Scicli, Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Scicli

Chiesa di Santa Maria della Consolazione


La Chiesa di Santa Maria della Consolazione collocata all’interno del quartiere di Santa Maria la Nova.

L’imponente Chiesa di Santa Maria della Consolazione, collocata all’interno del quartiere del centro storico di Scicli noto come “Santa Maria la Nova”, è una delle più grandi chiese barocche della città sciclitana assieme all’attuale Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola, alla limitrofa Chiesa di Santa Maria la Nova e ovviamente all’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo posta sul vicino Colle San Matteo. Essa è collocata tra le Vie Santa Maria la Nova, Villari e Consolazione, all’interno dell’area localmente chiamata “U Cunsulu” (nome con cui è noto anche questo edificio sacro), affacciandosi su di un interessante sagrato monumentale. La chiesa, seppur non sia stata ufficialmente sconsacrata, non è aperta interamente al culto e non si celebrano particolari funzioni religiose di particolare rilievo sin dal periodo della II guerra mondiale (eccezion fatta per alcuni eventi sacri o speciali celebrazioni eucaristiche), ma al suo interno ospita un interessante museo d’arte sacra facente parte del polo museale noto come “Museo del Campanile”, curato dall’associazione sciclitana “Triskele”.

La Chiesa di Santa Maria della Consolazione è stata edificata presumibilmente nel secolo 1400 venendo consacrata a “San Tommaso Apostolo” di cui resta l’originale portale collocato presso il prospetto meridionale dell’edificio sacro. Nel secolo 1600 l’edificio sacro venne ampliato e consacrato a “Santa Maria della Consolazione” divenendo una delle più importanti chiese mariane della città sciclitana, fregiandosi del privilegio “mariano” concesso nel 1644 a molti centri dell’allora Vicereame di Sicilia, governato dall’allora sovrano Re Filippo IV d’Asburgo. Fu così che la chiesa venne elevata a “Collegiata” e intitolata alla “Patrona Civitatis” ossia alla “Patrona Cittadina” di Scicli, che è appunto la “Madonna” (non a caso, la patrona cittadina è “Santa Maria delle Milizie”). La Chiesa di Santa Maria della Consolazione crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693, venendo ricostruita per buona parte del 1700. Alla ricostruzione della chiesa lavorarono molte maestranze locali, tra cui va citata l’opera di edificazione dell’Abside avvenuta a partire dal 1780 e guidata dal capomastro netino Corrado Mazza. La chiesa rimase aperta al culto per tutto il 1800 e durante la prima metà del 1900, essendo nota per la venerazione al suo interno del simulacro raffigurante il “Cristo alla Colonna”, che un tempo veniva condotto in Processione per le strade della città sciclitana durante la sera del Giovedì Santo. Dal periodo del secondo dopoguerra, la Chiesa di Santa Maria della Consolazione venne chiusa al culto; le sue associazioni ecclesiastiche (tra cui anche la Confraternita di Santa Maria della Consolazione) vennero sciolte, e i riti sacri inclusa la processione del “Cristo alla Colonna”, non si tennero più. L’edificio sacro rimase chiuso per lunghissimi anni fino a quando non cominciò a subire vari interventi di restauro; tra cui citiamo quello iniziato nel 2008 quando vennero rinvenute le sepolture collocate sotto la pavimentazione della chiesa dove, oltre a vari resti umani ormai scheletriti, sono stati rinvenuti sei cadaveri mummificati (parzialmente integri) appartenenti a tre uomini e a tre donne, che sono stati seppelliti nuovamente sotto la chiesa. Un’altra mummia rinvenuta durante la prima metà del 1900 e collocata dentro una cassa di vetro e legno (esposta presso il sopracitato museo adiacente alla chiesa), è nota come la “Regina dei Mori” e appartiene ad una donna presumibilmente di ceto nobile vissuta durante il secolo 1800. Oggigiorno la chiesa, che ha ospitato varie rassegne artistiche, tuttora è affidata all’associazione sciclitana “Triskele”, essendo aperta alle visite assieme al suo limitrofo sito espositivo. 


La facciata della Chiesa di Santa Maria della Consolazione col suo campanile.

La Chiesa di Santa Maria della Consolazione si affaccia presso un interessante sagrato lastricato co basole di pietra iblea posto tra le Vie Santa Maria la Nova e Villari, raggiungibile da un’ampia scalinata e delimitato alla nostra sinistra da una parete solcata da sei pilastri a capitello tuscanico, che reggono la trabeazione superiore orlata in sommità da un’elegante balaustra.

L’edificio sacro presenta una facciata sobria ma elegante divisa in due ordini orizzontali e solcata da pilastri. L’ordine inferiore è solcato da quattro pilastri a capitello tuscanico che la dividono in tre corpi, recando al centro il portale principale di forma arcuata inquadrato da due pilastri che reggono il travone superiore orlato da fregi geometrici, al centro del quale è posto un elegante stemma araldico sotto al quale è posto il mascherone raffigurante il viso di un Angelo tra due ali spiegate. Ai fianchi vi sono posti i due portali laterali di forma rettangolare sormontati da travoni, su cui vi sono posti nicchie arcuate decorate da eleganti lesene a spirale, sopra cui vi sono nicchie rettangolari adornate in sommità da un mascherone. Al centro della facciata è collocata la trabeazione centrale di tipo merlata che divide i due ordini, sorretta dai sopracitati pilastri. L’ordine superiore è anch’esso solcato da quattro pilastri a capitello corinzio, reca al centro il finestrone rettangolare delimitato inferiormente da balaustrini, e sormontato da eleganti fregi decorativi. Di fianco vi sono due nicchie arcuate sormontate da timpani triangolari. Ai vertici dell’ordine vi sono contrafforti decorati da lesene a spirale, affiancati da pinnacoli a coppa. La facciata è infine coronata da un elegante frontone triangolare che regge la “Croce” di ferro collocata in sommità, al centro del quale è posta una finestra tondeggiante, il tutto poggiante sull’elegante trabeazione superiore in cui vi è l’iscrizione “Patrona Civitatis”.

Nei due prospetti laterali. possiamo ammirare sulla sommità di ciascuno di essi tre finestre semicircolari, nonché la parte esterna della volta delimitata da ampi contrafforti, su cui si affacciano tre finestre arcate. Degna di nota è l’area dell’Abside recante due grandi finestre arcuate poste in entrambi i prospetti.

Presso il prospetto di Via Santa Maria la Nova ammiriamo il seicentesco portale laterale della chiesa, ricavato dall’edificio sacro preesistente consacrato a “San Tommaso Apostolo”; esso è stato creato riadattando l’originario accesso in stile gotico essendo caratterizzato da un’apertura arcuata decorata ai lati e in sommità da bassorilievi geometrico – floreali e da fregi riconducibili al “Martirio di San Tommaso”, mentre in sommità vi sono due Angeli che reggono due corone collocati di fianco alla chiave di volta anch’essa riccamente scolpita. L’accesso risulta inquadrato da due colonne a capitello corinzio arricchite da eleganti fregi floreali che poggiano su eleganti basamenti a sezione quadrangolare, ai fianchi delle quali vi sono due pilastri (uno per lato) aventi il medesimo tipo di capitello. Sia le colonne che i pilastri sorreggono un’elegante frontone triangolare su cui è collocata una piccola finestra cruciforme, sostenuto dalla trabeazione merlata, e abbellito da quattro pinnacoli a coppa. A fianco vi è l’edificio che ospitava la Casa Canonica della chiesa, avente un’elegante facciata delimitata da tre pilastri a capitello tuscanico, divisa a sua volta in due corpi: il corpo di sinistra reca due accessi arcuati sopra cui vi sono altrettante finestre della medesima forma, sormontate da aperture di forma rettangolare; il corpo di destra comprende due portali arcuati recanti in sommità eleganti chiavi di volta, su cui sono adagiati due dei più eleganti balconi in stile barocco della città sciclitana sorretti da mensoloni aventi fregi geometrici, delimitati da inferriate bombate in ferro battuto e aventi aperture rettangolari delimitate da pilastri decorati ai lati da lesene geometrico floreali e coronati da eleganti capitelli, che sorreggono travoni merlati recanti al centro un volto fanciullesco.

Dalla Via Villari, tramite una scalinata parallela al sopracitato sagrato, raggiungiamo invece il Campanile della chiesa, che si presenta come una torre quadrangolare a quattro prospetti avente una cuspide piramidale coperta da piastrelle in maiolica di colore verde, azzurro, giallo e bianco coronata anch’essa da una Croce metallica, caratterizzata da quattro nicchie arcuate (una per prospetto) in cui sono collocate le campane dell’edificio sacro.

L’interno della Chiesa è diviso in tre Navate disposte a Croce latina, la cui volta è sorretta da sei arcate delimitata da pilastri a capitello corinzio, presenta eleganti stucchi neoclassici raffiguranti motivi decorativi geometrico – floreali di colore verde e rosso, opera degli stuccatori Domenico e Emanuele Ruiz. Sulla cantoria che sovrasta l’ingresso dell’edificio sacro è posto un bassorilievo in marmo recante uno scudo sorretto e decorato da figure angeliche avente in sommità tre conchiglie, raffigurante un’aquila dalle ali spiegate al centro della quale vi è un cameo raffigurante la “Madonna”; ottimi anche gli stucchi posti attorno alla finestra centrale.

Al termine della Navata è posto il Presbiterio solcato da pilastri a capitello corinzio comprendente la Cupola e l’Abside retrostante, il tutto abbellito da eleganti stucchi policromi, tra cui citiamo quelli settecenteschi opera dello stuccatore palermitano Giuseppe Gianforma, caratterizzati da una notevole eleganza e raffiguranti motivi decorativi geometrico – floreali, Angeli svolazzanti e vari riferimenti religiosi; tra essi spicca maggiormente quello collocato sull’Abside che raffigura il “Monogramma Mariano”. Le pareti laterali del Presbiterio presentano un interessante Coro ligneo ottocentesco in cui sono incise figure di vari “Santi”; sulla parete sinistra è collocato un Organo a canne del 1776 attribuito al maestro organaro palermitano Basilio La Marca. La parete absidale, in cui è posto il Tabernacolo dell’Altare Maggiore in legno dorato, è collocata la grandiosa tela settecentesca raffigurante il “Cristo Risorto che incontra la Madonna” (di artista ignoto, e avente una cornice anch’essa in legno dorato). Sui due fianchi vi sono due accessi rettangolari sormontati da timpani semicircolari decorati da stucchi, che conducono presso i retrostanti locali della Casa Canonica, utilizzata come “spazio espositivo di arte sacra”.

Le due Navate laterali presentano sei Cappelle (tre per lato) aventi volta a botte e decorate anch’esse con eleganti stucchi e delimitate da inferriate in ferro battuto. In esse possiamo ammirare attualmente interessanti opere d’arte religiosa come il Fonte Battesimale della chiesa, il dipinto seicentesco raffigurante il “Cristo Crocifisso con le Anime del Purgatorio”, e i tre simulacri posto dentro altrettante nicchie rettangolari racchiuse da vetrine. Essi raffigurano rispettivamente: il “Cristo alla Colonna”, statua del 1525 che un tempo veniva condotta in Processione la sera del Giovedì Santo e che era affiancato da due figure note come “I Iuriei” (ossia “I Giudei”) ormai andate perdute (l’originario simulacro si presentava simile a quello del “Santissimo Cristo Flagellato” di Ispica); il “Cristo Flagellato che porta la Croce” noto come “U Signuri ‘o Timpuni” per via del sasso su cui egli è appoggiato noto appunto come “U Timpuni”, (termine proveniente da “Timpa” che sta ad indicare una grossa pietra); e infine il “Cristo Morto con l’Addolorata”. In uno di questi Altari vi era posta anche la statua della “Madonna dello Spasimo”, che ormai risulta in gran parte danneggiata. Nei due transetti vi sono collocati rispettivamente l’accesso laterale di Via Santa Maria la Nova, e l’accesso al limitrofo Campanile in cui sono esposte lapidi e fregi raffiguranti i blasoni di varie famiglie nobiliari sciclitane. Alla fine delle due Navate sono poste due interessanti Cappelle. 

Presso la Sagrestia della Chiesa di Santa Maria della Consolazione, a cui è annessa la limitrofa Casa Canonica, vi è posto un piccolo spazio espositivo di arte sacra comprendente anche un laboratorio in cui vengono effettuati gli interventi di restauro sulle medesime. Dentro questo piccolo “museo” vi sono esposti vari arredi ecclesiastici e opere d’arte sacra che un tempo erano collocate all’interno dell’edificio sacro; tra essi citiamo un Messale, le statue raffiguranti “L’Ecce Homo” e il “Cristo Risorto”, oltre a vari dipinti tra cui quelli raffiguranti “San Francesco”, “La Madonna delle Milizie” e “Giuditta e Oloferne” (dipinto ottocentesco del pittore palermitano Tommaso Pollace, che era posto presso il presbiterio della limitrofa Chiesa di Santa Maria la Nova e che è attualmente in fase di restauro nel suddetto laboratorio). A ciò si aggiunge quella che è considerata la maggiore “attrazione” della chiesa, il cadavere mummificato di una donna vissuta nel secolo 1800 che molto probabilmente apparteneva all’aristocrazia locale rinvenuto nella prima metà del 1900, ribattezzato “La Regina dei Mori”. Dai vari esami effettuati si è stabilito che il cadavere apparteneva ad una donna di mezza età che molto probabilmente morì a causa della tubercolosi. 

Per poter visitare la Chiesa di Santa Maria della Consolazione e il suo Museo, bisogna munirsi di un biglietto d’ingresso che costa 2 euro, per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook del Museo del Campanile

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