Marzo con la festività liturgica; a seconda di quando ricade la Domenica (prima o dopo del 19 Marzo, o coincidente con questa data), la “festa esterna” si può svolgere anche all’interno del novenario. Il periodo consacrato a “San Giuseppe” termina di solito l’ultimo Sabato di Marzo, ma se coincidente con l’inizio del periodo della “Settimana Santa” (Domenica delle Palme) a seconda del periodo in cui ricade la Pasqua durante l’anno corrente, la festività si chiude il Venerdì che anticipa la “Settimana Santa”.

L’apertura dei festeggiamenti in onore di “San Giuseppe”, la “Scinnuta ro Patriarca” e la “Novena a San Giuseppe” (10 – 18 Marzo)

Il 10 Marzo si apre ufficialmente il periodo consacrato a “San Giuseppe”; alle ore 08.30 del mattino presso la Chiesa Madre di San Giovanni Battista si celebra la prima Messa mattutina, mentre alle ore 12.00 lo sparo di colpi di cannone e il vivace scampanio delle campane della chiesa annunziano ufficialmente l’apertura dei festeggiamenti in onore di “San Giuseppe”. Di pomeriggio alle ore 18.00 presso la Chiesa Madre cittadina viene recitato il Rosario, a cui seguirà la Messa delle ore 18.30 che, comprendendo un alto numero di fedeli, va ad anticipare il rito della “Scinnuta” della statua di “San Giuseppe”.

Alle ore 20.00, tra applausi, urla di invocazione e il suono della banda musicale, avviene la “Scinnuta ro Patriarca” ossia la discesa del Simulacro del “Santo Padre di Cristo” che viene traslato al centro della Chiesa Madre di Santa Croce Camerina rimanendo esposto alla venerazione dei fedeli per tutto il periodo della festa in suo onore. Subito dopo inizia la recita della “Novena di San Giuseppe” ossia l’insieme delle preghiere indirizzate al “Santo Padre di Cristo” che si svolgerà nei giorni a seguire fino al 18 Marzo.


La “Scinnuta ro Patriarca” ossia la discesa della statua di “San Giuseppe”.


La statua di “San Giuseppe” collocata al centro della Chiesa Madre di Santa Croce Camerina.

Il periodo della “Novena” prevede all’interno della Chiesa Madre lo svolgimento delle sopracitate preghiere (che comprendono anche il Rosario) alle ore 17.30, seguite dalla Messa delle 18.30. In questo periodo possono tenersi anche eventi di vario tipo a cominciare dalle ore 19.30 o 20.00 tra conferenze sulla figura di “San Giuseppe”, incontri di preghiera oppure spettacoli musicali o teatrali a tema religioso (a seconda del programma annuale della festa). 

La Festa Liturgica in onore di San Giuseppe (19 Marzo)

Il 19 Marzo, se non ricadente di Domenica (in quest’ultimo caso il 20 Marzo), ricorre la “Festa Liturgica” in onore di “San Giuseppe” nel giorno a Lui consacrato, svolgendosi prima o dopo la “Festa Esterna” a seconda del calendario annuale.

Verso le ore 07.30 vengono sparati vari colpi di cannone seguiti dallo scampanio festoso delle campane della Chiesa Madre di San Giovanni Battista che annunziano l’arrivo della solennità liturgica. Alle ore 08.00 e 09.00 verranno rispettivamente celebrate le Messe presso la Chiesa Madre e nella Cappella dell’Istituto Sacro Cuore.

Alle ore 11.00 verrà celebrata in Chiesa Madre la solenne Messa diurna all’indirizzo di “San Giuseppe” con la presenza di un alto numero di devoti. Al termine della funzione verso le ore 12.00 vi è lo sparo di colpi di cannone con il contemporaneo scampanio delle campane della Chiesa Madre, che chiude i riti mattutini in onore di “San Giuseppe”.

Di pomeriggio alle ore 16.00 la sfilata della locale banda musicale annunzia l’inizio dei riti serali in onore di “San Giuseppe”. Alle ore 18.00 inizia la recita del Rosario in Chiesa Madre, seguita dalla solenne Messa delle ore 18.30 con cui i tanti devoti presenti rendono onore a “San Giuseppe”. Al termine della funzione presso la limitrofa Piazza Vittorio Emanuele II verrà effettuato uno spettacolo pirotecnico che conclude i festeggiamenti liturgici in onore di “San Giuseppe”. La serata della festa (a seconda del programma annuale dei festeggiamenti) può comprendere anche eventi di vario tipo.

La Festa Esterna di San Giuseppe (Domenica limitrofa al 19 Marzo)

Il periodo preparatorio, la Vigilia della Festa e la preparazione delle “Cene di San Giuseppe”

Il rito culminante dei festeggiamenti santacrocesi in onore di “San Giuseppe” è appunto la vivace “Festa Esterna” che è considerata come una delle migliori in Sicilia in onore del “Santo Padre di Cristo”.

Essa è preceduta da un breve periodo preparatorio dai giorni variabili a seconda del giorno in cui ricade la festività esterna che, come ampiamente detto in precedenza può essere compreso all’interno del novenario che precede la data del 19 Marzo, ma che è sempre caratterizzato dallo svolgimento del Rosario alle ore 18.00 e della Messa alle 18.30. In questo periodo di tempo viene montata l’artistica illuminazione presso la Piazza Vittorio Emanuele II e in gran parte del centro storico cittadino; a ciò si aggiunge la collocazione del tradizionale mercatino di bancarelle che vendono dolciumi e vari tipi di merce.


Particolare dell’illuminazione artistica montata in occasione della festa di “San Giuseppe”.

Il Sabato in cui ricade la “Vigilia” della festività esterna in onore di “San Giuseppe”, verso le ore 08.00 vengono sparati alcuni colpi di cannone a cui segue lo scampanio festoso delle campane della Chiesa Madre cittadina in cui, alle ore 08.30, viene celebrata la prima Messa mattutina. Dopo la funzione, alle ore 09.00 la banda musicale cittadina suonerà allegre marce sinfoniche presso la Piazza Vittorio Emanuele II. Alle ore 09.30 la banda eseguirà le medesime marce sinfoniche presso il Mercato Ortofrutticolo di Contrada Petraro accompagnata dallo sparo di fuochi artificiali, mentre alle ore 11.00 ritornerà a suonare di nuovo in Piazza Vittorio Emanuele II.

Nel frattempo la preparazione delle sopracitate “Cene di San Giuseppe” che si svolgerà per buona parte della giornata è intensa e coloro che le stanno allestendo ne curano i minimi dettagli secondo i rituali citati in precedenza, provvedendo anche alla preparazione dei tanti piatti tipici che verranno posti sopra di esse.

Alle ore 16.00 presso la Piazza Vittorio Emanuele II arriva la banda musicale cittadina ad eseguire nuovamente marce sinfoniche che annunziano l’apertura dei riti serali della Vigilia della Festa di San Giuseppe. Dopo il Rosario delle ore 18.00, alle ore 18.30 all’interno della Chiesa Madre di San Giovanni Battista viene celebrata una solenne Messa all’indirizzo di “San Giuseppe” seguita da un alto numero di devoti, che ufficialmente apre i festeggiamenti.

Al termine della funzione, a partire dalle ore 20.00 alle ore 22.00 si va a visitare le “Cene di San Giuseppe” organizzate all’interno della cittadina santacrocese, mentre presso la Piazza Vittorio Emanuele II ci sarà uno spettacolo musicale curato da artisti locali che ha inizio verso le ore 21.30 circa.

Alle ore 23.00 presso Piazza Vittorio Emanuele II, verrà effettuato uno spettacolo pirotecnico che conclude i riti della Vigilia della Festa di San Giuseppe.

La Festa di San Giuseppe di Santa Croce Camerina

L’inizio della festa, la Processione della “Sacra Famiglia” e il rito della “Cena di San Giuseppe”

La Domenica in cui arriva la tanto attesa Festa Esterna in onore di “San Giuseppe” (che come abbiamo spiegato ampiamente in precedenza è quella limitrofa alla data del 19 Marzo, o il 19 Marzo stesso se ricadente di Domenica), la cittadina di Santa Croce Camerina verrà svegliata alle ore 07.00 circa da forti colpi di cannone, a cui segue il suono festoso delle campane della Chiesa Madre che annunziano l’inizio dei festeggiamenti in onore del “Santo Padre di Cristo”; alle ore 07.30 viene celebrata la prima Messa all’interno della Chiesa Madre di San Giovanni Battista”.

Mentre all’interno degli edifici in cui è stata allestita la “Cena” fervono i preparativi e si completa del tutto l’allestimento della tavolata, alle ore 08.00 le bande musicali locali sfileranno per le vie del centro abitato annunziando ulteriormente l’inizio dei festeggiamenti, accompagnando la raccolta dei doni che verranno venduti all’asta di beneficenza presso il sagrato della Chiesa Madre cittadina.

Alle ore 09.30 viene celebrata la seconda Messa mattutina, mentre presso il sagrato della Chiesa Madre in Piazza Vittorio Emanuele II si tiene la folcloristica asta in cui i vari doni raccolti in precedenza (piatti tipici di cui forme di “Pane di San Giuseppe” e altre preparazioni o prodotti locali, e beni di vario tipo ecc…) vengono venduti al miglior offerente; il ricavato delle vendite viene devoluto in beneficenza e parte di esso copre le spese dei festeggiamenti.

Alle ore 11.00 in Chiesa Madre viene celebrata la solenne Messa diurna in onore di “San Giuseppe” seguita da moltissimi devoti, che acclamano festosamente il “Santo Padre di Cristo”.

Dopo la Messa, alle ore 12.00 il vivace scampanio delle campane della chiesa e l’accensione di fuochi artificiali annunziano l’inizio della Processione della Sacra Famiglia nella modalità già citata. I tre figuranti che interpretano “San Giuseppe”, la “Madonna” e “Gesù Bambino” vestiti con gli abiti con cui sono raffigurati secondo la tradizione artistica cristiana.

Loro, venendo accompagnati dalle autorità ecclesiastiche e politiche cittadine, oltre che dalla banda musicale e da un buon numero di fedeli, si incammineranno verso le case in cui è stata allestita la “Cena”. Dopo la visita di “San Giuseppe” e della “Sacra Famiglia” coloro che hanno preparato la “Cena” cominciano a pranzare con i prodotti tipici sopracitati tra cui la pasta nota come “A Principissedda” con lo speciale sugo al pomodoro della festività, e il votivo “Pani Pulitu” tipico dei festeggiamenti (oltre a focacce, polpette di baccalà, frittate di asparagi, vari dolciumi ecc…); e come detto in precedenza tutto ciò che avanza viene offerto agli ospiti del pranzo o donato alle mense dei poveri cittadine.

Con la “Cena di San Giuseppe” si chiudono i riti mattutini della festività in onore del “Santo Padre di Cristo”. 

La Processione di San Giuseppe e la conclusione della festività esterna

Dopo le celebrazioni mattutine culminate col rito della “Cena di San Giuseppe”, nel pomeriggio si entra nel vivo dei festeggiamenti in onore del “Santo Patriarca”. Alle ore 16.00 il raduno delle bande musicali in Piazza Vittorio Emanuele II, in cui eseguiranno un breve concerto sinfonico. Nel frattempo all’interno della chiesa il fercolo su cui è posta la statua di “San Giuseppe” viene sistemato per essere portato in Processione per la cittadina di Santa Croce Camerina.


La sistemazione del fercolo con cui “San Giuseppe” verrà condotto in Processione per le vie di Santa Croce Camerina.

Alle ore 17.00 i rintocchi delle campane annunziano l’uscita in Processione della statua di “San Giuseppe”, la cui “Sciuta” viene salutata dal lancio di volantini colorati e dall’accensione di fuochi d’artificio, oltre che dalla gioia dei fedeli santacrocesi e no presenti all’evento.


L’uscita della Processione di “San Giuseppe”.

Il fercolo su cui è collocata la statua del “Santo Patriarca” viene portata a spalla da molti portatori fino al centro della piazza, venendo collocata su di un automezzo con cui essa viene condotta in Processione per le strade cittadine.

La Processione della statua di “San Giuseppe” percorrerà gran parte della cittadina di Santa Croce Camerina venendo seguita da una folla festante di devoti che, con molta devozione pregano all’indirizzo del “Santo Padre di Cristo” durante l’intero tragitto. Molte sono le manifestazioni di fede durante il lungo percorso processionale che vanno a rinsaldare il legame tra “San Giuseppe” e i suoi devoti.


La Processione di “San Giuseppe” per le vie di Santa Croce Camerina.

Nel frattempo presso la Piazza Vittorio Emanuele II si tiene nuovamente l’asta in cui vengono venduti vari doni, col ricavato che va sempre in beneficenza oltre che a finanziare buona parte della festa. Alle ore 19.00 presso la Chiesa Madre si tiene la solenne Messa serale all’indirizzo di “San Giuseppe”.

Alle ore 22.00 avviene il rientro della Processione presso la Chiesa Madre di San Giovanni Battista, accolto dallo scampanio festoso delle campane, fuochi d’artificio e da vari tipi di spettacoli che salutano il rientro in chiesa del simulacro di “San Giuseppe”. Dopo che il simulacro è stato condotto al centro della chiesa, vi è un breve momento di preghiera che conclude i riti in onore del “Santo Patriarca”.


Il rientro in chiesa di “San Giuseppe”.

La Festa Esterna di “San Giuseppe” termina con il sontuoso spettacolo pirotecnico effettuato verso le ore 23.00 – 23.30 presso l’area adiacente alla Fontana Paradiso posta presso la Villa Comunale di Santa Croce Camerina; saranno in molti ad assistere ai fuochi d’artificio che di fatto vanno a chiudere una delle più interessanti feste del ragusano.


Lo spettacolo pirotecnico che conclude la festa in onore di “San Giuseppe”.

La chiusura dei festeggiamenti in onore di “San Giuseppe” e “A Cianata ro Patriarca” (ultimo fine settimana di Marzo)

Passato il periodo delle feste in onore di “San Giuseppe” (quella “liturgica” e quella “esterna”), la statua del “Santo Padre di Cristo” rimarrà esposta ai fedeli al centro della Chiesa Madre fino al giorno in cui verrà riposta nel suo Altare, che avviene o l’ultimo Sabato di Marzo o il Venerdì che anticipa la Domenica delle Palme (a seconda di quando ricade il periodo pasquale all’interno dell’anno corrente).

La chiusura ufficiale del festeggiamenti, a prescindere dal giorno in cui avviene, inizia con la solenne Messa delle ore 08.30 all’interno della Chiesa Madre di San Giovanni Battista, seguita dall’Adorazione eucaristica. Verso le ore 19.00 viene celebrata la solenne Messa serale sempre in Chiesa Madre seguita da molti devoti, che anticipa il rito della ricollocazione del simulacro presso il suo altare, noto come “A Cianata ro Patriarca”.

Alle ore 19.30 il simulacro di “San Giuseppe” viene trasportato presso l’adiacente navata, fino a quando non viene ricollocato nel suo altare salutato da applausi e invocazioni da parte dei devoti che cominceranno ad attendere la grande festività dell’anno seguente.

Alle ore 20.00 circa, un ultimo spettacolo pirotecnico effettuato presso la Piazza Vittorio Emanuele II, sancisce la conclusione del lungo periodo in onore di “San Giuseppe”.

La Festa di San Giuseppe Artigiano (1 Maggio)

Il 1 Maggio, in cui si celebra tradizionalmente la “Festa dei Lavoratori”, ricade la solennità liturgica consacrata a “San Giuseppe Artigiano” venerato come “Protettore dei Lavoratori” in generale, che vede nuovamente Santa Croce Camerina ricelebrare nuovamente il “Santo Padre di Cristo”.

In questa giornata (preceduta da un breve periodo di preparazione), caratterizzata da scampagnate e gite fuori porta, alle ore 12.00 si ripete il rito della preparazione delle “Cene di San Giuseppe” e la visita di coloro che impersonano la “Sacra Famiglia” (vestiti in abiti “civili”) nella modalità sopracitata. Altre “Cene” possono essere allestite presso le limitrofe frazioni di Punta Secca, Punta Braccetto, Casuzze e Caucana. All’interno della Chiesa Madre di San Giovanni Battista vengono ugualmente celebrate le Messe alle ore 08.00, 11.00 (che precede il rito della “Cena di San Giuseppe”) e alle 19.00.

Al termine di questa ricorrenza si chiudono in maniera ufficiale i riti annuali in onore di “San Giuseppe”, venendo celebrati nuovamente l’anno seguente a Marzo in occasione della bella festività in suo onore, le cui antiche tradizioni vengono rispettate di anno in anno.

Per informazioni più dettagliate visitate le pagine facebook Parrocchia San Giovanni Battista Santa Croce Camerina e Comitato Festeggiamenti Santa Croce Camerina.

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