Scicli, Chiesa di Santa Maria del Carmine e Ex Convento dei Carmelitani

Scicli

Chiesa di Santa Maria del Carmine e Ex Convento dei Carmelitani


La Chiesa di Santa Maria del Carmine, fotografata dalla Via Santa Maria la Nova.

Lungo il vertice occidentale di Piazza Busacca si affaccia uno dei principali edifici barocchi della città di Scicli, la Chiesa di Santa Maria del Carmine con l’annesso ex Convento dei Carmelitani. Considerato come uno dei monumenti tardo barocchi più eleganti ed interessanti del centro storico sciclitano, questo edificio religioso composto dalla bella chiesa barocca e dal limitrofo “palazzo conventuale”, risulta uno dei “conventi settecenteschi” collocati all’interno del perimetro del centro storico della città a possedere gran parte dei suoi elementi architettonici originari. La Chiesa e il Convento del Carmine ebbero sorte diversa poiché esso acquisì il ruolo di “parrocchia” al posto di quella avente sede all’interno della anch’essa demolita Chiesa di Santa Maria la Piazza (posta un tempo all’imbocco della Via Francesco Mormina Penna, presso lo spiazzale noto come “Piazza Municipio”).

Le origini di questo convento risalirebbero al 1368 quando venne costruito di fianco alla chiesa un tempo consacrata a “San Giacomo l’Interciso” (martirizzato nel secolo 400 d.C. presso la città mesopotamica di Ctesifonte), ma successivamente l’edificio sacro in cui dimoravano i Frati Carmelitani di Sciclivenne interamente consacrato a “Santa Maria Annunziata”. Il convento venne ampliato durante il 1600 ma, in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 esso crollò andando distrutto. Gli anni successivi videro la progettazione del nuovo convento con l’annessa chiesa che venne affidata al religioso e architetto sciclitano Fra’ Alberto Maria di San Giovanni (anch’egli frate carmelitano che tra l’altro risiedeva all’interno del distrutto edificio conventuale), a cui seguì ricostruzione dell’edificio sacro che iniziò nel 1751 con l’edificazione della chiesa terminata nel 1769 e consacrata successivamente alla “Madonna del Carmine” (con la collocazione del simulacro che la raffigura, scolpito nel 1760 dallo scultore Francesco Castro), a cui seguì quella dell’adiacente convento che durò dal 1775 al 1778. Alle lavorazioni parteciparono lo stuccatore palermitano Giuseppe Gianforma che decorò l’interno della chiesa, e l’architetto Salvatore Alì che progettò l’area absidale, la casa canonica e il retrostante campanile. In seguito al decreto di eversione dell’asse ecclesiastico redatto dal Regno d’Italia nel 1866, il convento venne abbandonato e sconsacrato divenendo sede della caserma dei carabinieri, pretura e sede scolastica; la limitrofa chiesa rimase aperta al culto assorbendo il ruolo di “parrocchia” dalla preesistente Chiesa di Santa Maria la Piazza (demolita nel 1883 per lasciare spazio alla “Piazza Municipio” posta presso l’imbocco orientale di Via Francesco Mormina Penna). La chiesa e il limitrofo convento hanno poi subito numerosi interventi di restauro (l’ultimo terminato nel 2017), che hanno fatto in modo di poter preservare l’integrità di questo importante edificio barocco della città sciclitana. Oggigiorno la Chiesa del Carmine, sede dell’omonima parrocchia, è aperta al culto verso la “Madonna del Carmine” che viene festeggiata il 16 Luglio di ogni anno; il limitrofo convento carmelitano è di proprietà del comune, e al cui interno si tengono mostre, rassegne ed eventi di vario tipo, facendo inoltre parte del nascente “Polo Museale del Carmine” che risulta collegato ad una rete di siti museali situati in territorio sciclitano finanziati dal “Ministero per i beni e le attività culturali”, che comprenderanno anche l’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo con l’adiacente area archeologica, e l’Ex Convento della Croce (per saperne di più clicca qui).

Passiamo ora alla descrizione della Chiesa della Madonna del Carmine e del suo limitrofo convento; l’edificio complessivamente occupa gran parte dell’area a ridosso tra la Piazza Busacca, il quartiere “Sotto il Carmine” attraversato dalla Via Caneva, e il tratto orientale della Via Aleardi che va a delimitare il tratto urbano del Torrente Santa Maria la Nova.

La facciata barocca della Chiesa di Santa Maria del Carmine.

La facciata della Chiesa di Santa Maria del Carmine è divisa in tre ordini orizzontali caratterizzata dalla presenza di imponenti pilastri che la vanno a delimitare, nonché di grandi statue raffiguranti “Santi Carmelitani” poggianti su artistiche mensole. L’ordine inferiore, solcato da quattro pilastri aventi capitelli corinzi che sorreggono la trabeazione centrale, reca al centro l’elegante portale arcuato decorato da fregi geometrico – floreali e sormontato da un timpano triangolare a base aperta, affiancato ai lati da due delle sopracitate statue (una per lato). L’ordine centrale, anch’esso solcato da quattro pilastri a capitello corinzio, presenta al centro la grande finestra arcuata sormontata da tre travi che formano un elegante timpano, affiancata da due statue di pietra (sempre una per lato). La trabeazione superiore dell’edificio, recante al centro un elegante timpano spezzato su base semicircolare, sorregge l’ordine superiore della facciata contraddistinto da un corpo su cui è scolpita la figura della “Madonna del Carmine”, delimitato da due pilastrini che reggono il frontone superiore, affiancato da altre due statue di pietra (una per lato) adiacenti a pinnacoli sferici. Il frontone, delimitato da un timpano spezzato, reca un elegante corpo composto da tre pinnacoli che sorregge la “Croce” ferrea che svetta sull’edificio sacro. 

Il prospetto laterale della chiesa si affaccia lungo la Via Aleardi ed è raggiungibile dalla medesima da una monumentale scalinata (oltre che dalla limitrofa Piazza Busacca); esso presenta l’elegante portale laterale di forma arcuata, inquadrato da pilastri che sorreggono un elegante timpano spezzato recante al centro un fregio a forma di “Croce”; la parte superiore reca la copertura della volta su cui si affacciano otto ampie finestre arcuate (quattro per lato comprendendo anche il lato a meridione dell’edificio conventuale) oltre ad un’apertura murata sormontata da un elegante timpano circolare collocata in prossimità dei pilastri che delimitano la facciata di Piazza Busacca. In prossimità del catino absidale è posto il campanile della chiesa progettato dall’architetto siracusano Salvatore Alì, che risulta composto da corpo a frontone arcuato retto da quattro pilastri coronati da pinnacoli a coppa, che inquadrano le tre nicchie arcuate delimitate nella parte inferiore da balaustrini (va detto che esso è piuttosto simile al frontone dell’ex Chiesa Madre di Scicli posta sul Colle San Matteo).

Nel retro tra le Vie Aleardi e Caneva, possiamo ammirare la “Casa Canonica” dell’edificio sacro (progettata anch’essa dall’architetto Salvatore Alì), presentante due ordini orizzontali; nell’ordine inferiore, oltre ad un’apertura arcuata d’ingresso, vi sono quattro finestre arcuate (ormai murate), mentre sul soprastante ordine superiore vi sono quattro eleganti archi (delimitati da sei pilastri a capitello tuscanico che vanno a sorreggere il frontone dell’edificio) delimitati inferiormente da balaustrini poggianti sulla trabeazione centrale. Il prospetto retrostante avente sempre due ordini orizzontali che si affaccia su Via Caneva, è delimitato da due robusti pilastri (di cui quello sinistro adornato in sommità da un elegante fregio decorativo), e presenta elementi architettonici simili a quelli sopracitati disposti su di una “fila”, affiancata a sua volta da due finestre di forma arcuata (una sovrapposta all’altra); il tutto terminante con un frontone triangolare formato dalla copertura “spiovente” dell’edificio”.

L’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine è ad unica Navata e presenta un’elegante volta a botte contraddistinta dai candidi stucchi decorativi del settecento (opera dello stuccatore palermitano Giuseppe Gianforma). Possiamo ammirare la Cantoria che sovrasta l’ingresso formata da “gelosie” delimitate da pinnacoli a coppa, su cui è collocato un organo a canne del 1778 costruito dal maestro Basilio La Marca Alfano di Palermo. Lungo le pareti della Navata, solcate da pilastri a capitello ionico che formano robuste arcate che sorreggono l’elegante volta, vi sono posti sei eleganti Altari marmorei del 1768 (opera dello scalpellino catanese Tommaso Privitera) in cui possiamo ammirare un interessante “Crocifisso” ligneo del 1400 miracolosamente salvatosi dalla furia distruttrice del terremoto dell’11 Gennaio 1693, e cinque opere pittoriche del settecento attribuite al pittore netino Costantino Carasi che raffigurano “L’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria”, “La Natività di Cristo”, “La Trasfigurazione”, e due dipinti raffiguranti “Santi” facenti parte dell’Ordine Carmelitano. Oltre a ciò vanno citate altre quattro raffigurazioni pittoriche  collocate presso le pareti della Navata (due per parete) che raffigurano due “Episodi Biblici”, i “Quattro Evangelisti” e il “Beato Guglielmo Buccheri”; da citare anche la presenza di un Pulpito ligneo collocato sulla parete sinistra della Navata.

L’area del Presbiterio presenta il catino absidale delimitato da quattro pilastri a capitello corinzio, sui quali è posto l’elegante stucco raffigurante il “Monogramma Mariano”. Qui vi è allocato l’Altare Maggiore in marmo policromo (affiancato da due accessi rettangolari che conducono alla retrostante sagrestia), su cui è collocata la nicchia arcuata in cui è collocata la statua del 1760 raffigurante la “Madonna del Carmine” in argento sbalzato (opera dello scultore Francesco Castro); questa statua viene festeggiata ogni anno il 16 Luglio in occasione della solennità in onore di “Santa Maria del Carmine”, in cui viene condotta in Processione per le vie del centro storico sciclitano. Sotto il Presbiterio riposano inoltre i resti mortali dei nobili Domingo Serraton (che ricopriva tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 la carica di “sergente maggiore” durante il periodo in cui Scicli faceva parte del Vicereame di Sicilia, appartenente all’Impero di Spagna), della moglie Teresa e dei figli Pietro e Rosalia, tutti deceduti nei primi decenni del 1700.

All’interno della retrostante Casa Canonica (comprendente la Sacrestia dell’edificio sacro), abbellita da elementi architettonici e decorativi tardo barocchi, vi sono collocate varie opere d’arte sacra.

Dopo aver parlato della Chiesa, ora passiamo alla descrizione dell’adiacente ex Convento dei Frati Carmelitani. Esso occupa un ampio spazio collocato tra la Piazza Busacca ad est in cui è allocato il prospetto principale, la Via Carmine a nord e la Via Caneva ad ovest, venendo racchiuso a meridione dalla sopracitata Chiesa di Santa Maria del Carmine.

Il prospetto barocco dell’ex Convento dei Carmelitani.

La facciata del convento di Piazza Busacca, è suddivisa in due ordini orizzontali da una semplice trabeazione, essendo delimitata da due robusti pilastri collocati ai vertici del prospetto, mentre al centro possiamo ammirare l’elegante portale barocco di forma arcuata inquadrato da un particolare corpo composto da due massicce mensole di sostegno (una per lato e aventi le estremità inferiori merlate) che vanno a sorreggere le mensole su cui poggia il monumentale balcone centrale, racchiuso da inferriate bombate in ferro battuto e caratterizzato da un’apertura arcuata sormontata da tre travi curve che vanno a formare un elegante timpano circolare di coronamento (questo elemento architettonico occupa ovviamente i due ordini della facciata). 


L’elegante portale barocco del convento.

L’ordine inferiore possiede sei aperture rettangolari, di cui quattro collocate a sinistra del portale (di cui le due risultanti sormontate da brevi travi, affiancate a sinistra da un portone arcuato) e due poste rispettivamente a destra (affiancate da due finestre rettangolari). L’ordine superiore, orlato in sommità dal frontone recante un’elegante merlatura formata da bassorilievi geometrico – floreali, possiede otto finestre rettangolari (quattro per lato), coronate da travoni lisci e abbellite da eleganti bassorilievi geometrici nella parte inferiore; le terze finestre a destra e a sinistra del balcone sono più ampie delle altre, e recano rispettivamente lo stemma dell’Ordine Carmelitano e quello dei Cavalieri di Malta. Sul sopracitato frontone vi è posta un’elegante balaustra delimitata da pilastrini su cui sono adagiati pinnacoli di pietra dall’alto pregio decorativo.


L’ordine superiore della facciata del convento.

Il prospetto di Via Carmine, anch’esso suddiviso in due ordini orizzontali, è ovviamente molto più sobrio ma non per questo meno interessante. Nell’ordine inferiore possiamo ammirare (da est verso ovest) un portone arcuato avente due finestre rettangolari alla sua destra posto nel vertice sinistro, un portone poligonale incassato in un corpo bugnato affiancato da due finestrelle sempre rettangolari (una per lato) collocato al centro, e infine un’altra apertura sempre di forma poligonale (adibita a garage), ma caratterizzata da una chiave di volta e dalle mensole che sorreggono il sovrastante travone merlato, recanti interessanti mascheroni grotteschi; a ciò si aggiungono aperture (accessi e finestre) collocati in epoche successive (che corrispondono ad appartamenti privati collocati ad angolo con la Via Caneva). L’ordine superiore presenta dieci finestre rettangolari sormontate da semplici travoni; tra la settima e l’ottava di queste finestre (andando sempre da est verso ovest) troviamo un’ampia apertura arcuata inquadrata da pilastrini e coronata da un travone merlato.

Lungo la Via Caneva, vi è l’accesso esterno al cortile collocato presso il retro dell’ex edificio monastico, su cui si affaccia la corrispettiva ala occidentale formata da aperture rettangolari sormontate da travoni, occultata da costruzioni abitative sorte a partire dai primi anni del novecento.

L’interno del Convento dei Carmelitani comprende gran parte dei locali abitati dai frati ossia le celle in cui dimoravano, il refettorio con la limitrofa cucina, e i magazzini dell’edificio sacro; tutti caratterizzati da elementi architettonici e decorativi settecenteschi. All’interno del convento verrà collocata la sede del “Polo Museale del Carmine”, ossia un ampio “Museo Civico” all’interno del quale verranno esposte anche molte opere pittoriche dell’artista sciclitano Piero Guccione.

Al centro dell’edifico monastico è posto lo stupendo Chiostro interno, composto da quattro prospetti caratterizzati dalla presenza di finestre rettangolari sormontate da travoni, sotto le quali vi sono collocati i portici interni di forma arcuata delimitati da robusti contrafforti (il porticato interessa la parte inferiore dei prospetti ovest e nord). Al centro dei prospetti ovest, sud e nord vi sono collocati eleganti loggiati delimitati da pilastri a capitello tuscanico, che formano un arco all’interno del quale è collocato un balcone ad apertura rettangolare, in cui sui frontoni di coronamento è incisa la data di costruzione dei medesimi prospetti. Il loggiato del prospetto occidentale, su cui è incisa la data “1710”, presenta un’elegante chiave di volta e due mascheroni collocati ai vertici; il loggiato del prospetto meridionale (adiacente all’ala confinante con la limitrofa Chiesa del Carmine) possiede una chiave di volta raffigurante un mascherone, affiancata da decori floreali in bassorilievo, il tutto sormontato da un timpano spezzato su cui è incisa la data “1787”, recante al centro un’elegante nicchia in cui è collocata la statua di un “Santo Carmelitano”; il prospetto settentrionale è piuttosto simile a quello collocato a meridione, recando nel timpano spezzato di coronamento l’iscrizione “Decor Carmeli” con la sottostante data “1724”, sulla cui nicchia sormontata da una grande Croce ferrea, vi è posta la statua che raffigura la “Madonna del Carmine”. Il prospetto orientale, prospiciente all’ala che si affaccia su Piazza Busacca, non presenta simili loggiati, ma bensì l’accesso che si collega al portale collocato presso la facciata principale dell’edificio. Da ammirare anche la pavimentazione del chiostro, che forma eleganti motivi geometrici.

La Chiesa di Santa Maria del Carmine è liberamente visitabile, mentre il limitrofo Chiostro del Convento dei Carmelitani lo si può visitare in occasione dei vari eventi che si tengono al suo interno, in attesa che il resto dell’edificio conventuale ospiti il sopracitato polo museale.

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