Scicli, Chiesa di San Michele Arcangelo

Scicli

Chiesa di San Michele Arcangelo

La settecentesca Chiesa di San Michele Arcangelo di Scicli è uno dei più mirabili esempi del barocco settecentesco sciclitano per la sua eleganza, ch  nel Giugno del 2002 è stata appunto iscritta nella lista dei “Patrimoni dell’Umanità” dell’Unesco nell’ambito delle “Città Tardo barocche del Val di Noto”. Essa è posta in uno spiazzale posto nella parte centrale della Via Francesco Mormina Penna, la famosa strada barocca del centro storico sciclitano che anticamente era appunto nota come “Corso San Michele” presso cui si affacciano i Palazzi Bonelli – Patanè, Penna – Nicolaci – Mormina e Spadaro, essendo collocata ad angolo con la limitrofa Via Fiumillo (strada che conduce al vicino e omonimo quartiere).


La bella Chiesa di San Michele Arcangelo posta lungo la Via Francesco Mormina Penna.

La chiesa apparteneva al retrostante Convento delle Suore Agostiniane devote al culto della “Madonna di Valverde” (venerata nel Santuario posto nell’omonimo centro in Provincia di Catania), e risultava presente nel 1500 assieme al limitrofo edificio conventuale. Ciò è attestato da vari documenti storici (in verità atti ecclesiastici) che vanno a confermarne sia la presenza che la collocazione. L’edificio monastico venne gravemente danneggiato dal terremoto dell’11 Gennaio 1693 che, seppur non andando a distruggerlo in maniera completa, lo compromise in maniera molto grave rendendo necessaria la completa ricostruzione della chiesa  e del retrostante convento. Essa iniziò nel 1750 venendo guidata dall’architetto siracusano Michelangelo Alessi che, coadiuvato dall’ingegnere anch’egli aretuseo Rosario Gagliardi, progettò la nuova Chiesa di San Michele Arcangelo in chiave tardo barocca. I lavori di costruzione proseguirono fino al secolo 1800 guidati dall’architetto palermitano Giuseppe Fama. Il convento agostiniano, costruito a partire dal 1770, rimase aperto al culto fino al 1866, fino a quando in seguito al decreto di eversione dell’asse ecclesiastico che venne redatto dall’allora Regno d’Italia, esso venne sconsacrato comportando l’abbandono della comunità monastica agostiniana di Scicli. L’ex convento divenne di proprietà del sacerdote sciclitano Francesco Carpentieri che, a seguito del suo testamento redatto il 16 Febbraio 1883, volle la fondazione all’interno di esso dell’attuale “Opera Pia Carpentieri” (lo stesso religioso venne sepolto all’interno della limitrofa chiesa) mentre dal 2007 un’ala di esso divenne sede del “Museo del Costume Mediterraneo e della Cultura Materiale negli Iblei (vedi link “Ex Convento di San Michele – Palazzo Carpentieri” nella pagina precedente per saperne di più). La Chiesa di San Michele Arcangelo rimase aperta al culto appartenendo in seguito alla parrocchia della Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola divenendone “rettoria”. Oggi questo edificio sacro è uno dei più importanti della città di Scicli per le importanti opere d’arte collocate al suo interno ma anche per far parte dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco.

La Chiesa di San Michele Arcangelo presenta un’elegante facciata “a torre” divisa in tre ordini orizzontali, e caratterizzata da un profilo “convesso” che da plasticità al prospetto dell’edificio sacro. L’ordine inferiore è caratterizzato dalla presenza dell’elegante portale centrale di forma arcuata incassato in corpo poligonale, delimitato da due colonne a capitello corinzio che sorreggono la trabeazione centrale, che risulta sormontato in alto dallo stemma dell’ordine agostiniano (raffigurante un cuore trafitto da una freccia) decorato da eleganti bassorilievi decorativi; di fianco al portale vi sono i corpi laterali dell’ordine inferiore solcati da quattro pilastri a capitello corinzio (due per lato). La soprastante trabeazione merlata che va a dividere l’ordine inferiore da quello superiore, risulta sorretta da mensoloni caratterizzati dalla presenza di mascheroni che raffigurano teste di Angeli, retti dalle sottostanti colonne che delimitano il portale d’ingresso; anche al centro è posto un mascherone del medesimo tipo. L’ordine centrale, delimitato al centro sempre da due colonne a capitello corinzio, reca una grande finestra arcuata incassata in un elegante corpo, decorata ai lati da ghirlande floreali in bassorilievo e sormontata da un elegante timpano. A fianco vi sono posti quattro pilastri (due per lato) aventi capitelli corinzi che, assieme alle vicine colonne sorreggono la trabeazione superiore dell’edificio, caratterizzata da mensole (poste in corrispondenza delle sottostanti colonne) sormontate da pinnacoli a coppa. L’ordine superiore della facciata è caratterizzato dalla torretta campanaria avente al centro una nicchia di forma arcuata, delimitata ai lati da quattro pilastri a capitello corinzio (due per lato), che vanno a reggere l’elegante frontone formato da un timpano triangolare di tipo merlato, recante al centro il bassorilievo raffigurante il “Monogramma Mariano” su cui è posta la grande Croce in ferro battuto. Ai lati vi sono inferriate bombate del medesimo materiale.


L’elegante facciata a torre della Chiesa di San Michele Arcangelo.

I prospetti laterali risultano solcati da pilastri corinzi, essendo caratterizzati da finestre di forma arcuata. Sulla Via Francesco Mormina Penna è posto inoltre l’elegante portale secondario della chiesa avente forma arcuata di tipo concava sul cui architrave è posto un mascherone fanciullesco raffigurante la testa di un Angelo, delimitata da pilastri a capitello corinzio e sormontata da un elegante travone merlato, in cui è collocata una finestra tondeggiante delimitata da inferriate. Il retro della torretta campanaria collocata in sommità, visibile dal tratto occidentale di Via Francesco Mormina Penna, presenta inoltre cinque aperture poligonali.


Il portale laterale della Chiesa di San Michele Arcangelo.

L’interno della Chiesa di San Michele Arcangelo, avente una particolare pavimentazione in pietra pece iblea, è caratterizzata da una Navata di forma ellittica decorata dagli stucchi ottocenteschi di colore dorato e turchese, opera dello stuccatore Giuseppe Sesta da Polizzi Generosa (PA). Varcato l’ingresso possiamo ammirare la cantoria principale dell’edificio sacro delimitata da una “gelosia” bombata in ferro battuto, che precede la volta “a botte” decorata dalle rosette in stucco che delimitano quattro dipinti ottocenteschi che raffigurano “Episodi della vita di Sant’Agostino” (opera del pittore Gaetano Di Stefano di Chiaramonte Gulfi). Le pareti laterali decorate da stucchi e merlature, risultano solcate da pilastri aventi capitelli corinzi che sorreggono la sopracitata volta. Qui possiamo ammirare quattro eleganti Altari collocati dentro ampie arcate e caratterizzati da tabernacoli marmorei delimitati da due colonne i cui capitelli (anch’essi in stile corinzio) vanno a sorreggere grossi timpani merlati; negli Altari posti presso la parete destra possiamo rispettivamente ammirare i dipinti ottocenteschi raffiguranti “Sant’Agostino” e “San Michele Arcangelo”, mentre in quelli collocati nella parete sinistra vi sono la tela raffigurante “L’Adorazione dei Magi” (anch’essa ottocentesca) e un “Crocifisso” settecentesco in cartapesta.

Al centro delle pareti laterali della navata, tra i sopracitati Altari, sono poste due “cantorie” (una per parete, sempre delimitate da inferriate in ferro battuto), caratterizzate da decorazioni pittoriche raffiguranti vari strumenti musicali; la cantoria destra (collocata sull’ingresso laterale che comunica con la Via Francesco Mormina Penna) è caratterizzata da una finestra delimitata da gelosie bombate in ferro battuto, mentre quella sinistra (sotto la quale è posto un Altare consacrato al “Santissimo Sacramento”) reca l’organo a canne del 1817 opera dei fratelli Giovanni e Felice Platania da Acireale (CT), collocato all’interno di un’elegante struttura lignea corredata da sportelli, sormontata da pinnacoli a coppa.

Il Presbiterio della Chiesa di San Michele è caratterizzato dal catino absidale presentante varie formelle in stucco che creano un interessante effetto prospettico, e in cui possiamo ammirare due aperture delimitate da gelosie in ferro battuto, da cui le monache agostiniane assistevano alle funzioni religiose. Al centro di esso è posto l’Altare Maggiore il cui Tabernacolo marmoreo è delimitato da due colonne i cui capitelli in stile corinzio sorreggono un grande timpano triangolare merlato. Al centro vi è posto il dipinto settecentesco raffigurante la “Madonna del Buon Consiglio”.

All’interno della Chiesa di San Michele Arcangelo e presso la limitrofa sagrestia, vi sono collocate inoltre altre opere d’arte sacra; e infine va citata la presenza del monumento funebre in memoria del canonico Francesco Carpentieri, a cui si deve la nascita dell’Opera Pia situata nell’adiacente ex convento agostiniano.

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook della Chiesa di San Michele Arcangelo.

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