Scicli, Area iblea di Contrada Gerrantini – Barracche – Gorgo del Pero – Fontana Casale

Scicli

Area iblea di Contrada Gerrantini – Barracche – Gorgo del Pero – Fontana Casale

Da Scicli, imbocchiamo la S.P. 40 Scicli – Sampieri in direzione di quest’ultima località marina facente parte del territorio sciclitano, superando il bivio con la S.P. 56 per Cava d’Aliga, proseguiamo per la S.P. 40 oltrepassando la Villa Ruben arrivando così presso l’area iblea nota come “Contrada Gerrantini”.

Si tratta di una zona rurale posta a metà strada tra Scicli e Sampieri, caratterizzata dalla presenza di campi coltivati ad oliveto e a carrubeto (ma presentanti anche vari impianti serricoli), delimitati dal tipico reticolo di muri a secco che contraddistinguono le aree iblee della Sicilia sudorientale. Qui vi sono anche molti interessanti edifici rurali e tenute di campagna, e tra esse va citata la “Casa Grande di Gerrantini” il cui monumentale ingresso è posto sulla S.P. 40. Un’altra interessante costruzione è posta andando in direzione della struttura ricettiva “Villa Antica Aia”, in cui troviamo una grande masseria facente parte di una limitrofa azienda agricola.

A sud della Contrada Gerrantini  vi sono le aree di Contrada Barracche posta a sud di Contrada Catteto e raggiungibile dalla S.P. 122 Calamarieri – Gerrantini – Piani andando in direzione “Modica” dall’incrocio sulla S.P. 40 in prossimità di una vecchia casa cantoniera, e di Contrada Contrada Fontana Casale, confinante a nord con la Contrada Gorgo del Pero (attraversata dalla S.P. 40 e collocata poco più a sud del sopracitato incrocio con la S.P 122) e posta lungo il tratto Sampieri – Scicli della linea ferroviaria “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi” e raggiungibile dalla traversa sulla nostra destra posta immediatamente dopo il passaggio a livello sulla S.P. 40 (venendo da Scicli). Presso queste aree possiamo ammirare casali e masserie rurali come quella posta sulla S.P. 40 dopo il sopracitato incrocio con la S.P. 122, oltre a vasti campi coltivati racchiusi da muri a secco.

In queste aree vi sono state ritrovate sepolture a fossa di epoca greco – romana, in cui sono stati rinvenuti vari reperti tra cui urne cinerarie, e un’iscrizione funeraria collocata presso il Museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa.

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