Scicli, Chiesa di Santa Maria del Gesù e Convento (Ex Orfanotrofio “Padre Gabriele Rio”)

Scicli

Chiesa di Santa Maria del Gesù e Convento
(Ex Orfanotrofio “Padre Gabriele Rio”)

La Chiesa di Santa Maria del Gesù annessa all’adiacente ex Convento – Orfanotrofio, è posta ad angolo tra il tratto nordorientale di Corso Giuseppe Mazzini e la Via Martoglio, mentre il retrostante edificio monastico è collocato ad angolo tra la Via Potenza e il Corso Mazzini.

La costruzione di questo edificio sacro iniziò nel 1588 inglobando oltre alle proprietà donate da Fra’ Girolamo La Torre e dal nobile Francesco Mirabella, due piccoli edifici sacri consacrati a “San Rocco” e a “San Sebastiano”. Per gran parte del 1600 l’edificio conventuale, il cui progetto era attribuito agli architetti originari di Buscemi (SR) Pietro e Vincenzo Costantino, venne man mano costruito anche grazie alle donazioni di vari benefattori (di cui vanno citati i nobili Vincenzo Iurato e Don Pietro Cartia), andando poi ad ospitare la comunità monastica dei Frati Minori Osservanti. L’edificio sacro venne danneggiato durante il sisma dell’11 Gennaio 1693 e ricostruito nei primi anni del 1700. Il convento venne abbandonato dopo il 1866 in seguito al decreto redatto dal Regno d’Italia riguardante l’eversione dell’asse ecclesiastico. L’attiguo convento venne demolito nei primi anni del 1900 andando a cancellare così uno dei più interessanti edifici conventuali della città sciclitana. Nonostante ciò l’edificio venne ricostruito nel secondo dopoguerra (anni 1950) venendo progettato dall’architetto sciclitano Guglielmo Emmolo. La chiesa venne interessata dal restauro della facciata e dal consolidamento della navata settecentesca. Il restauro della chiesa conseguente alla costruzione del nuovo edificio “conventuale”, venne voluto dal religioso sciclitano Padre Gabriele Rio facente parte dell’ordine monastico francescano dei Frati Minori, che collocò all’interno di esso un orfanotrofio e una scuola di arti e mestieri. L’edificio svolse questa funzione fino al 1990 quando poi chiuse definitivamente anche a causa dell’anzianità di Padre Gabriele Rio (che morì tre anni più tardi a Giarratana il 10 Aprile 1993). Da allora l’edificio conventuale rimase chiuso mentre la chiesa rimase aperta al culto. Oggigiorno sia la chiesa (appartenente alla Parrocchia facente capo alle Chiese di Sant’Ignazio di Loyola e di San Bartolomeo), che l’ex convento sono chiusi poiché devono subire interventi di restauro di cui, dopo di essi, l’ex orfanotrofio deve assumere una precisa destinazione di utilizzo.

La Chiesa di Santa Maria del Gesù è posta ad angolo tra il Corso Giuseppe Mazzini e la Via Martoglio, presentando un’elegante facciata in stile neoclassico disegnato dall’architetto sciclitano Guglielmo Emmolo, divisa in tre ordini orizzontali. L’ordine inferiore risulta delimitato ai vertici da due pilastri affiancati da quattro colonne (due per lato), aventi eleganti capitelli corinzi che sorreggono la trabeazione centrale; al centro è posto l’elegante portale rettangolare sormontato da un timpano semicircolare a base chiusa su cui è posto lo stemma dell’ordine dei Frati Minori Francescani. L’ordine centrale, posto sulla sopracitata trabeazione, è affiancato da contrafforti a spirale e delimitato da quattro colonne (due per lato) aventi sempre capitelli corinzi, che vanno ad inquadrare la nicchia arcuata centrale in cui è collocata la statua della “Madonna col Bambino”, e a sostenere quattro mensole trapezoidali. L’ordine superiore, delimitato da due pilastri, reca al centro la nicchia campanaria di forma arcuata, sormontata dal frontone che forma un elegante timpano spezzato, su cui è posta la “Croce” in ferro battuto. A sinistra è posto l’accesso laterale della Chiesa (vedi il paragrafo riguardante il limitrofo ex Orfanotrofio).

L’interno della Chiesa possiede due Navate, di cui quella sinistra che è la principale dell’edificio sacro, mentre quella collocata a destra è formata da tre cappelle laterali collegate tra loro.

La Navata centrale, solcata da pilastri a capitello tuscanico, presenta un’elegante volta sorretta da essi ed adornata da eleganti stucchi policromi (molto probabilmente opera dello stuccatore palermitano Antonino Aversa), e da interessanti dipinti di cui quelli più antichi raffiguranti sei “medaglioni” raffiguranti vari “Santi” (opera del pittore modicano Giovan Battista Ragazzi) posti ai margini, mentre al centro vi sono i dipinti che raffigurano “Episodi della Vita di San Francesco d’Assisi” (dipinti nel 1944 dal pittore sciclitano Bartolomeo Militello).

Lungo la Navata possiamo ammirare l’elegante Cantoria che sovrasta l’ingresso, e il Pulpito ligneo posto alla nostra destra; alla nostra sinistra vi sono tre Altari laterali decorati da eleganti stucchi policromi di cui nel primo vi era posta una statua che raffigura “Sant’Antonio di Padova” (ora posta presso la Chiesa di San Giovanni Evangelista di Via Francesco Mormina Penna) portata in Processione il 13 Giugno di ogni anno durante la festività in onore del corrispettivo “Santo Francescano”, nel secondo vi è il dipinto raffigurante “La Sacra Famiglia” (opera del 1710 attribuita al pittore netino Antonino Manoli), nel terzo invece vi è un dipinto del pittore sciclitano Bartolomeo Militello raffigurante “San Francesco e vari Santi”. All’interno della navata possiamo ammirare anche i dipinti che raffigurano “San Francesco d’Assisi”, la “Madonna delle Grazie”, il “Beato Guglielmo Buccheri” e “Sant’Isidoro Agricola”.

Al termine della Navata, separata da un’ampia arcata vi è l’area del Presbiterio in cui possiamo ammirare i dipinti raffiguranti “San Giovanni della Marca” e “San Francesco Nolano” (rispettivamente nelle pareti a sinistra e a destra dell’area presbiterale); al centro vi è l’Altare Maggiore affiancato dagli accessi alla retrostante sagrestia – casa canonica comunicante col limitrofo ex orfanotrofio (vedi più sotto), in cui è riprodotta la grotta in cui comparve la “Madonna di Lourdes”, affiancata da dipinti raffiguranti “San Bernardino da Siena” e “San Giovanni da Capestrano” (rispettivamente a sinistra e a destra dell’altare).

La Navata laterale presenta tre Cappelle adornate da eleganti stucchi settecenteschi (che con molta probabilità sono sempre attribuiti allo stuccatore palermitano Antonino Aversa), di cui nella prima cappella (venendo dall’ingresso) possiamo ammirare un trittico degli anni 1940 al cui centro è raffigurato “Il Sacro Cuore di Gesù” (opera del pittore Bartolomeo Militello) oltre ad un dipinto raffigurante la “Madonna delle Milizie”; nella seconda cappella troviamo un “Crocifisso” ligneo del 1600 attribuito alla scuola di Fra’ Umile da Petralia, oltre ad una statua in gesso raffigurante il “Cristo Deposto”; nella terza cappella vi è un dipinto che raffigura “San Sebastiano Martire”.

Il retrostante ex Convento – Orfanotrofio in stile tardo neoclassico, la cui costruzione risale agli anni 1950, presenta il prospetto principale che si affaccia lungo il Corso Giuseppe Mazzini (numeri civici 48, 46 e 44), mentre quello laterale è collocato lungo la Via Potenza. La facciata di Corso Mazzini è suddivisa in tre ordini orizzontali divisi da eleganti trabeazioni. Quello inferiore avente tre portali rettangolari sormontati da timpani semicircolari a base chiusa in mezzo ai quali vi sono due finestre della medesima forma che risultano sormontate da timpani triangolari (anch’essi a base chiusa), altre tre finestre simili sono collocate ai vertici dell’ordine (una a destra e due a sinistra); sul fianco destro dell’edificio vi è l’accesso laterale della Chiesa di Santa Maria del Gesù contraddistinto da un portale simile a quelli citati, su cui vi è posta una finestra rettangolare. L’ordine centrale reca otto finestre rettangolari di cui quelle centrali (la terza, la quinta e la settima da destra verso sinistra, collocate in prossimità dei sopracitati portali) fungono da balcone incassato all’interno della parete, essendo delimitate da balaustre inferiormente e risultando sormontate da timpani semicircolari, mentre le altre possiedono timpani triangolari di coronamento. L’ordine superiore reca otto balconi incassati nella parete sotto le cui aperture rettangolare sormontate da travoni, vi sono eleganti balaustrini. Il prospetto di Via Potenza è piuttosto simile avendo nell’ordine inferiore due portali d’accesso e quattro finestre (due delle quali poste nel vertice sinistro, mentre le altre due sono poste a fianco del portale destro), mentre l’ordine centrale reca due balconi incassati nella parete e tre finestre (posti rispettivamente in prossimità dei sottostanti portali e delle adiacenti finestre), l’ordine superiore infine reca cinque balconi incassati nella parete. Sempre lungo Via Potenza vi è il corpo retrostante dell’edificio facente ad angolo con il cancello che conduce al cortile dell’edificio, avente elementi architettonici simili a quelli sopracitati (un portale ed una finestra nell’ordine inferiore affiancati a sinistra da un garage, due balconi ed una finestra in quello centrale, e infine tre balconi su quello superiore. Sul cortile si affaccia la “casa canonica” della retrostante Chiesa di Santa Maria di Gesù composta da quattro balconi ad apertura di forma rettangolare, sorretti da mensoloni.

L’interno dell’edificio (comunicante con la limitrofa chiesa) ospita le varie stanze in cui alloggiavano gli orfani, a cui si aggiunge il refettorio (va detto che all’interno della struttura l’arredamento originario è ancora presente). Da menzionare la “scuola di arti e mestieri” in cui sono posti ancora macchinari e attrezzi in cui coloro che dimoravano all’interno dell’edificio imparavano a svolgere vari lavori artigianali. Inoltre presso il sopracitato cortile vi è posto un giardino mediterraneo.

Va infine detto che vi sono vari “progetti” riguardanti il ripristino della funzione originaria di questo edificio posto all’interno del centro storico sciclitano, oltre che vari progetti per il restauro e il consolidamento della Chiesa di Santa Maria del Gesù.

Per saperne di più visita la pagina facebook della Chiese di Sant’Ignazio e San Bartolomeo.

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