Santa Croce Camerina, Festa di Sant’Antonio Abate

Santa Croce Camerina

Festa di Sant’Antonio Abate

La festa consacrata a “Sant’Antonio Abate” celebrata a Santa Croce Camerina è la prima ricorrenza religiosa dell’anno che viene celebrata il 16 e del 17 Gennaio rispettivamente con i falò noti come “Luminarie” e con la festività liturgica presso la Chiesa Madre di San Giovanni Battista.

La festa in onore del “Santo Abate” è una delle più importanti manifestazioni del folclore popolare santacrocese che, anche se viene celebrata nel periodo invernale, in un certo senso va ad inaugurare il ciclo di festività religiose che animano questa cittadina posta a poca distanza da Ragusa. Il momento culminante di questa festa è la “Luminaria” ossia il tradizionale falò acceso in Piazza Mercato Vecchio, in cui si tengono anche spettacoli musicali e degustazioni di prodotti tipici locali.

Storia di Sant’Antonio Abate

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Antonio nacque a Coma (Egitto) nel 251 d.C. da una famiglia di agricoltori cristiani piuttosto agiata. Rimasto orfano di entrambi i genitori, il giovane Antonio sentiva dentro di se il bisogno di cambiare vita e di “Consacrarsi totalmente a Cristo in tutto e per tutto”. Antonio allora affidò la piccola sorella ad una comunità femminile, vendette tutti i suoi averi e andò a peregrinare nel deserto egiziano pregando tutti i giorni “Cristo” in modo che si sentisse più vicino a Lui.

E un giorno “Cristo” apparve ad Antonio mostrandogli un eremita vestito con un saio che, mentre pregava intensamente, intrecciava una corda. Il significato della visione era quello che non c’era per forza bisogno di peregrinare nel deserto per entrare in “Grazia di Dio”, ma bastava anche solo ritirarsi in un posto tranquillo e dedicarsi a “Dio” con la preghiera e con un semplice lavoro come quello della terra. Antonio, illuminato da questa visione, si ritirò presso un piccolo villaggio abbandonato e lì passò i suoi primi anni da Eremita pregando e vivendo con i frutti della terra. Era il preludio del Monachesimo.Antonio però dopo alcuni anni aveva dei dubbi, è giusto si lavorare e pregare, ma secondo lui per raggiungere la piena “Grazia di Dio” era insufficiente anche perché le tentazioni di tornare alla vita normale lo incominciavano già ad attanagliarlo. Antonio decise di proseguire l’eremitaggio andando a vivere nelle antiche tombe egizie abbandonate da tempo. Lì era libero dalle tentazioni terrene e inoltre “Gesù Cristo” veniva a visitarlo spesso per compiacersi della scelta attuata da Antonio. Ma il demonio non stava a guardare e così torturava e tentava Antonio con forti tentazioni. Antonio resistette così tanto che costrinse il demonio a farlo finire in fin di vita ardendolo con un fuoco interno (il cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio”, accostato anticamente agli eritemi cutanei).

La gente sapeva che Antonio lottava col diavolo per non cadere in tentazione e, attirata dalle grida dell’Eremita, accorse lì dove viveva già da molti anni trovandolo quasi morente. Loro portarono Antonio al loro villaggio e lo curarono finché non si rimise in sesto. Antonio, dopo aver ringraziato gli abitanti del villaggio, che si erano sempre occupati di lui, li salutò e andò sull’attuale Monte Pispir in Egitto, dove vi erano i resti di una fortezza romana abbandonata. Antonio li visse quasi vent’anni della sua vita divisi tra preghiere e lotte col demonio. Il periodo passato lì fece si che l’Eremita (che decise di vivere ancor più distaccato dai beni terreni) divenne anche un grande Taumaturgo in grado di operare numerose guarigioni fisiche e spirituali. Acclamato dalla gente, Antonio non ebbe più modo di vivere una vera e propria “vita eremitica”, così decise di aiutare i bisognosi e di andare ad evangelizzare le comunità legate ancora agli dei pagani. I seguaci che volevano intraprendere le sue orme erano tanti, tanto che sorsero due grandi “Comunità di preghiera” ispirate alla vita svolta dall’Eremita. Esse andarono ad occupare i territori egiziani rispettivamente a destra e a sinistra del Nilo. Antonio era in costante contatto con “Sant’Ilarione”, che chiese consigli all’Anacoreta egiziano su come far si che nella Palestina ci fosse una comunità monastica simile a quella sorta in Egitto. Negli ultimi anni della sua vita Antonio, insieme a “Sant’Atanasio d’Alessandria”, fermò le ultime persecuzioni cristiane in Egitto e contribuì ad eliminare quel che restava del paganesimo greco – romano.

Ormai vecchio e stanco di peregrinare, Antonio si ritirò nella regione chiamata “Tebaride” vivendo così come aveva iniziato ad entrare nelle “Grazie di Cristo”, pregando e lavorando la terra. Malgrado fosse considerato come un grande “Predicatore Cristiano”, Antonio restò umile alla sua dottrina di vita molto povera e semplice. Oltrepassati i 100 anni, Antonio morì serenamente di morte naturale. I suoi discepoli lo seppellirono dapprima presso una tomba tuttora segreta per poi traslarlo ad Alessandria d’Egitto. Finché molti secoli dopo, i “Cavalieri Crociati” portarono le reliquie dell’Eremita (divenuto intanto “Santo” e proclamato anche “Dottore della Chiesa” per aver contribuito all’ “Evoluzione del Culto Cristiano”) a Costantinopoli e poi in Francia, dove riposano tuttora nel Monastero di Arles.

“Sant’Antonio Abate” è considerato come il “Padre del Monachesimo Eremitico”, a cui si ispirarono sia “San Benedetto da Norcia” (il padre del “Monachesimo moderno” e autore della regola “Ora et Labora”, significante “Prega e Lavora”, regola di vita con cui visse proprio “Sant’Antonio Abate”). sia gli Eremiti Bizantini che, ispirandosi a lui, vennero a stabilirsi nelle caverne dei Monti Iblei creando le cosiddette “Chiese rupestri” facendo così fiorire il culto a questo “Santo Anacoreta”.

[riduci]

Il culto santacrocese a “Sant’Antonio Abate”

La devozione a “Sant’Antonio Abate” è parecchio sentita dagli abitanti di Santa Croce Camerina, dato che il “Santo Abate” veniva venerato da contadini e pastori, che si rivolgevano a lui per preservare le colture e proteggere gli animali dalle malattie. Chiaramente le origini di questo culto sono molto antiche e risalirebbero al passato feudale del territorio santacrocese; infatti presso la cittadina santacrocese un tempo era posta una chiesa consacrata un tempo a “Sant’Antonio Abate” che non è più esistente, mentre il culto viene praticato all’interno della Chiesa Madre di San Giovanni Battista.

La festività santacrocese consacrata a “Sant’Antonio Abate” è contraddistinta da tradizionale “falò” del 16 Gennaio noto come “Luminaria”, la cui origine è da attribuire ad alcuni miracoli legati al “Santo Abate”, ma anche al fatto che questi fuochi rappresentavano e rappresentano un modo per dare luce e gioia durante il periodo invernale (l’accensione di vari falò in occasione della festività liturgica di “Sant’Antonio Abate” sono inoltre diffusi in gran parte d’Italia). Il falò era anche un rito propiziatorio in vista dell’arrivo della bella stagione, effettuato affinché le attività lavorative rurali su cui si basava (e si basa ancora la cittadina santacrocese) potessero essere floride. A Santa Croce Camerina la “Luminaria” principale è quella accesa presso Piazza Mercato Vecchio che diventa un vero e proprio “evento pubblico” comprendente vari spettacoli con la possibilità di degustare prodotti tipici locali stando insieme, ma è diffusa l’accensione di altre “Luminarie” minori nelle aree periferiche cittadine.

I festeggiamenti in onore di “Sant’Antonio Abate”

Il periodo preparatorio alla festa, la “Luminaria di Sant’Antonio” (16 Gennaio) e la Festa Liturgica di Sant’Antonio Abate (17 Gennaio)

Il periodo che precede la data del 17 Gennaio va a preparare i festeggiamenti liturgici in onore di “Sant’Antonio Abate” che si tengono all’interno della Chiesa Madre di Santa Croce Camerina, comprendenti la preghiera del Rosario a cui segue la Messa delle ore 18.30 circa.

La fine del periodo preparatorio ricade nella data del 16 Gennaio, ossia la “Vigilia” della festività liturgica in onore di “Sant’Antonio Abate”. Alle ore 18.30 presso la Chiesa Madre di San Giovanni Battista verrà celebrata la solenne Messa in onore del “Santo Abate”, al termine della quale verranno distribuite ai fedeli una “fiaccola” con cui accendere la propria “Luminaria”.

A partire dal tardo pomeriggio (ore 19.00 circa) verranno accese le “Luminarie” presso la periferia di Santa Croce Camerina (o presso alcune aree rurali popolate); le cataste di legna e rami secchi vengono accese dando vita ad un grande focolare, la cui brace servirà per arrostire carne, pesce, verdure ecc…

La “Luminaria” principale è quella di Piazza Mercato Vecchio, che è considerata come quella “principale” della festività in onore di “Sant’Antonio Abate”. Dopo esser stata accesa verso le ore 19.00, comincerà un’allegra festa attorno al fuoco contraddistinta da esibizioni musicali curate da artisti locali, e ovviamente degustazioni di vari piatti tipici locali tra cui salsiccia cotta sulla brace proveniente dalla “Luminaria”, pasta, ceci ecc… La serata attorno alla “Luminaria” terminerà a tarda sera.

Il 17 Gennaio ricade la festività liturgica consacrata a “Sant’Antonio Abate”, che verrà celebrata con solenni Messe, in particolare con quella delle ore 18.30 circa seguita da molti fedeli, che concluderà la ricorrenza santacrocese in onore del “Santo Abate”. 

Per informazioni più dettagliate visitate le pagine facebook Luminarie di Sant’AntonioParrocchia San Giovanni Battista Santa Croce Camerina e Comitato Festeggiamenti Santa Croce Camerina.

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