*Santa Croce Camerina, Passo di Scicli e Cava del Torrente Grassullo (Contrade Dammusi, Nabiti e Aretusa, Passo di Scicli, Cava Grassullo – Biddemi)

Santa Croce Camerina

*Passo di Scicli e Cava del Torrente Grassullo
(Contrade Dammusi, Nabiti e Aretusa, Passo di Scicli, Cava Grassullo – Biddemi)

L’estrema area nordorientale del territorio ibleo (e comunale) di Santa Croce Camerina è lambito dalla cava iblea in cui scorre il Torrente Grassullo, ed è raggiungibile dalla S.P. 37 Santa Croce Camerina – Scicli; dalla cittadina santacrocese basta seguire le indicazioni per Scicli e raggiungere la cavità iblea, che si può ammirare dalla stessa S.P. 37 che compie una serie di curve verso nord presso la località nota appunto come “Passo di Scicli”. Da qui tramite un sentiero posto alla nostra destra (venendo da Scicli) scendiamo nel fondo della limitrofa cavità iblea scavalcata dalla strada provinciale per la cittadina sciclitana, che si presenta contraddistinta quasi per intero dalla presenza del letto del torrente che si presenta secco, con consistente scorrimento idrico che avviene solo durante forti piogge.

La Cava Grassullo è una delle più lunghe cavità di tipo ibleo della provincia ragusana assumendo diversi nomi a seconda della collocazione geografica che sono (da nord a sud): Cava Renna, Cava Cavalusi, Cava Zannafondo, Cava San Paolo e Cava Biddemi. La cavità si origina ad ovest di Ragusa tra le Contrade Bruscè, Fortugno e Puntarazzi, scorrendo verso sudovest lungo le Contrade Mieta, Sant’Anna, Cinquevie, Renna e Genisi essendo nota come “Cava Renna”, compiendo una curva verso sud tra le Contrade Mendolilli, Carcara e Fargione venendo chiamata “Cava Cavalusi”, fino a quando in questa medesima zona vi è l’immissione con la piccola Cava Zannafondo lungo l’omonima contrada, in cui la cavità iblea comincia a chiamarsi “Cava San Paolo” arrivando in territorio santacrocese ricevendo da est il Vallone Grassullo (in territorio ragusano) e diramandosi tra le Contrade Muraglia, Dammusi, Nabiti e Aretusa ad ovest (in territorio di Santa Croce Camerina), Cutalia, Palazzola, Grassullo e Parauta ad est (in territorio di Ragusa) che ne compongono gli altipiani limitrofi.

Tutta l’area iblea attraversata da questa cava iblea è interessata dalla presenza di rilievi calcarei che ospitano terrazzamenti agricoli e aree di rimboschimento con la presenza di alberi di conifere.

La cava è nota per la presenza di importanti siti archeologici di tipo rupestre di cui va citata la catacomba paleocristiana di Contrada Grassullo risalente al IV secolo (301 – 400) d.C. posta tra i territori comunali di Ragusa e Santa Croce Camerina, raggiungibile dal sentiero sopracitato risalendo verso nord il corso del torrente arrivando al punto in cui vi è la confluenza della “Cava San Paolo” col “Vallone Grassullo” nell’omonima contrada posta in territorio ragusano. Essa è composta da grotte aventi funzione sepolcrale all’interno delle quali vi sono dei loculi in cui erano inumati i cadaveri oltre a interessanti tombe a baldacchino. Questa necropoli venne studiata dall’archeologo Paolo Orsi nel periodo che andava dalla fine del secolo 1800 agli inizi del 1900, scoprendo la datazione e la funzione di questo cimitero rupestre analizzando vari reperti rinvenuti all’interno dell’area sepolcrale. Vari siti archeologici di tipo rupestre sono sparsi per tutta la cavità e la presenza di essi farebbe presagire l’esistenza di aree abitate poste lungo la cava iblea, molto probabilmente piccoli insediamenti rurali di epoca tardoromana – bizantina.

L’altopiano in territorio santacrocese che domina da ovest la cavità è posto lungo le Contrade Dammusi, Nabiti (collocate a nord della S.P. 37 per Scicli) e Aretusa (quest’ultima raggiungibile o dalla Via Aretusa posta lungo il tratto sudorientale della S.P. 124 “Circonvallazione di Santa Croce Camerina” oppure dalla S.P. 37 da una traversa posta sulla nostra destra venendo dalla cittadina santacrocese, la prima dopo il bivio con la S.P. 110 per Contrada Magazzè – Muraglia). Qui possiamo ammirare vari edifici rurali che facevano parte del vasto feudo della famiglia dei Marchesi Celestri, delimitato da vari appezzamenti di terreno divisi tra loro da vari muri a secco, all’interno dei quali vi sono “Muragghi” e “Cubburi” che sono particolari costruzioni rurali (i primi costruiti con pietre a secco, i secondi simili ad una cupola) utilizzate dai contadini locali. Dalle Contrade Dammusi, Nabiti e Aretusa possiamo ammirare un ottimo panorama di Santa Croce Camerina, mentre dall’area di Passo di Scicli possiamo ammirare la cava in cui scorre il Torrente Grassullo con la limitrofa area boschiva formata da vari alberi di conifere.

A meridione della sopracitata area iblea la cava diviene nota come “Vallone delle Casuzze” per la vicinanza all’omonima frazione balneare santacrocese, venendo scavalcata dal “Ponte Biddemi” tramite la S.P. 36 Santa Croce Camerina – Marina di Ragusa all’altezza della discoteca “Arcadia”, continuando a fungere da area di confine tra i due territori comunali santacrocese a cui appartengono le Contrade Donne, Biddemi e Casazze (ad ovest), e ragusano contraddisinto dalle Contrade Gatto Corvino, Cerasella e Gaddimeli (ad est), sfociando nel Mare Mediterraneo presso la località balneare di Casuzze, dividendola dal vicino abitato di Marina di Ragusa.

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