Scicli, Ex Convento dei Frati Gesuiti (Palazzo Miccichè – Scuola “Lipparini”)

Scicli

Ex Convento dei Frati Gesuiti
(Palazzo Miccichè – Scuola “Lipparini”)

Il moderno edificio noto come “Palazzo Miccichè” in cui vi era posta la sede dell’istituto scolastico “Lipparini”, è ubicato sul sito in cui un tempo vi era posto il Convento dei Frati Gesuiti di Scicli, collocato presso il vertice nordoccidentale di Piazza Italia (numero civico 40) a sinistra della Chiesa Madre di Sant’Ignazio di Loyola, consacrata ai culti della “Madonna delle Milizie” e del “Beato Guglielmo Buccheri”, ossia i “Santi Patroni” della cittadina sciclitana al posto della preesistente Chiesa di San Matteo Apostolo (vedi il link nella pagina precedente per saperne di più sulla Chiesa Madre di Scicli).

La costruzione dell’edificio venne finanziata nella seconda metà del 1600 dai baroni Vincenzo e Giuseppe Micciché (rispettivamente figlio e padre, deceduti nel 1623 e nel 1631, i cui corpi sono attualmente seppelliti all’interno della vicina Chiesa di San Bartolomeo), che volevano veder sorgere un convento gesuitico all’interno della città sciclitana. I lavori di costruzione del convento (e della limitrofa chiesa) durarono diversi decenni tant’è che quando il terremoto dell’11 Gennaio 1693 seminò morte e distruzione anche a Scicli, questo edificio era ancora incompleto. Solo intorno al 1750 (molto probabilmente nel 1751, anno in cui la vicina Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola venne ricostruita) l’opera poté definirsi “completa”. Inoltre gran parte dei beni dei baroni Miccichè (la cui linea genealogica si estinse già con la morte dell’ultimogenito di Giuseppe, Vincenzo Miccichè avvenuta nel 1623) passarono ai gesuiti sciclitani per via testamentaria. Nel periodo di tempo che va dalla seconda metà del secolo 1700 al 1860, il convento svolse la funzione di edificio monastico e di “collegio” retto dai frati gesuiti a cui appartenevano anche vasti appezzamenti di terreno posti tra l’area in cui è posto l’Eremo della Madonna delle Milizie e la frazione sciclitana di Donnalucata (l’attuale contrada nota appunto come “Eremiti”), ma dopo l’Unità d’Italia (1861), in seguito al decreto di eversione dell’asse ecclesiastico che venne redatto nel 1866 appunto dall’allora Regno d’Italia, l’edificio conventuale venne abbandonato dai padri gesuiti mentre il limitrofo edificio sacro consacrato a “Sant’Ignazio di Loyola” divenne sede della “Chiesa Madre” cittadina al posto di quella consacrata a “San Matteo Apostolo” posta sul rilievo ibleo a ridosso dell’attuale centro storico sciclitano, chiamato appunto “Colle San Matteo”. Il convento gesuitico, chiamato anche “Palazzo Miccichè” dal cognome del barone sciclitano che nel 1600 volle la fondazione dell’edificio monastico (e che in quel periodo fece molte opere di carità all’interno della città sciclitana) per un periodo di tempo la sede municipale della città fino alla costruzione del “Palazzo Comunale” in Via Francesco Mormina Penna avvenuta nel 1906. Il convento venne demolito nel 1962 per costruire l’edificio ospitante la scuola media “Giuseppe Lipparini”, che si ispira alle opere architettoniche dell’architetto brasiliano Oscar Niemeyer (uno dei “protagonisti” della costruzione della città di Brasilia, attuale capitale del Brasile da cui prende il nome) e venendo chiamato localmente “Il Palazzo di Vetro”. Ovviamente la demolizione del convento, costruzione settecentesca con elementi architettonici in stile barocco a cui seguì la costruzione di questo edificio in stile moderno, suscitarono molte polemiche da parte degli sciclitani perché un edificio storico veniva demolito andando ad “alterare” l’assetto architettonico della Piazza Italia formato da edifici barocchi, neoclassici e liberty; dell’originario edificio sopravvive solo un pilastro confinante col limitrofo “Palazzo Scrofani”, posto a sinistra dell’attuale scuola. Oggigiorno questo edificio, attualmente sede della scuola media “Lipparini” di Scicli (sito web www.icgiovannidantoni.it), è oggetto di studi di fattibilità sul possibile ripristino della facciata originaria dell’edificio, di cui esistono ancora fotografie d’epoca da cui derivano vari progetti e schemi di costruzione (per saperne di più clicca qui). Va anche detto che il chiostro esterno dell’ex convento (posto a settentrione) si affacciava sul Corso Giuseppe Mazzini, vi era posto il “Mercato” cittadino (vedi link “Ex Mercato di Scicli” nella pagina precedente per saperne di più). 

Passiamo alla descrizione dell’odierno edificio posto a sinistra dell’attuale Chiesa Madre di Scicli; esso presenta un moderno prospetto la cui facciata comprende sedici pilastri, che vanno a solcare i tre ordini orizzontali della medesima. Nel primo ordine vi sono due accessi rettangolari posti in mezzo alle dieci finestre della medesima forma, poste sotto un loggiato delimitato dai sopracitati pilastri. Il secondo ordine invece è caratterizzato da una lunga balconata su cui si affacciano accessi e finestre di forma rettangolare. Il terzo ordine invece è caratterizzato da ampie finestre di vetro, dalla cui presenza deriva il nome “Palazzo di Vetro” con cui l’edificio viene chiamato dagli sciclitani.

L’originario prospetto settecentesco (a seconda delle fotografie in cui è ritratto) di cui rimane solo un pilastro posto sul vertice sinistro dell’attuale edificio confinante col limitrofo Palazzo Scrofani (così come detto in precedenza), invece prevedeva la presenza di due ordini orizzontali in cui, in quello inferiore vi erano due portali d’ingresso affiancati da nove finestre rettangolari sormontate da travoni (tre finestre a sinistra del portale divenute poi “aperture di accesso”, tre al centro, e altre tre a destra dell’altro portale). Sull’ordine superiore in corrispondenza dei due portali vi erano posti i due balconi principali dell’edificio, sorretti da eleganti mensoloni e aventi aperture arcuate, affiancati da nove balconcini (posti sulle sopracitate finestre) incassati nella parete e aventi aperture rettangolari. In base a questo assetto architettonico, dovrebbe essere ripristinata la facciata dell’edificio scolastico.

L’interno dell’edificio in stile rigorosamente moderno, ospita gli uffici, le aule scolastiche e la palestra, che si affacciano su due cortili che un tempo formavano i chiostri interni dell’edificio monastico gesuitico, di cui quello più esterno noto come “Cortile Collegio”, raggiungibile dall’adiacente “Via Gesù” tramite un interessante portico adiacente al numero civico 14 di questa strada che si mette in collegamento con il tratto orientale di Corso Giuseppe Mazzini, presso cui si affaccia l’altro chiostro esterno dell’edificio monastico, divenuto sede dell’ex Mercato Comunale di Scicli.

Va detto comunque che all’interno della scuola “Lipparini” (o “Palazzo Miccichè” che dir si voglia), si possono tenere anche vari tipi di eventi a seconda di ciò che viene organizzato all’interno della città di Scicli. 

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