Scicli, Chiesa di San Giuseppe

Scicli

Chiesa di San Giuseppe

La settecentesca Chiesa di San Giuseppe di Scicli, posta presso uno spiazzale ubicato tra le Vie San Giuseppe, San Marco e Poliziano e raggiungibile da una scalinata, è uno dei più importanti luoghi di culto della città sciclitana, in quanto consacrata al venerato “Santo Padre di Cristo” celebrato ogni anno a Marzo con una solenne festività che culmina con la “Cavalcata di San Giuseppe”, la sfilata di cavalli adornati da mantelli formati da variopinti petali di fiori con cui il fine settimana limitrofo al 19 Marzo (giorno in cui ricorre la solennità liturgica consacrata al medesimo “Santo”) viene commemorata la “Fuga in Egitto della Sacra Famiglia”.

La chiesa venne fondata nel 1504 all’interno del quartiere noto come “Pendino” per volere del nobile Giannantonio Miccichè, venendo elevata nell’anno 1598 dall’allora Arcivescovo di Siracusa Don Giovanni Orosco al ruolo di “Grangia” (termine che indica un’organizzazione monastica di tipo rurale si occupava della coltivazione e della conservazione di vari prodotti coltivati, di solito cereali) appartenente alla Chiesa Madre di San Matteo, venendo consacrata a “San Giuseppe”. In seguito alla costruzione di questo edificio sorto presso un appezzamento di terreno che apparteneva in origine alla congregazione monastica dei Frati Minori Conventuali, il quartiere “Pendino” prese il nome del “Santo Padre di Cristo” in riferimento a questo medesimo luogo sacro. In questa chiesa si trasferì la Confraternita di Sant’Agrippina che, dopo aver ceduto il loro oratorio ai Frati Cappuccini, nel secolo 1600 si fuse con la confraternita consacrata a “San Giuseppe”. La chiesa venne gravemente danneggiata in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693, che comportò il crollo di gran parte di essa. La ricostruzione dell’edificio sacro in chiave barocca avvenne nell’anno 1772. La chiesa è sempre rimasta aperta al culto venendo elevata al rango di “Parrocchia” l’1 Dicembre 1950 dall’allora Vescovo della Diocesi di Noto Monsignor Angelo Calabretta, subendo sostanziali restauri negli anni 1960. Oggigiorno la Chiesa di San Giuseppe è uno degli edifici barocchi più visitati della città sciclitana, in quanto fulcro del culto sciclitano a “San Giuseppe” che viene appunto celebrato con la festività di Marzo, comprendente la sopracitata “Cavalcata di San Giuseppe” (che è uno dei più antichi riti popolari legati al culto cristiano praticato all’interno della città sciclitana).

La Chiesa di San Giuseppe è posta in posizione sopraelevata rispetto alla Via San Giuseppe, affacciandosi presso un breve “sagrato” collocato lungo la Via San Marco (raggiungibile da una breve scalinata o da un limitrofo accesso laterale). La facciata della chiesa, che forma un unico “ordine”, è a sezione concava ed è delimitata ai lati da due pilastri a capitello tuscanico che poggiano su robusti sostegni a sezione quadrangolare, che vanno a sostenere l’elegante frontone su cui è collocata la grande “Croce” in ferro battuto (delimitata da due pinnacoli collocati in corrispondenza dei sottostanti pilastri). Nella parte inferiore è posto il portale centrale d’ingresso avente forma arcuata recante una chiave di volta contraddistinta da un “mascherone” fanciullesco, posto su una breve scalinata e delimitato da due pilastri che sostengono il travone che va a coronarlo; al centro della facciata è collocata la finestra centrale anch’essa di forma arcuata, sormontata da un timpano semicircolare a base aperta adornato da eleganti fregi decorativi, che sostiene uno scudo di pietra riportante il “titolo” dell’edificio sacro (anch’esso adornato da eleganti fregi). I prospetti laterali di Via San Marco e Via Poliziano recano rispettivamente la torretta campanaria laterale ed un elegante portico. 

L’interno della chiesa reca un’unica Navata la cui volta risulta adornata da eleganti stucchi di colore turchese e dorato raffiguranti eleganti fregi geometrico – floreali, mentre tra le sei finestre (tre per parete) vi è raffigurata la “Croce di Malta”. Varcato l’ingresso notiamo due Acquasantiere risalenti al periodo precedente al terremoto dell’11 Gennaio 1693, retti da figure di Angeli.

Lungo le pareti laterali della navata, oltre agli accessi laterali che conducono rispettivamente presso l’accesso laterale di Via Poliziano e presso i locali parrocchiali collocati lungo Via San Marco posti in prossimità del Presbiterio all’interno di due transetti arcuati (rispettivamente alla nostra sinistra e alla nostra destra entrando dal portale d’ingresso), vi sono posti eleganti altari collocati all’interno di nicchie arcuate sormontate da eleganti fregi decorativi. Presso la parete destra (andando dall’atrio d’ingresso verso il presbiterio) possiamo ammirare: la nicchia in cui è posta una statua di “San Giuseppe con Gesù Bambino” che viene portata in Processione durante i festeggiamenti di Marzo in onore del “Santo Padre di Cristo”; il dipinto del 1745 raffigurante “Santa Maria della Grazia con Sant’Agata e Santa Lucia” (di artista ignoto ma molto probabilmente commissionata come “ex voto” da un certo Antonio Di Lorenzo); l’Altare in cui è posto un “Crocifisso” ligneo cinquecentesco affiancato dalle statue che raffigurano la “Madonna Addolorata” e “San Giovanni Evangelista”; e infine l’Altare su cui è posta la statua della “Madonna col Bambino”.

Nella parete sinistra (sempre andando dall’atrio d’ingresso verso il presbiterio) possiamo ammirare: la nicchia nella quale è collocato il cinquecentesco Fonte Battesimale in pietra locale  dell’edificio sacro; l’altare su cui è collocata la statua di “Santa Maria del Suffragio” proveniente dalla vicina Chiesa di Santa Maria Maddalena; e infine l’elegante Altare marmoreo su cui è posta una delle opere d’arte più importanti della chiesa, la statua marmorea del 1497 raffigurante “Sant’Agrippina” (opera riconducibile alla scuola artistica dello scultore palermitano Domenico Gagini) che poggia su di un piedistallo recante la suddetta data e coronata da una grande conchiglia posta dietro il capo, che era venerata dalla “Confraternita di Sant’Agrippina” (la nicchia arcuata di questo Altare risulta adornata da un “manto” marmoreo, mentre in sommità vi è una formella recante la Colomba simbolo dello “Spirito Santo”, e figure di Angeli).

Il Presbiterio della Chiesa di San Giuseppe, reca in sommità la cupola ottagonale formata da quattro pennacchi recanti eleganti stucchi rossastri recanti al centro il dipinto raffigurante “San Giuseppe Morente”, mentre nelle sottostanti pareti possiamo ammirare la settecentesca cantoria lignea dell’edificio sacro (destra) e un dipinto raffigurante “Gesù Cristo che scaccia i mercanti dal tempio” risalente anch’esso al periodo settecentesco.

Qui possiamo ammirare il venerato simulacro settecentesco ricoperto di argento raffigurante “San Giuseppe e Gesù Bambino”, scolpito dal 1773 dallo scultore napoletano Pietro Padula e completato dallo sciclitano Pietro Cultraro, che viene esposto al centro del’edificio sacro durante la festività di Marzo in suo onore.

Al centro del Presbiterio è posto l’Altare Maggiore corrispondente ad un Tabernacolo affiancato da due statue di Angeli, sopra il quale sul catino absidale, vi è una nicchia contenente la statua del “Sacro Cuore di Gesù” (ma che in principio conteneva il sopracitato simulacro di “San Giuseppe”).

All’interno dell’edificio sacro, sia all’interno della chiesa che nei limitrofi locali parrocchiali, vi sono conservati anche mobili e oggetti sacri di varie epoche.

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook della Chiesa di San Giuseppe.

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