*Scicli, Colle San Matteo e rovine archeologiche

Scicli

*Colle di San Matteo e rovine archeologiche

Il Colle San Matteo è il principale rilievo montuoso che domina la città di Scicli, così chiamato per la presenza della Chiesa di San Matteo Apostolo, che un tempo aveva il titolo di “Matrice” ossia di principale chiesa cittadina. Esso è raggiungibile dal centro storico sciclitano percorrendo la Via Matrice che conduce presso il sagrato della Chiesa di San Matteo Apostolo (posto nei pressi della sommità del colle), ma lo si può raggiungere anche dalla S.P. 41 Scicli – Ispica, arrivando ad un bivio in cui dobbiamo seguire la segnaletica gialla per la” Chiesa di San Matteo” andando verso ovest oltrepassando la Contrada Torre Palombo procedendo sempre verso ovest arrivando ad un bivio, in cui alla nostra sinistra (venendo dalla S.P. 41) percorriamo un sentiero delimitato da un reticolato e chiuso da un cancello (che rimane aperto durante il giorno per permettere ai visitatori di accedere al sito ibleo); in entrambi i casi si può accedere liberamente al sito collinare.

Il Colle San Matteo, alto circa 234 metri sul livello del mare, si presenta come un massiccio rilievo calcareo delimitato a nord dalla Cava di Santa Maria la Nova e a sud dalla Cava di San Bartolomeo, contraddistinto da un altopiano caratterizzato da vari “livelli” in cui vi era collocato il primo “centro urbano” della città sciclitana caratterizzato dalla presenza di due fortezze medievali: il “Castello dei Tre Cantoni” posto ad est presso l’altopiano confinante col rilievo montano tra le Contrade Torre Palombo e i cui ruderi sono posti nei pressi dell’ingresso orientale del colle, e il “Castellaccio” che era ubicato sul punto più alto del rilievo montano in posizione dominante rispetto alla città di Scicli; oltre a questi due castelli possiamo ammirare anche le semi rupestri Chiese di Santa Lucia, del Santo Spirito, e ovviamente l’ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo.

Il Colle San Matteo è noto anche per la presenza di numerosi siti rupestri dislocati presso i terrazzamenti che caratterizzano le sue pareti rocciose, tra antiche tombe sicule a grotticella ed arcosoli sepocrali bizantini, oltre a ricoveri rupestri di varie epoche, possiamo ammirare il sito abitativo di “Chiafura” posto nelle pareti sudoccidentali del rilievo montano (prospicienti alla Chiesa di San Bartolomeo), ma anche varie chiese rupestri o nei terrazzamenti. Da citare anche il sito rupestre noto come “Grotta dello Steri” posto presso la Chiesa di Santa Lucia. Per la presenza di queste aree archeologiche, il Colle San Matteo farà parte del “Parco Archeologico dei Tre Colli”, assieme ai rilievi collinari del Colle del Rosario e del Colle della Croce.

Venendo dal centro storico di Scicli, tramite Via Matrice, oltre a vari siti rupestri che corrispondono ad antiche “case – grotta”, seguendo il panoramico sentiero che si inerpica sul Colle San Matteo possiamo ammirare:

  • la Chiesa semi rupestre di Santa Maria della Catena (posta al termine della scalinata posta presso le Vie Bauso e Sele, raggiungibili da Via Tiziano) comprendente la statua della “Madonna della Catena” che viene festeggiata liturgicamente l’ultima Domenica di Settembre;
  • l’ex Chiesa di San Vito in stile barocco, oggi sito museale che funge da piccolo museo etno – antropologico ed archeologico;
  • la settecentesca ex Chiesa Madre di San Matteo Apostolo sorta sulla preesistente di epoca medievale ormai sconsacrata, avente tre ampie Navate in cui possiamo ammirare ancora gli Altari e le decorazioni in stile barocco, in cui un tempo erano posti sia il simulacro della “Madonna delle Milizie” che l’urna con i resti del “Beato Guglielmo Buccheri” ma che oggi (dopo consistenti restauri) ospita eventi di vario tipo, dal suo sagrato (delimitato dalla torretta campanaria e da alcuni siti rupestri) si può ammirare un ottimo panorama di Scicli;
  • il “Castellaccio” di Scicli, ossia la fortezza che serviva per controllare la città sciclitana e gran parte del suo territorio limitrofo, caratterizzato da una rocca da cui si può ammirare ovviamente un ottimo panorama della cittadina sciclitana e delle limitrofe aree iblee, su cui vi sono le rovine del torrione principale delimitato da ciò che resta delle fortificazioni;
  • la Chiesa semi rupestre del Santo Spirito in stile barocco settecentesco, posta in prossimità di ambienti rupestri inglobati all’interno dell’edificio sacro di cui una cripta ipogeica con affreschi (raggiungibile seguendo il sentiero sotto il “Castellaccio” andando verso est);
  • la Chiesa di Santa Lucia (posta poco più ad est di quella del Santo Spirito) l’unica “consacrata” delle chiese sul Colle San Matteo (se si esclude quella di “Santa Maria della Catena” posta ai piedi del rilievo), in cui all’interno vi sono varie opere pittoriche tra cui un dipinto raffigurante “Santa Lucia” posto sull’Altare principale, e ovviamente vi è collocata la statua che raffigura la medesima “Santa Martire Siracusana” che diviene oggetto di venerazione durante il pellegrinaggio che si tiene il 13 Dicembre di ogni anno, giorno liturgicamente consacrato alla “Martire Siracusana”;
  • il “Castello dei Tre Cantoni” posto sull’altopiano ad est del Colle San Matteo presso la fine del sentiero (venendo dal centro storico sciclitano), che era la principale fortezza difensiva cittadina provvista di bastioni difensivi e di un fossato, oltre che della porta orientale da cui si accedeva alla medievale città sciclitana.

Il sito di Chiafura invece è posto a ridosso della parete meridionale del colle, prospiciente alla Chiesa di San Bartolomeo e al quartiere che ne prende il nome essendo raggiungibile dalle Vie Timponello e Ortica, comprendente varie “case – grotta” ricavate da antichi siti sepolcrali di epoca bizantina disposte a più livelli, che rimasero abitate fino agli anni 1960 circa. Qui doveva essere collocato l’ingresso alla “Strada di Anselmo” che conduceva lungo le sponde del Torrente San Bartolomeo (Via Botte?).

Inoltre presso questo colle vi erano gli ingressi a due scalinate sotterranee che comunicavano con la sottostante cittadina sciclitana note come “Strada di Anselmo” ( e “Strada delle Cento Scale” che si dirigevano rispettivamente verso le Cave di San Bartolomeo (area limitrofa al quartiere “Fiumillo”) e di Santa Maria la Nova. Della Scala di Anselmo, il cui ingresso era posto probabilmente nei pressi del sito di Chiafura, si sono perse le tracce durante il terremoto del 1693 (con molta probabilità la galleria collassò su se stessa rimanendo sepolta durante le scosse sismiche); mentre della Strada delle Cento Scale, il cui ingresso era situato molto probabilmente poco più a nord del Castellaccio, rimane solo il tratto più a valle che conduce all’interno di una sorgente sotterranea, e al cui interno si può ammirare il “Presepe nelle Grotta” allestito dalla famiglia Marinero

Oltre ai sopracitati siti che fanno parte della moltitudine dei luoghi da visitare limitrofi al centro storico cittadino sciclitano (per saperne di più su tutti questi luoghi vedi i corrispettivi link nella precedente pagina), presso gran parte del perimetro del Colle San Matteo vi sono molte altre rovine corrispondenti ad edifici di epoca medievale crollati in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693, ruderi risalenti a periodi più antichi tra grotte rupestri sede di siti funerari di varie epoche (neolitico – sicula, greco – romana  e bizantina) in gran parte trasformate e adibite ad abitazioni rupestri (così come avvenne per il sopracitato sito di Chiafura). Inoltre presso questo colle sono stati rinvenuti vari reperti ceramici, litici e metallici risalenti alle sopracitate epoche. L’area è ancora sottoposta ad accurati studi archeologici.

Va detto infine che il Colle San Matteo è una vera e propria “area iblea” contraddistinta da flora e fauna tipici della Sicilia sudorientale, posta all’interno della città di Scicli e da essa facilmente raggiungibile, andando a formare un vero e proprio “parco naturalistico” e volendo anche “archeologico” dall’alta valenza paesaggistica dato che da qui si può ammirare uno dei più interessanti e rinomati panorami della Sicilia meridionale, che comprendono i principali edifici barocchi della città sciclitana adornanti piazze e vie (su tutte la Via Francesco Mormina Penna, la principale “strada barocca” di Scicli), circondati dalle cave iblee di San Bartolomeo e Santa Maria la Nova, che ad ovest si immettono lungo la Fiumara di Modica.

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